Capitolo 25

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Canzoni per il capitolo:

Tiziano Ferro - Ti scatterò una foto

Shawn Mendes - Never be alone

 Aprii gli occhi, le tende erano scostate e la luce dei raggi solari filtrava dalla finestra e puntava dritto alla mia faccia. Mi girai sul fianco opposto a quello su cui avevo dormito quelle poche ore che ero riuscita a chiudere occhio in cerca di Tyler, che non trovai. Lì su due piedi mi preoccupai, ma ero consapevole che era un tipo mattiniero, quindi sapevo già dove trovarlo. Mi guardai addosso e mi resi conto di indossare una maglietta del mio ragazzo, così la annusai, riconoscendo il profumo di menta che ormai era diventato familiare per il mio olfatto, poi guardai il braccialetto che tenevo al polso, giocherellai un po' con la lettera T e solo dopo trovai la forza di alzarmi da quel morbido materasso.

Per prima cosa feci tappa in bagno, dandomi una sistemata ai capelli, perché sembravo un cane dopo avergli asciugato il pelo, poi mi lavai i denti e, salterellando dalla felicità che avevo faticato tanto a trovare, scesi le scale; ma mi bloccai subito nel sentire due voci ben distinte chiacchierare fittamente: erano di mia madre e di Tyler.

«La tua famiglia vive a Washington?» gli chiese mamma con la sua voce stranamente non impastata dal sonno, masticando quello che mi sembrava un croissant ripieno di crema alla nocciola da quello che riuscii a vedere.

«Esattamente, proprio vicino all'università» le rispose disinvolto Tyler, bevendo un sorso dalla tazza fumante che aveva in mano.

«I tuoi genitori stanno ancora insieme, immagino.»

«Mio padre ci ha abbandonati quando ero ancora un bambino, quindi mia madre ha dovuto mi crescere sola con quel poco che aveva. Era sempre fuori per lavoro e io e mio fratello Colton, nato dal secondo marito di mamma, non andavamo per niente d'accordo. D'altro canto siamo ancora in cattivi rapporti, soprattutto da quando sono venuto a sapere di una cosa veramente orrenda, anche se non mi hanno detto precisamente di cosa si trattasse. Non appena ha raggiunto l'età giusta per cominciare a lavorare e andare a vivere da solo non ha perso l'occasione. E poi continuava a ripetere che era, in un certo senso, geloso di me, che io ho sempre ricevuto ciò che chiedevo e lui no, che io sono sempre stato servito e riverito, al contrario di lui, a quanto pare» spiegò Tyler, con una nota di disprezzo nella voce.

Un pensiero si fece strada dentro di me, ma lo scacciai subito, non era il momento di rovinare tutto, soprattutto adesso che sapevo qualcosa in più su quello che aveva passato e dei suoi rapporti con il fratello.

«Capisco, anch'io e mio fratello Richard eravamo così da piccoli, ma col tempo risolverete tutto, come abbiamo fatto noi» lo rassicurò.

«Lo spero» disse speranzoso.

«Posso chiederti che cosa hai intenzione di fare con Avery?» gli domandò la mamma. La maledissi mentalmente, mentre la mia mano era già arrivata alla mia fronte dalla disperazione.

«Alison, ti dico solo che la amo da impazzire, sono pazzo di lei. Questo dovrebbe toglierti un bel po' di dubbi» la rassicurò. Mi si scaldò il cuore, di nuovo, nel sentirlo parlare così.

«Sì lo so, scusami se te l'ho chiesto di nuovo, ma non so se ti ha parlato di quello che le è successo con un certo ragazzo...»

«Abbiamo deciso di prenderci tutto il tempo che ci serve per raccontarci delle nostre vite passate, e ho capito sin da subito che Avery non ne ha avuto una facile, come me in fin dei conti, ma mi fido di lei e so che andrà tutto bene» la rincuorò in quel modo Tyler.

Fool for you [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora