Capitolo 8

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Il giorno dopo la sbronza. La testa pesante, gli occhi gonfi, sapore schifoso in bocca e come se non bastasse ho il cuore a pezzi. Guardo il piatto pieno davanti la mia faccia, rigirando la forchetta all'interno. Tutti parlano tra loro allegramente, nessuno si accorge della mia "assenza" mentale o nessuno è interessato a fare domande. -scusate, ma non ho fame- dico alzandomi dalla sedia
-aspetta devo dirti una cosa- dimmi- mi fermo vicino la sedia ma non ho nessun intenzione di sedermi nuovamente. -vostro padre verrà a prendervi venerdì pomeriggio per il week-end.- direi proprio fantastico. Mattias è felice, invece a me è tornato l'urto del vomito e faccio a malapena in tempo ad arrivare in bagno che inizio a vomitare. -che giornata di merda- ammetto guardandomi allo specchio.
Torno a letto, oggi di uscire non se ne parla proprio. Metto modalità aerea al telefono in modo che nessuno possa disturbarmi e mi limito a mettere le cuffie nelle orecchie e prendendo un libro, perdendomi totalmente nel mio mondo.

"Gli ho dato il cuore e lui lo ha preso soltanto per stritolarlo a morte e scagliarmelo sulla faccia.. Gli esseri umani sentono con il cuore, Ellen, e poiché lui il mio lo ha distrutto, non posso più provare alcun sentimento nei suoi riguardi; né vorrei provarlo, nemmeno se lo vedessi gemente a patire da questo momento fino al giorno in cui morirà, e anche se versasse lacrime di sangue per Catherine!"
Fanculo anche a cime tempestose. Lancio il libro contro la porta.
-che diavolo succede qui?!- entra nonna incazzata nella stanza
-nulla- rispondo secca
-perché non esci a fare una passeggiata? Non vorrai mica fare la muffa qui dentro e visto che ci sei porta anche tuo fratello, ne ha bisogno- forse è una buona idea
-d' accordo, di a mattias che tra mezz ora usciamo- annuisce ed esca dalla camera.
Faccio una bella doccia rilassante, poi indosso un jeans, una felpa e le converse, faccio una bella coda ai capelli e scendo giù.
-andiamo?- chiamo mio fratello che lascia tutto e mi segue.
Camminiamo per un pò e ci fermiamo in un bar a prendere un gelato.
-cavolo veronica che fine hai fatto?- mi giro e trovo karma
-Ehi- proprio oggi che non volevo vedere nessuno
-ti ho chiamato molte volte per non parlare di tutti i messaggi inviati, che succede?-
-nulla, tranquilla, non avevo voglia di sentire nessuno tutto qui-
-ne sei sicura?-
-perché non dovrei?- faccio la vaga
-ciao mattias, tutto bene?- chiede al mio fratellino
-no!-
-ah wow, ti andrebbe di venire a giocare con le mie sorelline?-
-non gioco con le femminucce- grida alzandosi e scappando via.
-scusami- dico a karma e inizio a seguirlo.
-mattias fermo!- grido ma lui continua a camminare.
Lo rincorro e inizia a correre anche lui arrivando vicino al bosco.
-mattias fermati, non entrare lì- lo prego ma non mi da retta e si inoltra nel bosco.
Inizio a correre più forte e quando lo raggiungo è in lacrime.
-che succede?- gli dico abbracciandolo
-c'era un lupo, un lupo cattivo, pensavo volesse aggredirmi, L ho visto dritto nei suoi occhi verdi, ho avuto tanta paura.- inizia a singhiozzare e mi soffermo sulle parole "occhi" e "verdi", è lo stesso lupo che mi ha salvata L altra volta.
-non credo volesse farti del male, tranquillo torniamo a casa-
Lo prendo sulle spalle e torniamo a casa, sono un pò preoccupata ma cerco di non mostrarlo per non spaventare ulteriormente il mio fratellino.

-nonna, nonna- urla mattias entrando in casa
-cosa succede?- corre nonna
-un grosso lupo ci ha attaccate, ho avuto tanta paura- io guardo impassibile e mia nonna diventata bianca davanti la paura lupo.
-nonna che succede?- intervengo io
-nulla, dai venite che è pronta la cena- tutto questo è completamente strano...                                                 Per tutta la cena cerco di avere un contatto visivo con nonna che mi evita in modo evidente. Non riesco ancora a capire l'intera situazione. La curiosità è più forte di me e se nessuno vuole darmi delle risposte vorrà dire che le troverò da sola.                                                                                                                                -dove stai andando?- urla mia madre vedendomi abbandonare la tavola senza proferire parola.              -vado in camera mia, è stata una giornata stressante- mento  e invece di andare in camera mi avvicino al vecchio ufficio del nonno.                                                                                                                                                         -merda!- impreco testando che la porta è chiusa a chiave. Ci rifletto su e mi ricordo che nonno nascondeva sempre un paio di chiavi in un libro, ma quale?                                                                                           corro in camera  mia e inizio a controllare tutti i libri, ma niente. Metto le mani tra i capelli nervosa, quando un lampo di genio mi colpisce. Un unico libro era rimasto, il bestiario. Lo prendo con cautela e lo scuoto.Anche qui niente, lo sbatto a terra e qualcosa fa rumore. Riprendo il libro e lo scuoto, nella copertina c'è qualcosa. La strappo senza pensarci e finalmente trovo la chiave.

Capitolo corto lo so, ma i prossimi saranno molto interessanti, per quanto riguarda Jake e il piccolo Mattias. Commentate e votate per il prossimo aggiornamento. Passate sul profilo di RamonaBruno per storie interessanti. Un bacio.

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