Daryl Dixon...
Quel nome sembrò rimbombargli nella testa come il rumore dei passi di qualcuno che camminava in un corridoio lungo e vuoto.
Si mise entrambe le mani sugli occhi, rimuginando in continuazione.
Tre mesi.
Tre fottutissimi mesi passati a subire le sue angherie quasi ogni giorno.
Poteva affermare vivamente di aver vissuto sulla sua pelle le "torture" e i dispetti più disparati: dal più semplice e "innocuo", come quello di forzare il suo armadietto a scuola per far cadere tutte le sue cose o infilarci dentro oggetti a dir poco "originali" e osceni (una volta trovò persino un preservativo usato affiancato da delle manette sexy e un bigliettino. Shane lo aveva preso e lo aveva letto ad alta voce, facendo girare verso di loro una buona parte degli altri studenti... il tutto osservato dagli sguardi divertiti di Daryl e la sua combriccola, colpevoli dello scherzo) a quelli più "pesanti", costringendo Rick a fare ciò che lui voleva.
Il più traumatico era stato quando Dixon si era rinchiuso assieme a lui nello sgabuzzino e poi gli aveva porto un coltellino dicendogli di farsi del male in modo lento, intimandogli di non urlare.
Cercò di resistere il più possibile, guadagnandosi vari pugni nello stomaco per la sua negligenza, mettendolo in ginocchio dal dolore, fino a quando non arrivò il bidello per prendere lo scopettone.
Fortunatamente, per Rick, pensò male e, nonostante le minacce di andare davanti al Preside, non lo ringraziò mai abbastanza per averlo salvato da quella situazione.
Se da una parte, però, era stata una fortuna, dall'altra diventò una cosa insostenibile dopo quell'evento.
Daryl era diventato ogni giorno sempre più sadico, devastandolo nell'animo.
Non uscì più con i suoi affetti se non obbligato a calci da Shane o subendo tutti i discorsi su quanto gli amici fossero importanti che Glenn ogni volta gli rifilava con l'aiuto di Meggie; gli passò totalmente la voglia di andare a scuola e, come se non bastasse, non disse nulla persino ai suoi genitori.
Stette zitto, chiudendosi pian piano in sé stesso ed "alimentando" quella prigione di omertà che si era creata attorno a lui.
Più volte Shane (l'unico che conosceva la sua situazione) cercò di convincerlo a "confessare" tutto per farla pagare al suo aguzzino.
Ma Rick non gli diede mai ascolto, terrorizzato dall'idea che qualcuno della compagnia del Dixon o suo fratello Merle potesse vendicarlo, scatenandosi sulla sua famiglia.
Aveva represso tutto: la rabbia, la sincerità e tutte quei valori e difetti che gli appartenevano e che lo rendevano ciò che era.
Voleva solamente urlare e buttare fuori tutto quello che aveva.
Si alzò pigramente dal letto per poi dirigersi nel bagno antistante, guardando la sua immagine riflessa nello specchio.
Guardò le profonde occhiaie che segnavano i suoi occhi azzurri, mentre un cenno di barba sul suo volto lo rendeva più vecchio di quel che era.
Aveva solamente diciassette anni e sembrava un trentenne depresso.
Cristo, sono uno straccio.
Una morsa d'ansia cominciò ad opprimergli il petto appena cominciò a pensare alla lunga giornata che lo avrebbe aspettato.
Come se non bastasse, quel giorno aveva pure il tempo pieno.
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Centuries
Hayran KurguRick Grimes non era niente di speciale. Lui era solamente un ragazzo alle prese con i tipici problemi adolescenziali: la scuola, le uscite improvvisate con gli amici, i primi amori, le incomprensioni... Non aveva niente che non andava. Eppure... ave...