Capitolo 17

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Accarezzo dolcemente la schiena di Mattias che dorme tra le mie braccia. Da quando è tornato da casa di Tom è molto strano.
Mi sento in colpa per averlo lasciato lì con quello stronzo ed essermene andata, a volte il mio orgoglio è talmente forte che reagisco senza pensarci.

Mi sveglio e capisco di aver preso sonno nel letto con Mattias. Guardo l'orario e sono le 6 del mattino. Non vale più la pena dormire, così decido di andare a fare una corsetta e poi tornare per prepararmi per la scuola.
L'aria fuori è gelida, passano pochissime macchine e c'è ancora della nebbia fastidiosa. Mi stringo nella mia giacca per il freddo  e inizio a correre con le cuffie nelle orecchie.

Al ritorno trovo la solita vicina di casa invadente che mi osserva dalla finestra, un giorno le chiederò che diavolo di problema mentale ha, per il momento le faccio un sorriso falso salutandola con la mano ed entro in casa.
Mi butto nella doccia e lascio scorrere l'acqua sul mio corpo per un pò di minuti prima di iniziare ad insaponarmi.
Oggi visto che ho tempo voglio sistemarmi un pò e sembrare quasi decente a scuola.
Metto dei jeans a vita alta che mi fanno un bel sedere e una maglietta a righe blu e bianca infilata dentro, con le converse bianche sotto. Metto un pò di eye-liner, mascara e un lip gloss chiaro e passo la piastra ai capelli.
Alla fine mi guardo allo specchio e mi vedo bene. Ho l'aria rilassata e mi sento tranquilla per affrontare un'altra giornata scolastica. Ma sarà ancora così dopo aver visto Jake?
Cerco di cacciare via il constante pensiero di lui e mi incammino a scuola a piedi.
Improvvisamente mi ricordo che oggi si consegna il disegno di arte e io sono a zero, dovrò trovare qualche scusa.

A causa del maltempo a scuola ci sono due ore di buca, così invece di stare con gli altri, né approfitto e decido di andare in aula di arte per fare il famoso disegno evitando stupide scuse.
Resto a lungo ad osservare la tela bianca davanti ai miei occhi, così li chiudo.
Le uniche cose a cui riesco a pensare sono Jake e il lupo. La mia immaginazione ultimamente fa schifo eppure sento che qualcosa dentro voglia emergere.
Ecco è così che mi sento. Sento come un blocco dentro che vuole uscire, sento un desiderio di libertà in questo posto da schifo!
Prendo una matita e inizio a disegnare.
Una ragazza sul letto, con una gabbia sul petto e un uccello che esce da essa. Solo io posso realmente capire il significato di questo dipinto e sinceramente non ho nemmeno tanto voglia di raccontarlo alla classe.
Voglio essere libera, indipendente, anzi voglio solo essere me stessa a pieno senza freni!
Non sono più la stessa da quando sono arrivata qui e sinceramente ne sono entusiasta, devo solo lasciare andare ciò che mi fa male, tutto qui...

Finalmente dopo lunghe ore di lezione, arriva l'ultima, quella di arte e sono rilassata e soddisfatta per il mio dipinto. Mi reco nell'aula e mi arriva una chiamata da nonna.
-nonna che succede?- non mi chiama mai se non per urgenze
-tuo fratello Mattias è scappato, mi hanno chiamata dalla sua scuola e non è mai entrato, torna a casa non riusciamo a trovarlo!- il mio cuore smette di battere per un secondo
-arrivo- dico chiudendo il telefono e scappando verso casa.

Arrivo a casa e mia madre è fuori con il suo capo al telefono che fa avanti e dietro per la strada.
-mamma dove diavolo è Mattias!- sono preoccupatissima
-non lo so, l'ho lasciato davanti a scuola, ha detto che prima di entrare sarebbe andato dai suoi amici e dopo hanno chiamato a casa e io mi sento terribilmente in colpa ora! Dov'è il mio bambino!- mamma è in lacrime e l'abbraccio cercando di calmarla.
-avete chiamato la polizia?- domando
-hanno detto che per dichiarare una persona scomparsa e iniziare le ricerche devono passare 48 ore! Che diavolo di stronzata è questa! Dovrei stare ferma qui per due giorni e mio figlio chissà dov'è?-  la rabbia cresce sempre di più davanti a certe affermazioni
-mamma ora calmati, lo troveremo, dobbiamo solo dividerci e cercarlo!- mia madre annuisce ed entrò in casa a darmi una sistemata e cercare di chiamare qualcuno per avere notizie di mio fratello. La prima persona che chiamo è papà, forse si è recato li.
-papà- risponde dopo tre chiamate e l'ansia è ancora più forte
-tesoro al momento sono impegnato- sempre il solito che non mi fa parlare
-papà è urgente-
-anche questo, sono a lavoro!- inizia ad innervosirsi, non riusciamo mai ad avere una conversazione serena
-tuo figlio Mattias è scappato e non riusciamo a trovarlo!- urlo con rabbia
-cosa? Sarà di certo in giro da qualche parte, conosco Mattias non farebbe mai una cosa del genere, state tranquille, tra poco sarà lì, ne sono sicuro- non se ne frega niente
-sei proprio uno stronzo- dico con disprezzo chiudendoli il telefono in faccia.
Mamma, il suo capo e nonna  sono già uscite da tempo a cercare Mattias in zona, mentre io prendo la giacca e mi avvio a piedi.
Quando esco da casa, trovo Jake venire verso di me con un dipinto in mano, il mio dipinto.
-ehi! Ti ho riportato il tuo dipinto, ti ho vista scappare dall'aula di arte e te l'ho riportato- mi dice imbarazzato sicuramente per ciò che è successo ieri.
-grazie, ora vado di fretta ciao- sbotto passandogli davanti e strappando il mio dipinto dalla sua mano lanciandolo nel giardino
-tutto bene? Ti vedo nervosa- inizia a seguirmi
-mio fratello è scappato, sto andando a cercarlo- rimane bloccato per qualche secondo
-non farai molta strada a piedi, vieni ti aiuto a cercarlo- dice aprendo la macchina. Ci penso su, non voglio passare del tempo con lui, ma è una cosa importante così prendo e salgo in macchina.

-dove credi possa essere andato?- chiede Jake dopo aver girato per la maggior parte delle strade di Beacon.
-non lo so, anzi aspetta! Ieri mi ha parlato di alcuni cuccioli, che avrebbe tanto voluto averne uno.- ora le cose si fanno chiare
-sarà sicuramente andato lì, ricordi il posto?- inizio a pensarci
-no cavolo! Ricordo che è in un paesino vicino Boston, niente di più!- mi sento così stupida e inutile al momento
-se gli fosse successo qualcosa non me lo perdonerei mai- continuo iniziando a piangere
Jake mi guarda per un secondo e mi asciuga le lacrime sulle guance.
-non è successo nulla, sta tranquilla- mi rassicura
-facciamo così, per arrivare a Boston avrà sicuramente preso il treno o un autobus, quindi adesso tu vai a controllare orari e tutto ciò che è utile e io vado con la macchina-
-no! Io vengo con te!- sbatto una mano sul cruscotto
-non iniziare a fare la bambina! Siamo inutili entrambi in auto! Fai ciò che ti ho detto-
-ok- dico abbassando la testa
-hai qualcosa di suo?- mi chiede e sono confusa
-a che ti serve?- domando
-non è importante , ora rispondi-
-no di qui no-
-allora passiamo da casa tua, ti lascio lì e tu mi dai una sua giacca, in caso avesse freddo quando lo ritroviamo-
-va bene Jake e grazie- mi calmo
-di nulla-

Quando arrivo a casa lascio una giacca di Mattias a Jake e corro alla stazione degli autobus a controllare gli orari delle partenze per Boston, mandando poi la foto degli orari a Jake. Nel frattempo mia madre è tornata a casa e le ho detto di rimanere qui in caso tornasse e che io e Jake ce ne stavamo occupando.
Poi inizio a camminare per la stazione. Si è fatto buio, sono le 8 passate e l'aria si è raffreddata parecchio. Quando sto per mandare la foto a Jake degli orari, mi appare la sua foto sul telefono per avvisarmi della sua chiamata.
-Jake- rispondo speranzosa
-l'ho trovato, stiamo tornando a casa- sorrido e inizio a correre verso casa
Quando arrivo la macchina di Jake è fuori ed entrò correndo dentro.
-Mattias- urlo abbracciandolo e inizio di nuovo a piangere
-sorellina- ricambia l'abbraccio lui. Gli accarezzo le guance, sono così fredde.
-stai congelando, vai vicino al fuoco- gli dico
Mamma si avvicina a lui e inizia a parlargli, nel frattempo vedo Jake uscire  dalla porta.
-Jake aspetta- richiamo la sua attenzione
-dimmi- dice girandosi
-grazie- dico abbracciandolo
-non preoccuparti non è niente-
-invece è tanto! Tu ci sei sempre quando ho bisogno e mi salvi da qualsiasi situazione di merda in cui mi trovo! Mi sento così inutile davanti a te- ricomincio a piangere
-Ehi non è vero! Non ce l'avrei fatta senza il tuo aiuto, l'ho trovato che aspettava vicino una fermata dell'autobus intento a tornare a casa da Boston, ha avuto molta paura e ora ha bisogno di te, va da lui!- cerca di allontanarmi, dovrei essere abituata a questo suo comportamento
-va bene, allora ciao- dico mettendomi davanti a lui
-ciao- risponde lasciandomi un bacio sulla fronte e tanta confusione.

Finalmente ho finito un altro capitolo! Altro che estate e vacanze! Questo è uno stress! Fatemi sapere come sempre se la storia vi sta piacendo tramite voti e commenti. Tanti baci 😘

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