Capitolo ventisette - Ambush.

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"Non posso crederci"
Niall aveva parlato così a lungo da non avere più fiato per tenere a galla quella conversazione con Beatrice.
"E dopo che hai fatto?" domandò lei.
"Sono andato via, cosa avrei dovuto fare?" sospirò, allargando le braccia e puntandole verso il cielo come se stesse chiedendo aiuto a qualcuno "Ho urlato un 'Liam devo andare' mentre mi dirigevo già verso la porta di casa e me la sono chiusa alle spalle senza pensarci due volte" continuò, sperando che potessero rimanere in silenzio per almeno due minuti buoni, così che riuscisse a metabolizzare il tutto. Ma non ne era capace.
"Dio, non è possibile!" Niall iniziò ad alzare la voce "Non può averci tenuto all'oscuro di tutto mentre continuava ad essere il migliore amico di Zayn, come se nulla fosse! Noi abbiamo avuto tutti questi problemi, con la band, con William... e Liam si è sempre tenuto in contatto con lui. Mi rifiuto di crederci!" La voce di Niall si era alzata veramente tanto; nel frattempo, non si era nemmeno reso conto di essersi messo in piedi e di star facendo avanti e indietro alle spalle del divano, davanti alla porta di accesso alla cucina.
"Nì, calmati, adesso siediti e rilassati" lo intimò Bea, preoccupata: il viso di Niall aveva assunto un colore grigiastro a eccezione delle guance che sembravano cuocere per quanto fossero rosse; le sue mani fremevano, non smetteva per un solo istante di chiuderle a pugno per poi riaprirle. Apri e chiudi. Apri e chiudi. Beatrice sapeva che sarebbe scoppiato, prima o poi, non era più capace di mantenere la calma e di dosare la rabbia. Era troppo evidente.
"Dio!" gridò Niall prendendosi la testa tra le mani.
"Adesso calmati sul serio, ti farai venire un attacco di panico andando avanti così" Bea si alzò dalla poltrona andandogli incontro; gli prese le mani e se le porto alla bocca, iniziando a lasciargli tanti piccoli baci teneri e leggeri sul dorso, al fine di distrarlo e farlo calmare.
"Dobbiamo solo parlarne con lui, vedrai che si risolverà tutto"
"Devo andare stasera"
Beatrice non capì.
"Ma dove?"
"Al cinema ovviamente, solo così avrò modo di parlare con entrambi"
"Non ti azzardare! Adesso devi solo far finta di nulla" la giovane donna prese un profondo respiro.
"Ma..."
"Niente ma" puntò il proprio sguardo negli occhi azzurri del fidanzato "Fai come ti dico io, per una volta..."
***
Erano già le sette e mezza di sera quando Beatrice si mise ai fornelli. Aveva lasciato William mezzo dormiente sul divano con Niall, mentre guardavano un vecchio episodio dei Teletubbies. Prese delle patate dalla credenza e le mise in un recipiente di plastica. Molte volte Niall le aveva proposto di assumere una donna delle pulizie o qualcuno che cucinasse al posto suo; però, lei gli aveva sempre risposto di no, poiché il suo sogno consisteva nell'avere una casa tutta sua, una famiglia tutta sua con un marito tutto suo e un figlio dolce e bravo come William. E lo aveva finalmente ottenuto. Non era capace di immaginare qualcun altro mentre si prendeva cura delle sue cose e svolgeva compiti che solitamente un marito e una moglie avrebbero dovuto fare insieme. Secondo Beatrice era importante non rompere tutto ciò. Ecco il motivo per cui Niall le aveva proposto solo una volta di assumere una babysitter per Will. Beatrice gli aveva rivolto una risposta secca:
"No" aveva detto, in quanto pensava che William avesse già tutto i suoi problemi e che avesse bisogno di avere la sua mamma e il suo papà al proprio fianco.
Mentre pelava le patate, Beatrice si chiese se avesse fatto bene a non raccontare al compagno quello che aveva visto il giorno in cui i ragazzi erano partiti per Vancouver.
Si, ne era certa, non aveva commesso un errore: non poteva peggiorare ulteriormente la situazione mettendo altra legna sul fuoco. Non avrebbe fatto altro che farlo infuriare ancora di più.
Beatrice tagliuzzò le patate e le mise in una teglia, per poi infilarla nel forno. Lo accese e diede un'occhiata all'orologio per tenere il conto del tempo che avrebbero impiegato le patate per cuocersi.
Erano quasi le 8 meno dieci, quando tirò fuori la pentola per cucinare la pasta; la riempì d'acqua e la mise sul fuoco per farla riscaldare. Nel frattempo, decise di andare a controllare William in salotto. Come aveva immaginato, il bambino si trovava sul divano, disteso con la testa appoggiata su un bracciolo e un cuscino sotto il corpo, come piaceva a lui. Aveva la felpa di Niall a coprirlo - per evitare che l'aria condizionata puntasse direttamente su di lui - e fu proprio questo dettaglio a preoccuparla: Niall non era più lì, lei non aveva sentito il divano cigolare quando si era alzato e nemmeno la porta del bagno sbattere come al solito; perciò, dubitava che fosse andato a lavarsi. Controllò comunque: magari si era distratta un momento.
Salì le scale e si diresse verso la porta del bagno "Niall, sei qui?" domandò; tuttavia, la porta si aprì e Bea si accorse che effettivamente non c'era nessuno all'interno della stanza. Guardò anche in camera da letto, in camerino, nella stanza degli ospiti, nella camera di William, nello studio dove teneva la chitarra e il pianoforte e, poi, tornò al piano terra constatando che continuava a non esserci nessuno in salotto, nè tantomeno in cucina, dove la pentola con l'acqua si era ormai riscaldata.
Fu in quel momento che Beatrice capì: Niall, anche quella volta, avrebbe fatto di testa sua e sarebbe andato al Cinema Stella. Anzi, probabilmente era già arrivato a destinazione dato che quel cinema non era molto distante da casa Horan.
***
Niall aveva appena varcato le grandi vetrate attraverso le quali si accedeva al Cinema Stella, uno dei più prestigiosi in tutta la città. Come in qualsiasi film che si rispetti, il pavimento era ricoperto con una moquette rosso fuoco e anche le pareti presentavano lo stesso colore. In realtà, un po' tutto era rosso e se non lo era, il nero padroneggiava. Diede un'occhiata al tabellone che presentava tutti i film in programmazione per quella settimana e vide che alle 8 in punto davano il nuovo film "Il ragazzo della porta accanto". Si chiese se avessero intenzione di guardare proprio quel film, ma era l'unico mandato dalle 8 in poi, perciò doveva esserlo per forza.
"Due biglietti per 'Il ragazzo della porta accanto', grazie" la voce di Liam lo fece sobbalzare letteralmente. Fortunatamente, il tabellone era posto in un angolo del grande atrio, vicino al bagno, per cui Niall poté osservare la situazione stando nascosto dietro la porta.
La scena era molto chiara: Liam stava afferrando due biglietti dalle mani del dipendente, mentre il ragazzo leggermente più basso e decisamente più magro al suo fianco gli porgeva del denaro.
"Nono, oggi offro io, l'ultima volta sei stato tu a pagare per me" disse Liam.
Niall per poco non si strozzò con la saliva. Sentì la risata del ragazzo al suo fianco e non ebbe più dubbi: si trattava di Zayn Malik, avrebbe riconosciuto il suo fisico asciutto, i tatuaggi sulle braccia e i capelli mori sulla nuca a chilometri di distanza, anche se vestiva quasi come uno straccione e indossava un berretto rosso in testa per camuffarsi. Ma cos'hanno tutti con il rosso?
Anche Liam non era da meno: la canottiera trasandata e le scarpe vecchie (che non metteva nemmeno per andare a fare jogging) non lasciavano immaginare che lì sotto si nascondesse Liam Payne degli One Direction.
Li vide allontanarsi dal bancone, mentre si avvicinavano alla porta della Sala 8, dove evidentemente avrebbero trasmesso quel film.
Per non perderli di vista, Niall si precipitò nel punto in cui si trovavano i due ragazzi qualche minuto prima e si rivolse al dipendente come un normale ragazzo venticinquenne.
"Lo stesso biglietto, per favore" Okay, forse non proprio come un normale ragazzo, ma in modo molto simile.
Il ragazzo dietro il bancone sembrò sobbalzare per la paura.
"6 sterline"
"Ecco" Niall glieli porse, afferrando velocemente il pezzo di carta, ma prima che potesse fare un passo in avanti, sentì una voce, un po' stridula, raggiungere le sue orecchie.
"Ma tu sei Niall Ho..."
"Shh, per favore, non dirlo" la pregò Niall, congiungendo le mani proprio sotto il mento e assumendo la faccia di un cucciolo smarrito.
"Si, scusami... ma potresti farmi un autografo?"
Niall si guardò intorno, accorgendosi che alcune persone avevano iniziato a fissarlo. Dopodiché, rivolse una sguardo anche a Liam e Zayn - appena entrati nella sala - e decise che non poteva assolutamente perderli di vista; tuttavia, non poteva nemmeno rifiutare uno stupido autografo ad una sua fan e spezzarle il cuore.
"Okay, ascolta" cominciò, prendendo il portafogli dalla tasca destra dei jeans "Lunedì prossimo ci sarà un'esibizione al Wembley Stadium qui in città, questo è il biglietto" glielo porse, parlando molto velocemente "Ti prego, scusami, ma vado davvero di fretta, ci vediamo!"
"Ma... ma l'autografo era per mia sorella" la ragazza sussurrò, un po' delusa mentre lo vedeva correre verso il controllore fermo davanti alla sala 8. La ragazza alzò le spalle e decise di lasciar perdere: evidentemente Niall aveva già abbastanza problemi. E così era.
Il biondo aveva conservato quel biglietto per Beatrice ma non se n'era curato più di tanto: avrebbe potuto recuperarne un altro altrettanto facilmente.
Una volta entrato nella sala, non fu difficile trovare Liam e Zayn dato che era praticamente vuota: i due ragazzi erano in piedi, accanto ad una fila di posti, dove forse avevano intenzione di prendere posto. Prima che Niall potesse nascondersi dietro una poltrona, non poté fare a meno di guardare sorpreso la scena davanti ai suoi occhi. Liam, credendo di essere l'unico - oltre Zayn - presente in quell'enorme stanza, allungò la mano fino ad afferrare saldamente quella dell'altro ragazzo. Quest'ultimo sorrise, probabilmente era anche arrossito considerata l'espressione imbarazzata che aveva assunto.
"L-Liam..." ebbe appena il tempo di pronunciare prima che il diretto interessato lo zittisse.
"Zee, siamo soli, rilassati" sembrò dire. Ma Liam non si limitò alle parole, pensava che la sua voce non fosse abbastanza per rassicurarlo: Zayn aveva bisogno di fatti.
Ecco come le labbra del ragazzo più alto finirono direttamente su quelle del moro. Il bacio durò solo qualche secondo, ma fu abbastanza per Niall, il quale aveva assistito a tutto quanto. Non poteva più starsene con le mani in mano.
Per tutto quel tempo, Liam e Zayn non avevano fatto altro che mentire, mentire e mentire; avevano tenuto nascosta una storia del genere, avevano fatto soffrire migliaia di persone e, soprattutto, i loro migliori amici e compagni di band. Questo pensiero mandava Niall su tutte le furie e fu la goccia che fece traboccare il vaso. Mentre pensava a tutto ciò, non si accorse nemmeno di aver mosso dei passi nella loro direzione. Ad un certo punto, colpito da un impeto di rabbia, non era stato capace di frenare l'adrenalina, la quale lo portò persino a correre, per raggiungerli il più in fretta possibile. In meno di 4 secondi - Niall li aveva contati - li raggiunse, alzò il braccio alla velocità della luce e colpì con il pugno chiuso e fermo la guancia sinistra di Zayn, prima che quest'ultimo o Liam potessero capire cosa stesse succedendo o chi fosse colui che si stava dirigendo talmente furiosamente verso di loro.
La testa di Zayn scattò all'indietro, mentre la sua mano andava a premersi il punto che era stato colpito. Gemette per il dolore e Niall capì che sarebbe spuntato un grosso livido sulla parte sinistra della sua faccia.
"Che cazzo fai?" urlò Liam, infuriato, forse più del biondo.
"Niall..." sussurrò Zayn, incredulo, mentre continuava a tenere una mano sulla parte dolorante.
"Come hai potuto!?" gridò a Liam, con quanta più forza possibile.
"Ci hai mentito tutto il tempo!" continuò a urlare, talmente furioso. Sentiva già il principio di un attacco di panico consumarlo dall'interno.
"E tu" sputò, rivolgendosi a Zayn, il quale non aveva smesso un solo istante di fissarlo a bocca aperta. Nonostante tutto, quella testa bionda gli era mancata incredibilmente. Quanti mesi erano passati dall'ultima volta che l'aveva visto? Quattro, cinque? Un gran bel cambiamento considerando che avevano passato quasi cinque anni insieme, senza separarsi mai se non per qualche settimana di vacanza.
E si sentì irrimediabilmente in colpa quando una guancia rosso fuoco di Niall venne solcata da una lacrima: aveva gli occhi completamente acquosi e non passò molto prima che scoppiasse a piangere. Liam e Zayn lo videro crollare letteralmente in un pianto che non lo trascinava così giù da davvero troppo tempo. Fu proprio questo pensiero a convincere Zayn a fare qualcosa. Senza rifletterci più di tanto, aprì le braccia tatuate e avvolse il corpo singhiozzante di Niall, con la paura che potesse rompersi in mille pezzi alla minima stretta.
"Come hai potuto?" chiese il biondino sussurrando mentre continuava a piangere come se non ci fosse un domani, distrutto e logorato nel profondo del cuore, mentre le immagini delle loro mani intrecciate e di quel bacio gli passavano in testa ininterrottamente. Quell'abbraccio - non ricambiato da Niall - durò qualche istante, in quanto poco dopo il più piccolo si staccò di scatto, come se avesse preso la corrente; senza guardare i suoi due amici negli occhi, si voltò e, con la vista annebbiata dalle lacrime, scappò via da quella sala e dal Cinema Stella.
L'ultima cosa che vide fu Harry, mentre cercava di acciuffargli un braccio per fermarlo.

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