William poteva esser cambiato nei miei confronti, ma aveva comunque quella punta di pazzia che appariva quando parlavamo dei Cacciatori, ed io non potevo certo dargli torto, anzi. In questa situazione potevamo considerarci uguali. Rientrammo in casa, silenziosamente. Chiamammo Snow e Sally, ed entrambi entrarono attraverso di noi. Ci appostammo ai lati di una finestra che si affacciava sul giardino, dopo aver spento tutte le luci. Ethan, era in cucina e non sembrava molto preoccupato.
«Secondo te, quanti ce ne sono?» rimase in silenzio e mi sorrise. Troppo facile. Mentre osservavo il giardino, apparentemente vuoto, sentii dei sussurri, che si muovevano intorno alla casa: erano, ovviamente, più di uno. Potevo considerare questa "opportunità" come una sorta di appuntamento, e non me la sarei lasciata scappare. Con l'aiuto di Snow, potei vedere tre figure che si muovevano attraverso cespugli, credendo di non far rumore.
Illusi.
Ethan venne da noi, mentre mangiava un panino al tonno. «È meglio se li uccidete fuori di casa, perché non ho intenzione di far venire dei vampiri a pulire il loro sangue marcio, altrimenti Malcolm mi farà una testa enorme.» affermò sbuffando.
«Passeranno di sopra» sussurrò William. Neanche un secondo e si sentii su un lieve rumore di vetri spezzati: si erano attrezzati.
«Ci sarà di sicuro uno a fare la guardia, mentre gli altri due saranno entrati. Quindi tu,» puntò il dito contro di me. «vai fuori e cerca di farti dire qualcosa da quella mezza sega, mentre noi facciamo due chiacchiere con quelli di sopra.»
Annuii, anche se avrei preferito andare su. Poi riflettei, mentre mi avviavo fuori: poteva esserci Logan e volevo avere io piacere di ucciderlo io, ma molto probabilmente avrei provato rimorso prima di farlo. Quindi sarebbe stato meglio se l'avesse fatto uno di loro due.
Silenziosa, mi attaccai al muro, strisciando lentamente. Snow aveva il pelo in su, cosa che mi faceva percepire meglio i suoni. Il problema che non si sentiva nulla, solo un lieve respiro.
Dentro. Fuori. Dentro. Fuori.
Mi sporsi dall'angolo e notai una figura muscolosa che osservava tutto intorno a sé. Ogni volta che gli sembrava di percepire qualche rumore in quella notte buia, avanzava di due passi, guardava a destra e a sinistra, ed arretrava di nuovo di due passi.
«Ciao» uscii dall'ombra. Appena percepì il suono della mia voce, prese una specie di radiolina, pronto per dire qualcosa agli altri. Feci uno scatto, presi la radiolina, e ne feci un'altro per distanziarmi da lui. Con una sola mano la sgretolai.
Rimase fermo, il viso impassibile, ma notavo un certo tic all'occhio per il nervosismo. Ero nervosa anche io ma io non lo davo così a vedere.
Era un ragazzo della mia età, molto più alto di me e più muscoloso. Aveva i capelli rasati a militare ed indossava una completo militare con degli stivali. Sembrava, praticamente, un soldato degli Stati Uniti D'America e forse proprio in questo modo si mimetizzavano tra i civili. Un tatuaggio nero a forma di maschera, nascondeva metà della sua faccia. E quello sì che era inquietante.
«Chi sei?» domandò, irrigidendosi.
«Stai scherzando? Sei tu nella mia proprietà»
Sorrise, mostrando i denti bianchi, che risplendevano al chiaro di luna. Scattai davanti a lui, e lui sorpreso arretrò. Poi si ricompose. «Non riuscirai ad uccidermi»
«Ah no? E sentiamo come mai» mi mossi in avanti sempre di più. Ad ogni passo che facevo in avanti lui ne faceva due indietro, finché non arrivò a toccare il muro freddo di quella grande casa.
Aveva paura, lo potevo percepire. «Il mio capo dice che non sei preparata» gli tremò la voce.
«Ah, capisco.» sorrisi tra me e me. Non avevo molta esperienza nell'uccidere qualcuno, anzi non ce l'avevo proprio, ma questo lui non lo sapeva. E poi, prima o poi da qualche parte avrei dovuto iniziare. «E il tuo capo» quasi sputai quella parola. «ha pensato bene di mandare te qua, dicendoti una cosa del genere? Beh, mi dispiace dirlo, ma il tuo gran capo, ha detto una delle sue bugie.»
Alzai le mani e le strinsi al suo grosso collo. E le sue si appoggiarono sul mio. Ma non gli avevano insegnato proprio nulla? I vampiri non possono morire strangolati. Lui stava diventando rosso, mentre io rimanevo impassibile.
Sorrisi di nuovo, mostrando i canini.
All'improvviso sentii un rumore più in là e mi voltai lasciando per poco meno di un secondo la presa.
Il Cacciatore, se così si poteva definire, scappò via verso il giardino. «Snow, azzanna ma non uccidere.» Immediatamente la mia tigre uscì e iniziò a correre. Guardai a sinistra, da dove veniva il rumore ma non c'era nulla. Così corsi verso il giardino e dopo poco trovai il ragazzo a terra con un braccio sanguinante e Snow sopra di lui, mentre gli ringhiava in faccia.
Quando arrivai, Snow si spostò e io mi misi sopra di lui.
«Ultime parole?» domandai.
Lui sorrise. Un sorriso tirato. «Uccidimi, ma ricorda per una morte si paga con un'altra morte. E per il tuo fidanzato, mi dispiace dirlo, è arrivata la sua ora.»
Non ci pensai troppo e gli ruppi il collo. Bevvi anche un po' del suo sangue, ma era troppo amare e lo sputai per terra.
Con la maglia mi pulii la faccia e poco dopo presi il cellulare. Ethan e William se la sarebbe cavati da soli.
Chiamai Brad, una, due, tre volte. Ma non rispondeva. Il panico si impossessò di me.
Chiamai Rebecca e mi feci dire dove si trovava la casa di Tiffany. Per fortuna non era troppo lontana.
Facendo affidamento alla velocità di vampiro, scattai dopo che Snow entrò attraverso di me.
Mi trovai dopo poco davanti a casa di lei. Scassinai la porta ed entrai. Al piano terra non c'era nessuno. L'ultima speranza era il primo piano. Controllai in tutte le stanze. Mi mancava l'ultima a destra che doveva essere la camera di Tiffany. Sulla porta bianca c'era il suo nome con dei fiorellini intorno. Aprii la porta, era tutto buio dentro, ma riuscivo a vederci.
«Brad..» sussurrai.
Allungai la mano sinistra verso l'interruttore della luce. Non l'avessi mai fatto. Trovai Tiffany.
Era in pigiama, piena di sangue sul petto e il suo cuore si trovava davanti a me.
«Merda, merda, merda..» sussurrai.
Mi avvicinai, ma non riuscivo a guardarla. Presi una coperta e gliela misi addosso.
Uscii dalla camera.
«Brad! Brad!» urlai senza riuscire a bloccare le lacrime. Me l'avevano portato via.
Di nuovo.
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Vampire's Destiny II
VampirSecondo ed ultimo libro di Vampire's Destiny. Emily è disperata: gli manca terribilmente Brad, il suo sangue e la vita che ha lasciato per colpa del suo ex migliore amico Logan, uno dei cacciatori di vampiri. Si trova a Prato, una città vicino Fire...