Sono passati 2 mesi da quando mia madre se n'è andata per sempre.
Sono andata via da quella casa dopo quel brutto periodo, non riesco a starci.
Ho preso un piccolo appartamento più vicino all'università. E piccolo, ma è un buon posto per una come me.
Mi alzo dal letto, mi lavo i denti. Mi trucco e mi vesto per poi scendere e andare a scuola.
In questi mesi Chad è cambiato, è più dolce. Anziché lo stronzo che è sempre stato.
Arrivata a scuola, scendo e vado dritta dagli altri.
Noto che c'è di nuovo Lola. Saluto tutti e Lucas mi abbraccia subito.
Sorrido e ricambio l'abbraccio.
Dopo un po di chiacchiere, rimaniamo solo io, chad, Lola e Lucas.
Sorrido e dico «Grazie di essermi stato vicino in questi mesi, l'ho apprezzato tanto.» dico a chad.
Lui mi guarda e ride. «Mi hai solo fatto pena, non farti flash. Una ragazza con una madre ubriacona è drogata, con un padre morto. A chi non farebbe pena?» mi dice.
Mi cade il mondo addosso, ma cosa sta dicendo?
Lola ride «Che illusa.» ride.
A me iniziano a scendere le lacrime.
«Oh, la bambina sta piangendo, vai dalla mamma che ti consola.. Ah no, è morta! Piangi come quando ti picchiava?» Urla Lola per farsi sentire.
Io rimango sconvolta, gli ha raccontato tutto. Gli ha raccontato i miei problemi.
Corro via e vado nel primo bagno che trovo.
Dopo vari minuti entra Lucas, anche se non dovrebbe. E un bagno per donne.
«Abbie.. Andiamo, esci. Se vuoi ce ne andiamo via, cosa dici? Andiamo?» io non rispondo, continuo a piangere.
«Non devi fidarti di lui, non è il tipo per te!» mi dice e la mia coscienza gli dà ragione.
Ma, era strano in questi mesi. Era così dolce, mi stava vicino. Perché comportarsi così?
Lucas riesce a farmi uscire e anziché andarmene, rimango. Sento alcune ragazze ridere chiamandomi e dicendomi " tua madre ti picchia ancora?" Ridendo.
Provo a sorridere, per non far vedere la mi tristezza.
Entro in classe e trovo Chad seduto al solito banco, il mio è l'unico vuoto. Così a malincuore vado a sedermi li.
Non lo guardo, non gli dico nemmeno una parola.
Inizia la lezione ed io la passo con gli occhi puntati sul professore o sul libro.
«Mi dispiace» sussurra.
Cosa? Gli dispiace? Lo guardo con gli occhi pieni di rabbia «Sta zitto.»
«No, Abbie. Mi dispiace davvero, so di aver sbagliato. Ma ti avevo detto di non dire niente davanti agli altri.» mi dice.
«Ah sì? Che c'è mi nascondi adesso? Ti vergogni di me?eh?» senza rendermene conto sto urlando. Il professore e tutti mi fissano ma me ne frego.
«Mi stai vicino in questi due mesi di inferno poi torniamo a scuola, dove ci sono i tuoi amici e fai lo stronzo?eh?» ho gli occhi pieni di lacrime. È davvero frustante.
«Ho una reputazione! Non posso andare in giro e dire che sono stato insieme ad una come te!»
Mi cade per l'ennesima volta il mondo addosso.
Lo guardo «Giusto, quindi visto che non puoi stare con una come me, non ti azzardare più a rivolgermi la parola!» gli sto urlando in faccia.
«Allora! Signorina Evans! Signor Smith! Fuori dalla classe!» urla il professore.
Io prendo le mie cose ed esco, infuriata.
Lui cerca di fermarmi e mi prende per il braccio ma io lo tolgo. «Senti, non so che cazzo hai tu in quel fottuto cervello, ma se intendi rovinarmi la vita lasciami in pace!» urlo andandomene via.
Lui mi viene dietro «È questo il problema! Non riesco a starti lontana adesso!» mi dice.
Cosa? Mi giro di scatto e lo guardo «Cosa?» gli dico.
«Si, mi sei piaciuta sin dall'inizio, mi attiri. Non riesco a starti lontano. E in questi due mesi mi sono affezionato ancora di più a te.» dice, un po più calmo.
Io rimango lì senza dire una parola.
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Stay with me.
ChickLitSalve, questa è la mia prima storia, cercherò di farvi emozionare, di farvi ridere e di farvi arrabbiare. Insomma, vi farò entrare dentro questa storia così tanto da non riuscirne più ad uscire! Lei è Abbie, una ragazza di 20 anni molto timida, sem...