Capitolo 12

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«Quindi Brad non è a casa.» scossi la testa mentre mi infilavo i jeans e un golf sotto lo sguardo attento della mia migliore amica. «E tu vai da Ethan perché..?» chiese.

«Te l'ho detto mille volte Reby. Vado da Ethan perché viene a trovarmi Nathan.» mi osservò silenziosa mentre indossavo le mie All Star nere. Avevo chiacchierato con lei tutto il tempo. Per modo di dire avevamo fatto i compiti insieme e li avevamo quasi finiti; entrambe, però non avevamo molta voglia di studiare, così Rebecca aveva iniziato a raccontarmi tutto ciò che era successo quando io ero andata via, non per mia volontà.
Mi aveva raccontato di alcune famose coppiette scolastiche che si erano lasciate perché uno dei due aveva un amante o una cosa del genere. Era tornato quasi tutto alla normalità. Quasi.
Mancavano ancora due ore all'appuntamento che ci eravamo dati io ed Ethan. Eppure non vedevo l'ora che arrivasse quel momento.
Cercando di calmarmi, andai a sedermi accanto a Rebecca, sul letto. «Cosa vuoi fare riguardo ai Cacciatori?»
Bella domanda.
Era da quando ero tornata dall'Italia che questa domanda mi ronzava in testa, ma ancora non avevo trovato alcuna risposta.
Se fosse stato per me sarei andata al loro Quartier Generale e avrei fatto una strage di cacciatori. Ma, primo: non sapevo dove fosse il loro Quartier Generale. Secondo: non sarei mai riuscita a sconfiggere centinaia, o addirittura migliaia di cacciatori. Quindi me ne stavo lì seduta, sopra il letto, mentre chissà quale ingegnoso piano stavano architettando.
Dovevo vendicarmi per ciò che avevano fatto a me; ma soprattutto a Brad e alla ragazza di Ethan. Lui deve aver sofferto più di me ed io neanche ci ho pensato a come potesse stare.
Prima che Rebecca ricominciasse a spettegolare su quello e quell'altro, mi arrivò una chiamata.
Guardai lo schermo acceso del cellulare: Numero Sconosciuto.
Non faceva pensare nulla di buono.
«Pronto?»
«Ciao piccola Emily. Come stai?» era la voce di quell'uomo che avevo sentito al cinema, subito dopo aver visto Brad che si contorceva dal dolore per colpa mia.
Quell'aggettivo davanti al mio nome, fece sì che mille brividi mi percorsero dalla punta dei capelli fino alla punta dei piedi. «Come fai ad avere il mio numero?»
Mi avvicinai alla scrivania, prendendo un foglio ed una penna. Sopra ci scrissi: Capo dei Cacciatori.
Rebecca trattenne il respiro, aspettando che finissi la chiamata. «Ma come Emily? Ancora non l'hai capito? Noi siamo ovunque. Ti do un consiglio, mia cara ed ingenua Emily, non ti fidare di nessuno.» iniziai a camminare avanti ed indietro per la stanza, finché non mi accorsi che Rebecca era uscita, lasciandomi sola con il mio peggior incubo.
«Avevi detto che ci saremmo visti presto.» affermai. «Chiamarmi non è proprio la stessa cosa che metterci la faccia. Hai paura?» risi amaramente.

«Oh, tu non sai cos'è veramente la paura, Emily.» tirò su con il naso. «Tu hai provato solo una minuscola parte di ciò che ti avrei potuto far provare; quindi non ringraziarmi.»
«Per colpa tua, Brad non mi parla più!» urlai con le lacrime agli occhi. «Voi...voi l'avete torturato e adesso non vuole più guardarmi in faccia. Lo trovate divertente vero? Eh?!» continuai a sbraitare fuori di me. «Perché non ti fai vedere in viso? Di cosa hai così paura? Che venga lì e ti succhi via tutto il sangue che hai in corpo? Beh, allora fai bene a non presentarti, altrimenti giuro, giuro sul fatto di essere un vampiro, che se ti vedrò anche solo una volta, mi ricorderò la tua lurida faccia e ti inseguirò anche in capo al mondo. Imbecille.»
Dall'altra parte del cellulare un silenzio surreale mi faceva ribollire il sangue.
«Certo che ho capito; adesso devo andare, sai com'è il lavoro mi chiama. Ricordati Emily: non fidarti di nessuno. É un consiglio tra amici.»
Mentre stava riattaccando gli urlai in faccia: «Coglione!»

La villa davanti ai miei occhi non era cambiata neanche di una virgola. Mi sembrava ieri di essere arrivata insieme a Ethan e di aver scoperto di essere un vampiro. Wow.
Bussai e dopo poco arrivò Ethan che mi salutò abbracciandomi. «Nathan è in salotto, fai piano, mi raccomando.»
Annuii, sussurrandogli: «Dopo ti devo raccontare una cosa.»
Quella casa la conoscevo come le mie tasche ormai e pian piano mi avvicinavo al salotto, con davanti Ethan che urlava: «Sono arrivate le pizze!»
Ethan si sedette accanto a lui sul divano, mentre io mi avvicinavo furtiva. Snow era emozionato quando me. Si contorceva da tutte le parti e mi faceva venire i brividi.
«Buona, mamma mia!» prima che Nathan si abbuffasse sulla pizza gli saltai in collo da dietro e lui si immobilizzò. Si girò verso di me e mi strinse forte  in uno di quegli abbracci che mi mancavano da tanto tempo.

Vampire's Destiny IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora