CAPITOLO 11

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Alcolici sparsi per tutta casa.
Bustine bianche sparse per tutta casa.
Siringhe sparse per tutta casa.
-oh mio dio- disse spaventata, molto spaventata.
-no, no, no- urlò Genn che iniziò a buttare per terra tutta la roba.
Continuava ad urlare e ad Emily iniziarono a lacrimarle gli occhi.
-smettila- urlò lei piangendo, ma lui non l'ascoltava. Urlava sempre più forte
-dannazione, ti ho detto di smetterla- lo prese per un braccio, facendolo allontanare.
Gennaro si accasciò per terra ed iniziò a piangere
-io non volevo- disse lui
-perché me l'hai nascosto. Perché Gennaro?- chiese ormai in lacrime Emily
-perché era tutto così difficile. Ti ho allontanata per così tanto tempo e quando ti sei riavvicinata a me, non volevo perderti nuovamente. Quindi ti ho raccontato quella storia su mia madre, che in parte è vera. Io ti amo Emily, ti amo così tanto- disse alzando lo sguardo su di lei
Emily si mise una mano tra i capelli sospirando.
-da quanto va avanti tutto questo?-
-da quando sono tornato qui a Londra, non avevo più nessuno, solo Alex che mi ha aiutato. E io invece di ricambiare ho solo peggiorato le cose. Non volevo finisse così, non volevo che tu lo scoprissi- disse piangendo sempre di più
-io Emily ti amo...i-io- Emily non gli lasciò finire la frase
-alzati le maniche- disse lei. Genn l'ascoltò e ogni secondo che passava, Emily era sempre più sconvolta. Genn alzò la manica sinistra e Emily notò che sull'avambraccio c'erano tre buchi tutti vicini. Emily iniziò a toccarli e Genn continuava a piangere.
-non voglio perderti di nuovo Emily. Farei di tutto per riaverti. Mi impegnerò a smettere se tu lo vorrai- si avvicinò a lei, mettendole le mani sui fianchi. Emily lo guardò.
-io voglio davvero smettere. Ora che Calum è morto, sarà tutto più facile per noi- la supplicò Genn.
Ormai non credeva più a quello che diceva.
-sarai disposta ad aiutarmi, a perdonarmi?- chiese lui speranzoso.
Lei non era preparata a tutto questo.
Tolse le mani di genn dai suoi fianchi e uscì di casa sbattendo la porta e iniziò a correre piangendo, mentre sentiva in lontananza colui che le aveva mentito così tante volte, urlare disperato.
Era lì seduto, nella stessa posizione in cui lei lo aveva lasciato.
Si sentiva male.
L'aveva persa, una volta per tutte e non poteva accettarlo, non riusciva accettarlo.
Lei era come ossigeno per lui.
Lei era più importante della sua stessa vita.
Ma ora l'aveva persa.
L'aveva lasciata andare e forse era meglio così, lei non doveva soffrire ancora per colpa sua. Non si sentiva per niente bene perché oggi non era riuscito a prendere la sua dose di eroina.
Si guardò in torno, in cerca di una bustina di eroina, le mani gli tremavano e non ce la faceva davvero più, doveva sbrigarsi.
Prese l'eroina, la mise su un cucchiaio che aveva trovato sempre per terra, la riscaldò con l'accendino e con un po' d'acqua l'aiuto a sciogliersi.
Stava impazzendo.
Prese la siringa e si piantò l'ago nella vena dell'avambraccio. Lo sapeva, lui lo sapeva che sarebbe morto prima o poi, le sue vene chiedevano pietà.
Ma non poté più pensare a nulla perché si ritrovò catapultato in un altro mondo, un mondo senza sofferenza, dove lui stava bene perché si sentiva così leggero. In poco tempo si addormentò, sempre nella stessa posizione.
Erano le 21:00 quando Emily si ritrovò davanti a casa sua. Vide Hanna davanti alla sua porta e subito dopo, una macchina parcheggiò sempre davanti a casa sua, era Luke. Si sentiva male, pensava che sarebbe svenuta prima o poi e infatti fu così, svenne procurando un lieve rumore che però, Luke ed Hanna avevano sentito.
Preoccupati, la portarono in casa e la stesero sul divano.
Entrambi notarono quanto fosse pallido il suo viso, quanto fossero rossi gli occhi.
Il trucco era sbavato.
Capirono entrambi che Genn fosse il problema.
-secondo te cosa le è successo?- chiese Hanna
-è sconvolta. Credo abbia scoperto qualcosa di veramente brutto e credo che sappiamo entrambi chi sia la persona- disse Luke. Hanna annuì.
Luke notò lo sguardo preoccupato di Hanna e la capì, anche lui era nella stessa condizione. Mise una mano sopra quella di Hanna e le sorrise.
Hanna lo guardò sorpresa. Arrossì di colpo, non se l'aspettava e in più delle emozioni strane le invasero il corpo.
-andrà tutto bene- disse ancora Luke consolandola
-grazie- disse Hanna sorridendogli. Il biondo ricambiò e la ragazza si sentì mancare l'aria, quel sorriso era così fottutamente illegale, pensò.
Distolse lo sguardo, si sentiva troppo stupida e continuò a guardare Emily, ma lo sentì, lo sentì quel ghigno che le fece mandare nuovamente le guance a fuoco...
Passò un'oretta ed Emily non si era ancora svegliata.
-mi sto seriamente preoccupando- disse Hanna. Il telefono di Emily iniziò a squillare, era Ashton.
Luke rispose
-Emily si può sapere dove cazzo sei?- urlò Ashton
-non sono Emily-
-luke?- chiese Ashton
-si. Senti, Emily non può venire stasera a lavorare- disse Luke
-è già mancata troppe volte-
-lo so, ma stasera non può proprio-
-dammi una scusa plausibile- disse sospirando Ashton
-è svenuta-
-che cosa?- chiese Ashton
-Luke, Luke, si è svegliata- urlò Hanna
-ti devo lasciare Ashton- attaccò la chiamata e si diresse verso Emily
-dio santo, come stai?- chiese Hanna
-bene, credo- rispose lei
-che ti fa male?- chiese questa volta Luke. Emily si mise seduta sul divano e si mise una mano sulla testa
-sto bene- mentì lei
-farò finta di crederti, ora mi dici che ti è successo?- chiese Luke
-è tutto vero-
-che cosa?-
-è vero che Genn si droga e anche Alex, credo- Luke ed Hanna si guardarono con occhi sbarrati
-non ci posso credere- disse la mora
-non dirlo a me- disse Emily
-che pensi di fare?- chiese ancora lei
-non lo so, forse è meglio che lasci stare tutto, è meglio che mi trasferisca in un posto lontano, così, forse, sarò tranquilla-
-no- disse Luke. Emily ed Hanna lo guardarono
-non puoi lasciarti andare in questo modo. Sei l'unica capace ancora di ragionare Emily-
-non posso continuare a vivere in questo modo- disse Emily
-è la tua vita, non puoi scappare- disse Luke
-sono semplicemente stanca di tutto ciò-
-lo so, lo vediamo. Tu lo ami ancora?- Emily lo guardò negli occhi
-così tanto- rispose. Luke sorrise
-bene, allora devi aiutarlo ad uscirne perché l'unica persona che vuole accanto sei tu-
-non credo di riuscirci, non sopporterei vederlo stare male. È una cosa troppo grande per me-
-ti chiedo solo di pensarci, se tu lo ami, non lo lascerai andare così facilmente-
-sono stata troppe volte male per colpa sua, non voglio che questo accada ancora-
-lo so e non meriti che lui non ti faccia ancora del male, come lui non merita una persona come te affianco a lui. Ma vuoi davvero che si rovini la vita? Vuoi davvero che muoia nel suo letto con una siringa nella vena? Vuoi davvero tutto questo?-
-non dirlo neanche per scherzo-
-e allora aiutalo, aiutalo ad uscirne. Te l'ho detto, ti chiedo solo di provarci, non di riuscirci. Se vedi che ne stai uscendo più distrutta tu, che lui, allora fermati e lascia andare tutto- Luke era così serio e preoccupato ed Emily sorrise, finalmente qualcuno che le voleva bene.
-voi mi starete vicini vero?- chiese Emily
-si- dissero Luke e Hanna insieme.
Si abbracciarono.
-ora noi è meglio se andiamo- disse Luke
-d'accordo, ci vediamo- chiuse la porta.
Prese il telefono e andò sulla chat di Genn
-domani sono da te- sospirò, lei ce la doveva fare
Hanna e Luke uscirono dal cancello di Emily.
-pensavo andasse diversamente la serata- disse Hanna
-Ehi, non è ancora finita- sorrise Luke
-stai scherzando? Sono le due di notte-
-di a tua mamma che dormi da Emily-
-ehm...non ce n'è bisogno- rispose lei abbassando lo sguardo
-che succede?- chiese lui, notando che Hanna era improvvisamente tornata triste
-nulla, andiamo?- chiese lei sorridendo, ma lui l'aveva capito che quel sorriso era il più falso del mondo.
Salirono in macchina e dopo circa quindici minuti, arrivarono.
Durante il tragitto in macchina non parlarono.
-dobbiamo saltare, ce la fai?- chiese Luke guardando la ringhiera davanti a se
-ci provo-
Luke con un leggero salto, riuscì subito a superare la ringhiera.
-salta, ti prendo io- disse Luke. La ragazza annuì e quando superò la ringhiera, si ritrovò due braccia a circondarle i fianchi.
Quella vicinanza le faceva mancare l'ossigeno, arrossì e questo Luke lo notò.
-arrossisci così spesso- disse sfiorandole la guancia. A quel contatto era sicura di essere diventata rossa, quanto i capelli di Emily.
-i-io...purtroppo non lo posso controllare- disse balbettando. Odiava così tanto la sua timidezza
-ma io non ho detto che è una cosa brutta- disse il biondo sorridendo, facendo spuntare una piccola fossetta sulla guancia destra.
Hanna, involontariamente ci mise il dito dentro e si accorse del gesto che aveva fatto, solo quando sentì la risata del ragazzo.
Tolse il dito e si allontanò da Luke, forse per il troppo imbarazzo o forse perché il suo cuore era diventato troppo debole al suono di quella risata.
-vieni- disse lui ed Hanna annuì. Si sedettero su una panchina e guardarono il lago davanti a loro.
Era tutto così tranquillo, che sembrava quasi surreale.
-sai- disse lei -mi sembravi diverso-
-che vuoi dire?-
-mi sembravi il solito ragazzo senza cuore, a cui delle persone non fregava nulla e invece, ho capito che sei davvero una bella persona-
-ho fatto così tante cose brutte- disse con tristezza il ragazzo e ad Hanna le si spezzava il cuore a vederlo in quelle condizioni
-io non so cosa tu abbia fatto in passato, non ti conosco. Ma ho visto quello che stai facendo per Emily e penso che non tutte le persone ne siano capaci. Sei così sincero e carino. Le stai dando un aiuto incredibile, le stai dimostrando che infondo la vita non è così brutta. Io vorrei ogni giorno qualcuno che mi dicesse che mi vuole bene, che nonostante tutto e tutti, lui o lei ci sarà. Ma non ho questa fortuna- disse con un sorriso malinconico
-ripeto, io non so cosa tu abbia fatto di male, ma so quello che stai facendo di bello e ti posso assicurare che non è per nulla scontato- terminò Hanna, che solo in quel momento alzò lo sguardo per guardare il ragazzo di fianco a se
-wow- disse lui. Hanna lo guardò confusa
-come fai?- chiese lui
-continuo a non capire-
-come fai a capire così velocemente le persone?-
Hanna alzò le spalle
-mi piace osservare-
-mh...la prossima volta mi dovrai raccontare un po' di cose di te, ma ora è meglio andare.
Luke accompagnò a casa Hanna e quest'ultima, quando rientrò in casa sorrise, sarebbe uscita nuovamente con lui.
Ma subito dopo perse il sorriso "la prossima volta mi dovrai raccontare un po' di cose di te" le disse lui e lei non voleva, non voleva raccontare nulla della sua vita.

BOOM
SE SIETE SCONVOLTE, LO POSSO CAPIRE, È UNA COSA FORTE, LA DROGA. MA VOLEVO DIRVI CHE MI STO INFORMANDO SU QUESTE COSE PERCHÉ NON VOGLIO SCRIVERE DELLE CAZZATE.
DETTO QUESTO, SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO. SE SÌ, COMMENTATE E VOTATE, COSÌ CHE CONTINUI.
Ps: Luke ed Hanna sono troppo carini😍

People don't change 2||gennaro raiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora