Beatrice e William avevano lasciato l'aeroporto da un paio d'ore e si erano subito recati in centro dato che il bambino aveva gentilmente chiesto alla madre di poter comperare qualcosa al padre: il suo scopo era fargli una sorpresa una volta tornato da Vancouver. La giovane donna era rimasta spiazzata per via della richiesta del figlio; aveva strabuzzato gli occhi e, poi, non aveva potuto evitare di scoppiare in una fragorosa risata, prendendolo per mano e cominciando a dirigersi verso l'auto.
Circa venti minuti dopo, avevano raggiunto il parcheggio di un voluminoso edificio dalle pareti biancastre.
"Fermiamoci qui" annunciò Beatrice, parcheggiando poco distante dall'entrata del grosso centro commerciale dove erano soliti andare a fare compere. Che si trattasse di lei, di Niall, di Harry, di Louis o di Liam, tutti loro adoravano passare pomeriggi interi in quell'enorme stabilimento: potevi trovare qualsiasi cosa, c'era un negozio per tutto ciò di cui avresti mai avuto bisogno, per la casa, per il giardino, senza tralasciare negozi di giocattoli o di abbigliamento. Davvero incredibile.
Beatrice prese nuovamente per mano il figlioletto e insieme si diressero verso le immense vetrate che indicavano l'ingresso del centro. Appena entrati, la prima cosa che videro fu un grande cartello posto leggermente a destra: raffigurava un orso, il quale stava indicando esplicitamente il corridoio di sinistra; infatti, sul suo pancione marrone si leggeva la scritta "reparto giocattoli".
William fu inequivocabilmente attirato: avrebbe tanto voluto inoltrarsi tra peluche, lego e puzzle, ma sapeva che, quel giorno, erano lì per qualcos'altro, qualcosa di più importante. Fu questa la ragione per cui si sforzò di distogliere lo sguardo e di puntarlo in un'altra direzione. Beatrice se ne accorse immediatamente e fu fiera del comportamento del bambino. Perciò si ripromise di passare per quel corridoio prima di andare via: William meritava un giocattolo nuovo di zecca.
Dopodiché, Beatrice fece un grosso respiro, inalando quell'odore di cartone, plastica e nuovo che ti inonda nel momento in cui varchi la soglia di un negozio del genere.
"Che dici se prima prendiamo un bel cono gelato?" propose la ragazza dai capelli biondi. Inutile dire che gli occhi del bambino si illuminarono per la gioia.***
Beatrice e William avevano già i propri coni gelato tra le mani e se li stavano gustando alla grande, mentre lei si precipitava a gettare nel cassonetto un fazzoletto ormai troppo sporco. Fu proprio in quella frazione di secondo, quando aveva appena buttato il pezzo di carta nell'apposito cestino e aveva alzato lo sguardo, poco prima di voltarsi in direzione del bambino, che vide una figura molto familiare farsi largo tra la gente che riempiva il corridoio in cui si trovavano. Beatrice riconobbe subito la schiena muscolosa di quel ragazzo, le gambe slanciate fasciate da un jeans più grande di almeno due taglie - e per questo molto più abbassati del dovuto -, i capelli corti, castani, nascosti da un berretto dell'Adidas.
Bel travestimento, pensò Beatrice, nessuno si accorgerà di te, mio caro Liam Payne.
Era certa che stesse indossando anche un paio di occhiali per non farsi riconoscere in mezzo a tutta quella gente, nonostante fossero le 6 del pomeriggio e si trovassero completamente al chiuso. Beatrice assunse un'espressione corrucciata quando si rese conto che non poteva essere lui: Liam, in quel preciso momento, avrebbe dovuto trovarsi nella sua città natale, a far visita alla povera madre che stava poco bene. Scosse la testa, rendendosi davvero conto che fosse impossibile che Liam si trovasse proprio lì, a pochi passi da lei. Ma, poi, lo vide voltarsi verso destra e riconobbe i lineamenti del suo viso, un viso che conosceva a memoria dopo tutto quel tempo trascorso insieme. Liam - era lui, ormai ne era più che sicura - imboccò un corridoio secondario che portava... al bagno? Sul serio?
Beatrice era confusa, non capiva cosa stesse succedendo, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, si accorse che era ormai troppo tardi per rincorrerlo e per chiedergli spiegazioni: Liam aveva un passo davvero veloce, come se avesse fretta, come se dovesse incontrare qualcuno e fosse in ritardissimo; inoltre, Beatrice aveva dimenticato di aver portato suo figlio con sé e ne tornò cosciente solo quando William le si avvicinò, andando a stringere con la manina il lembo inferiore della maglietta, tirandolo leggermente verso il basso per attirare la sua attenzione.
"Si, Will, scusami, non capivo dove buttare il fazzoletto, dato che era sporco" Bugia. Beatrice si schiarì la gola, non era capace di mentire, specialmente a suo figlio e sapeva che quest'ultimo era fin troppo intelligente per credere seriamente che la mamma avesse difficoltà con la raccolta differenziata. Fece finta di niente, afferrando decisa la mano minuscola di William, come se non avesse visto nulla, come se non avesse un migliaio di pensieri negativi a frullarle nella mente. Dopo, si incamminarono verso il negozio di abbigliamento maschile dove Niall adorava comprare polo e maglioncini. Decise di mettere da parte la faccenda "Liam": per il momento, doveva occuparsi della sua famiglia. Avrebbe pensato a lui più tardi.
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Decision {Sequel Of Responsibility}
FanfictionA tre anni di distanza dalla nascita del loro primogenito, la vita di Niall e Beatrice appare finalmente completa. Niall, però, sente qualcosa che non va, sa che esiste anche un fondo di bugia in mezzo a tutta questa pura felicità. Ad un certo punto...