Capitolo quindici - I won't let you go.

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Erano passati appena due giorni da quando Liam era crollato.
Nonostante la sua giovane età, Niall aveva già visitato quasi ogni parte della terra, aveva viaggiato in tutto il mondo e si era esibito ovunque gli fosse stato possibile; aveva visto tanti volti, aveva conosciuto molte persone e lasciato parecchia gente durante il suo percorso; aveva imparato che, spesso, l'apparenza inganna, che non tutto quello che luccica è oro. Eppure, nonostante tutte le esperienze compiute e le numerose amicizie strette, riusciva sempre a meravigliarsi di quanto certe persone potessero essere forti e speciali.
Lo pensava anche in quel momento, mentre osservava attentamente le guance di Liam, ancora lucide a causa delle lacrime. Non l'aveva mai visto piangere tanto, specialmente per una ragazza: evidentemente, aveva pensato che questa volta sarebbe stato diverso con Sophia. E, invece, era di nuovo punto e a capo, tutti i progressi che aveva fatto non erano serviti a nulla e si ritrovava, ancora una volta, alle prese con un cuore spezzato. La cosa più brutta era il non sapere a chi scaricare la colpa, se non a sé stesso: avrebbe dovuto saperlo che il suo lavoro sarebbe stato un problema per la sua vita privata, ma non pensava che si sarebbe ritrovato a rimpiangere i vecchi tempi, non così presto. Però, no, non poteva lamentarsi, non doveva rifiutare tutto quello che aveva sperimento in quegli ultimi anni, non per una ragazza. Per Liam, la musica c'era sempre stata, era l'unica cosa che aveva sempre giocato un ruolo importante nella sua vita e sarebbe stato così fino alla fine dei suoi giorni, nonostante in quel momento avesse preferito di gran lunga sprofondare tra i cuscini e le coperte, soffocato dal sonno e dai sogni, piuttosto che aver firmato quel contratto anni addietro.
Niall non si era mosso un solo secondo da quando si era addormentato; era rimasto a guardarlo, come se dovesse proteggerlo a tutti costi, quasi se avesse paura che qualcun altro lo ferisse ancora.
Gli spostò un ciuffetto di capelli dalla fronte lucida, ascoltando attentamente il suo respiro affannato, prima di coprirlo con il lenzuolo fino al collo.
Niall non sa esattamente quanto tempo passò a fissare i tatuaggi del suo amico, ma qualche momento dopo, un leggero scricchiolio indicò l'entrata di qualcuno dentro la stanza.
"Niall" sussurrò una voce, che riconobbe come quella di Harry.
Il biondo, ancora immobile nella stessa posizione, emise un verso, per fargli capire che stava ascoltando.
"Sono quasi le otto" lo informò.
Niall non rispose, in modo che Harry capisse che non gliene fregava più di tanto.
"Perchè non porti Bea da qualche parte? Cioè..." si affrettò a giustificare "sempre se vuoi, solo che, bhe, dovreste parlare un po'... non credi?"
Si, avrebbero dovuto eccome. Niall si strofinò le palpebre con i polpastrelli delle dita.
"Hai ragione" rispose, facendo uscire la voce roca che aveva solo quando si svegliava la mattina presto. Si tirò a sedere, si piegò per recuperare le scarpe e se le infilò velocemente. Prima di uscire dalla stanza, però, si girò a guardare Liam, sentendosi tremendamente in colpa lasciandolo solo. Ecco cosa succede se passi troppo tempo con una persona: ne diventi dipendente e non riesci più a dividertene.

***

"Allora" mormorò Beatrice, trovando finalmente il coraggio necessario per spiccicare parola.
"Allora" disse Niall, imitandola: non sapeva cosa dire.
"Dove andiamo?"
"Stavo pensando di andare a prendere un gelato, se ti va"
Beatrice annuì, facendo sbucare un sorriso dalle labbra rosse come ciliegie mature.
Lungo il tragitto, non parlarono molto; entrambi desideravano solo arrivare alla loro meta in meno tempo possibile. Niall, ad un certo punto, quando il silenzio divenne quasi assordante per quanto era fastidioso, decise di accendere la radio, la quale mandò in onda una delle canzoni preferite di Beatrice. Fu così che, ben presto, la ragazza si mise a canticchiare, sorridendo fra sé e sé. Niall si passò una mano sulla fronte teatralmente, facendo finta di asciugarsi del sudore: era riuscito a rompere il ghiaccio almeno per un po' di tempo.
Purtroppo, nel momento in cui passarono davanti la gelateria più lontana dal centro, vide che l'abitacolo era stracolmo di persone e, perciò, non sarebbe stato per niente facile passare inosservati.
Niall sospirò sconsolato, ma trattenne il respiro quando se ne accorse - in ritardo - dato che non voleva assolutamente far arrabbiare Beatrice nuovamente per lo stesso motivo.
Si passò i palmi delle mani sudate sulle cosce coperte dai jeans e fece per aprire la maniglia, ma Beatrice lo bloccò prima che potesse scendere dall'auto, posandogli una mano sull'avambraccio.
Niall arrossì, come se Bea non lo avesse mai toccato in quel modo. La guardò con uno sguardo interrogativo e la ragazza si affrettò a giustificare la sua azione.
"Ci sono troppe persone"
"Oh" mormorò "Ma... non è un problema, insomma..."
"Niall" lo richiamò Beatrice, fermando i suoi balbettii sconnessi.
"Che ne dici se andiamo a prendere una vaschetta di gelato al negozio di alimentari aperto 24h su 24 a qualche isolato da casa?"
Niall si morse il labbro, incerto. La sua indecisione, però, durò poco, perché valutò velocemente la situazione e capì che si trattava dell'idea migliore.
"Molto meglio" Niall fece un grosso respiro, tornando ad infilare le chiavi nella toppa, per rimetterla in moto. Sentì chiaramente Beatrice ridere, e ciò non gli permise di trattenere un sorriso.
In meno di dieci minuti, riuscirono a raggiungere il negozietto e a trovare un posto per l'auto. Scesero e raggiunsero le porte scorrevoli con qualche passo.
Appena entrati, si diressero subito verso il reparto frigorifero e cominciarono a selezionare i gelati.
"Prendiamo quello?"
"Ci sono le nocciole?"
"Si"
"Allora evitiamo"
Guardavano, osservavano, leggevano e discutevano, mentre il tempo scorreva, senza che loro se ne rendessero veramente conto.
"E quello?"
"C'é la vaniglia, non mi va"
Passò una buona mezz'ora, prima che Beatrice aprisse un frigorifero in modo da prendere una delle tante vaschette esposte.
"Oddio, mi va troppo questo" mormorò, indicando qualcosa di verde all'interno della vaschetta di plastica: pistacchio.
Niall odiava letteralmente quel gusto: l'aveva mangiato solo una volta nella sua vita ed era stato abbastanza per fargli capire di doverlo buttare nel cestino immediatamente.
Però, quando guardò gli occhi speranzosi di Beatrice osservare desiderosa il contenitore, non poté rifiutare.
"Va bene"
"Ma a te non piace il pistacchio"
"Adesso mi piace" Niall le fece l'occhiolino, togliendole la vaschetta dalle mani e afferrando il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni. Contemporaneamente, si incamminò verso la cassa, sotto le proteste di Bea.
"Stai tranquilla, mi piace sul serio" la rassicurò, prima di porgere il denaro necessario alla cassiera di turno a quell'ora tarda della sera.
Stavano quasi per svignarsela, quando la stessa cassiera fermò tutti i loro movimenti con la sua timida voce.
"Tu... Tu sei Niall Horan?"
Il sottoscritto sorrise; la ragazza dietro la cassa era molto giovane e non si meravigliò di esser stato riconosciuto nonostante gli occhiali e il berretto di lana come travestimento. Annuì, facendole uno dei suoi migliori sorrisi.
"Possiamo fare una foto?"
"Ma certo" rispose, poco prima di aggirare l'ingombrante cassa e di raggiungerla per una fotografia e un autografo.

***

"Era così carina!" squittì Beatrice, riferendosi alla cassiera del negozio che avevano lasciato un bel po' di tempo prima "Era così timida e bassina, ti arrivava più giù della spalla"
Niall rise, appoggiandosi con il bacino al cofano dell'automobile. Beatrice lo imitò, alzando i piedi e poggiandoli sopra la targa robusta.
"Queste fans sono le mie preferite" mormorò Niall, mentre recuperava due cucchiaini da un pacchetto di posate plastificate che avevano comperato insieme al gelato. Beatrice, intanto, aprì il contenitore e "Quelle timidone?"
"Si" ridacchiò il ragazzo, porgendole un cucchiaio "Si vede che ci tengono e mi piace abbracciarle sapendo che per loro è tutto ciò che conta"
Beatrice tremò: anche a lei importava solo poter stare tra le braccia di Niall senza alcun problema. Fu quasi sul punto di stringergli la mano lasciata a penzoloni, ma decise all'ultimo secondo di andare a stringere la posata per prendere del gelato.
Gli fece cenno di mangiare; Niall, inizialmente, parve un po' titubante, ma, poi, prese una bella cucchiaiata di gelato e, con coraggio, se la portò alla bocca.
Stette sulla sua lingua per pochi secondi, prima che si spostasse dall'altra parte dell'auto per sputare il cibo.
"Che schifo! Sembra vomito!"
"Niall!" lo richiamò Beatrice.
"Che c'è?" rise, asciugandosi la bocca con un fazzoletto. E mentre ancora si puliva le labbra, ecco che la risata di Bea scoppiò forte, vibrando tra gli alberi posti tutti intorno al sentiero dove si trovavano.
"Ti diverti?"
"Abbastanza" lo sfidò la ragazza, incrociando le braccia al petto. Niall sorrise: non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno a sé stesso, ma adorava il lato determinato della fidanzata.
Perché... si, insomma, stavano ancora insieme, nonostante tutto, vero?Questo dubbio, lo fermò ad un passo dall'abbracciare Beatrice. La fissò negli occhi acquosi e le parole uscirono fuori senza che potesse riuscire a bloccarle.
"Cosa siamo adesso?"
"Io, non... quello di sempre" rispose Beatrice, perdendo la sua facciata da dura.
"Vuoi stare con me solo per William?" sussurrò Niall, in disappunto.
"Cosa? No, assolutamente no!" si affrettò a dire l'altra, e fu inevitabile non afferrargli una mano.
"Sei tutto ciò che voglio" sussurrò, ancora, ad una spanna dalle labbra del ragazzo, poggiandogli una mano sulla guancia leggermente arrossata.
"Perchè hai detto quella cosa, allora?" La voce di Niall non era mai stata così seria; però, nonostante tutto, Beatrice riusciva ancora a distinguere quel velo di tristezza nei suoi occhi.
"Ero solo arrabbiata" gli spiegò "Non è passato un solo momento in cui io non mi sia sentita una stupida per averti detto quella cosa" continuò, depositando un bacio casto sulla sua fronte "Non vorrei cambiare assolutamente niente di tutto ciò che abbiamo costruito negli ultimi anni. Ci possono essere delle incomprensioni, spesso; sicuramente ce ne saranno delle altre, ma devi sapere che non mi stancherò mai di te, né del tuo sorriso né della felicità di William"
Sorrise commossa, quando vide quanto gli occhi del cantante fossero lucidi. Poté godere della vista di Niall ridotto alle lacrime per pochi secondi, perché egli subito le si tuffò addosso, stringendola come non faceva ormai da tempo.
"Ti amo così tanto" le disse, bagnando le sue spalle con delle piccole lacrime "Non voglio perdervi"
"Non ci perderai, stupido, non me ne andrò così facilmente"
Niall rise sentendosi insultare. Beatrice pensò che fosse fuso, perché nessuno si divertirebbe ad essere preso in giro. Eppure, lui stava ridendo, e aveva quel sorriso così luminoso che coinvolgeva persino gli occhi e non lo vedeva così contento da fin troppo tempo. Le bastò poco, quindi, per gettarsi a capofitto sulle sue labbra, poco prima che Niall la prendesse per i fianchi e se la issasse addosso, dirigendosi già verso i sedili posteriori dell'auto.

Decision {Sequel Of Responsibility}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora