Capitolo diciannove - Roller Coaster.

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《Just close your eyes and enjoy the roller coaster that is life》

"Caro William,
Tanto tempo fa, un mio caro amico paragonò la propria vita a delle spericolate montagne russe. Mi disse che era normale trovare degli alti e bassi, che se la nostra esistenza consistesse in un semplice percorso lineare, non ci sarebbe alcun divertimento. Eppure, mi chiedo se siano servite a qualcosa quelle stupide parole, mi domando se persino questo triste periodo di continui bassi sia destinato a concludersi, per lasciarmi un po' di respiro, per abbandonarci a qualche momento di felicità. Il mio amico si chiamava - in realtà, si chiama - Zayn, ha 22 anni e non lo vedo da circa quattro mesi. Era un fratello, per me; abbiamo passato ben otto anni e mezzo della nostra vita insieme, prima che qualcosa nella sua testolina si risvegliasse, aprendo i suoi occhi, convincendolo di quanto fosse falso tutto ciò che portava avanti. Così, una mattina di fine marzo, dopo che Zayn aveva così tanto insistito per dormire a casa nostra, mi sono alzato, ho preparato la colazione con l'aiuto di Beatrice e sono andato nella camera degli ospiti, per svegliare quel ragazzo così rumoroso nel suo tacito silenzio. Non lo trovai. Pensai che fosse tornato a casa. Lo chiamai. Ma non rispose mai alle mie chiamate. Solo più tardi mi accorsi del pezzetto di carta appeso al frigorifero, fermo grazie ad una calamita che avevo acquistato esattamente un anno prima a Madrid.

'Ho cambiato direzione. Vi voglio bene, ragazzi'

Nessuno di noi avrebbe potuto immaginare cosa stesse passando per la mente contorta di Zayn Malik; nessuno di noi avrebbe potuto sapere che un giorno egli ci avrebbe lasciato..."

"Signor Horan, la visita di suo figlio sta per terminare" La voce di Mrs. Collins frenò l'incessante movimento delle dita di Niall, attirando la sua attenzione e facendogli distogliere lo sguardo dallo schermo del cellulare.
Il cantante si sforzò di sorridere, osservando le sopracciglia curate della segretaria di Luisa Collins, logopedista alla quale aveva affidato William due mesi addietro, per degli incontri settimanali.
La segretaria - sorella della proprietaria dello studio - girò i tacchi, letteralmente, e se ne andò di nuovo dietro la sua scrivania.
Niall, di conseguenza, s'immerse ancora nella scrittura e ritornò a mettere per iscritto i suoi pensieri tra le note del cellulare.

"In realtà, sapevamo che sarebbe arrivato questo giorno e adesso penso di averci fatto ormai l'abitudine. Però, non sono io ciò che mi preoccupa, non è Harry, non è Liam, non è Louis e né tantomeno Zayn colui che mi lascia con una perenna sensazione di ghiaccio nel petto. Sei tu, William, quello che mi inquieta: tutti sanno quanto fosse importante Zayn per te e, anche se adesso hai solo 4 anni, so che l'abbandono del tuo padrino ti ha lasciato a bocca asciutta. La dottoressa ha detto che è normale riscontrare problemi dopo l'abbandono di qualcuno, specialmente se si è così piccoli. Tu hai smesso di parlare, dopo un anno di sacrifici, dopo tutti gli sforzi che abbiamo fatto per risolvere il tuo disturbo, siamo di nuovo punto e a capo. Mi dispiace che stia accadendo tutto questo al mio bambino; se avessi saputo quanto dolore ti avrebbe recato Zayn, non lo avrei mai fatto entrare nella tua vita. Semmai, uno di questi giorni, tra qualche mese o tra un paio d'anni, dovesse tornare, non penso che lo perdonerei tanto facilmente"

***

"Com'è andata?" domandò Beatrice, con la sua solita voce dolce e pacata, andando a sbottonare la camicia di jeans del compagno.
Niall si limitò ad alzare le spalle, dedicandosi interamente ad osservare Liam intento a posizionare qualche cuscino sul divano in pelle a suo piacimento.
Beatrice, quindi, gli accarezzò il piccolo accenno di barba sulla mascella e fece in modo che Niall la guardasse.
"Hai scritto ancora?"
A questo punto, il ragazzo annuì quasi impercettibilmente, andando a tastarsi le tasche dei pantaloni alla ricerca del telefono. In realtà, a Niall non piaceva scrivere, aveva semplicemente preso l'abitudine di buttare qualche parola per iscritto, così da dar voce ai suoi pensieri. Solo Bea sapeva di questo suo passatempo, avendo letto parecchie note quando aveva trovato il cellulare di Niall incustodito.
"Cosa ti ha detto la signora Collins?" chiese, interrompendo il silenzio andatosi a creare.
"Che non sembra migliorare"
Beatrice chiuse le palpebre, incassando il colpo; si voltò a guardare il figlio, occupato a disegnare su un album da disegno.
"Okay, adesso non pensarci" lo intimò Beatrice, sorridendo in un modo che Niall classificò come falso "Harry e Louis stanno per arrivare e lo sai che Lou tiene tanto a guardare questa partita di calcio con voi"
Niall restò in silenzio, pensando a quanto fossero inutili quelle parole. "Non sarà mai più lo stesso, penso che l'abbia capito persino Louis"
"Niall, hey" sussurrò Bea, stritolandogli le guance in un gesto affettuoso "È la rabbia che parla, okay? Non è colpa di nessuno se Will sta così, adesso; doveva succedere e basta..." e poi Beatrice continuò a parlare, ma Niall aveva smesso di ascoltarla già da un bel pezzo, voltandosi con la maglia del pigiama già indosso e dirigendosi verso un Liam sempre sorridente sul divano. Come diceva, nessuno di loro stava soffrendo l'abbandono di Zayn come William.

Spazio Autrice:
Non mi uccidete. Ve lo giuro: nemmeno io sapevo che avrei aggiunto una cosa del genere. Eppure, ieri mi sono messa a scrivere qualcosa e, cazzo, stavo pensando a quanto fosse diventata noiosa questa storia ahahahah quindi, ecco qui un bel colpo di scena :')
So esattamente cosa far accadere dopo, e questo avvenimento mi aiuterà a rendere la fan fiction più lunga e intrigante. Grazie a tutti come sempre ❤

P.S. se non si fosse capito, rispetto al capitolo passato, è già passato un anno; infatti, Will adesso ha 4 anni
Se avete altri dubbi, chiedete pure.

Decision {Sequel Of Responsibility}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora