PROLOGO

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Un anno era volato via, così.
Emily era riuscita a finire la scuola una volta per tutte, ma non era tornata a Londra, era rimasta in Italia con fede.
Fede, l'unica persona che le era rimasta vicino e che non se n'era mai andato come gli altri.
Con Alex si sentiva spesso, ma notava che stava ancora male, lo notava eccome e non capiva, non capiva come dopo un anno potesse provare ancora dolore o forse, lo capiva troppo.
In questo anno era riuscita a crearsi una maschera, a non provare più nulla per nessuno e ci stava riuscendo perché non aveva più versato una lacrima dalla battaglia, ma in realtà dentro si sentiva male, dannatamente male.
Non capiva e come sempre odiava non capire.
Non capiva perché Genn se ne fosse andato senza lasciarle un messaggio, farle una chiamata e le sembrava tutto così strano,ma ormai se n'era fatta una ragione. Perché le persone devono solo far del male? Una domanda che si chiedeva sempre, ma che una risposta non arrivava mai.
In Italia non aveva più incontrato gli amici di suo padre e anche questo le sembrava strano, ma Greta le aveva detto che erano partiti e le sembrava tutto troppo tranquillo per essere vero.
A Londra non ci aveva più messo piede, e non voleva neanche provare a ritornare là.
Voleva andare a trovare Alex perché le mancava, ma aveva davvero paura di ricominciare tutto da capo e non voleva, non voleva stare male di nuovo.
Parlando di Greta, aveva riallacciato i rapporti con lei, ma non si fidava ne ancora. Insomma, voleva che jessica fosse ancora con lei, che Genn non l'avesse lasciata nel momento del bisogno e che tutto ritornasse normale, come una volta, ma poi si mise a ridere. Quando mai la sua vita è stata normale?

Ed eccoci qui con il sequel di people don't change.
Spero davvero che vi piaccia anche perché ci saranno molte sorprese.
Votate e commentate.
Il capitolo 1 arriverà a breve...

People don't change 2||gennaro raiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora