Capitolo 14

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«Eccoli laggiù» mi urlò nell'orecchio Tyler, per sovrastare il rumore della musica, riferendosi a Scott e Drew. Ci trovavamo in un'immensa stanza del campus in cui i ragazzi organizzavano delle feste strabilianti, o almeno così mi aveva raccontato Tyler.

Erano le undici e mezzo ed eravamo appena arrivati, e stavamo cercando di raggiungere gli amici di Tyler, anche se mi era un po' difficile nell'abito che il mio ragazzo aveva insistito che indossassi: un vestito nero che mi copriva metà coscia e ai piedi sfoggiavo dei tacchi vertiginosi. Ero più che consapevole che avrei fatto la figura dell'idiota poiché non ci sapevo camminare, persino Tyler si era messo a ridere quando, nella sua stanza, me le ero messe ai piedi e avevo cominciato a camminarci. Mi facevano già male i piedi! Però avrei potuto sopportare il dolore perché la mia mente era ferma su un altro pensiero, in altre parole il fatto che, insieme a Scott e ad altri ragazzi che non conoscevo, c'era pure Emily. Quella ragazza mi sta dando il tormento! pensai tra me e me.

Tyler, però, non sembrò dare peso alla cosa; infatti mi presentò subito tutti i ragazzi e le due ragazze che non avevo ancora avuto il modo di conoscere. Dopo le presentazioni, decisi di andare a prendere qualcosa per rinfrescarmi la bocca. Una volta che mi fui addentrata nella cucina della stanza notai subito una ragazza che mi sembrava avesse un volto familiare e subito dopo mi ricordai che era Savannah, una delle amichette di Emily anche se, al contrario suo, Savannah sembrava proprio una brava ragazza, con voti eccellenti in tutti gli esami e dall'aspetto innocuo.

«Avery! Che ci fai qui?» mi chiese accogliendomi. In mano teneva una bottiglia quasi vuota di birra, mentre nell'altra teneva il cellulare, intenta a mandare un messaggio a qualcuno.

«Sono venuta a bere qualcosa, si muore di caldo laggiù» le dissi, indicando dove erano seduti Tyler e il suo gruppo.

Vidi che mentre parlavo con lei, Savannah fece un cenno in direzione di Emily e poi prese un bicchiere di plastica pieno fino a metà di una bibita dal colore trasparente. Reggevo abbastanza bene l'alcol e poi mi promisi prima di varcare la soglia della sala che quella sera avrei bevuto solo lo stretto necessario. Appena le mie labbra toccarono l'orlo del bicchiere e la mia testa s'inclinò all'indietro per permettere alla bevanda di bruciarmi la gola sino a tossire, mi sentii subito strana. La stanza cominciò a girarmi intorno e mi fu difficile collocare la mia posizione al suo interno, e poi mi sentii stanca, come se fossi stata sveglia per tre giorni consecutivi e senza mai chiudere gli occhi. M'appoggiai immediatamente al bancone in mezzo alla cucina e mi posai una mano sulla fronte, per cercare di calmarmi, ma mi fu impossibile. Non ebbi idea di quello che stava succedendo e non era un buon segno. Con tutte le forze che mi rimasero andai a cercare Tyler, mentre qualcuno si lamentava perché gli ero andata a sbattere contro. Dopo quella che mi parve un'eternità raggiunsi Tyler, che stava cercando di respingere Emily, intenta a sedersi sulle sue ginocchia. Appena il mio ragazzo mi vide, la sua faccia passò da divertita a preoccupata, molto preoccupata.

«Piccola, tutto bene?» mi bisbigliò all'orecchio, mentre cercava di farmi collocare sulle sue gambe, per poi mettermi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, carezzandomi il collo delicatamente.

Solo per curiosità, diedi una sbirciatina alla faccia di Emily, la quale parve molto irritata e arrabbiata al tempo stesso. Mi scappò una risata che non riuscii a trattenere.

«Perché me lo chiedi?» gli domandai con voce cantilenante, presa dal sonno.

«Sembri... non so... stanca» riuscì a dire dopo avermi guardata per bene degli occhi. Non so cosa ci abbia visto perché vedevo tutto appannato.

Fool for you [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora