Capitolo 10*

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Gli occhi di Drake sono fissi nei miei, il suo sguardo è intenso, ed io non riesco a sopportarlo.
I suoi occhi sono qualcosa di spettacolare. Non ho mai visto qualcosa del genere.
Mille sfumature di verde li ricoprono, scure e con diverse tonalità.

Questo mi fa pensare a quanto dolore lui abbia provato.
Stanno gridando, sono urla acute ma sorde, pronunciate da qualcuno che non esiste.

Infondo provare dolore è una sensazione naturale, umana. Tante sono le persone che lo subiscono, ed altrettante imparano qualcosa provandolo.

Ma vederlo in una persona come lui, così forte e determinata all'apparenza, mi spaventa.

Mi domando se anch'io trasmetto qualcosa attraverso lo sguardo.
Dalla sua espressione, credo proprio di si.

"Io...d-devo andare a casa..m-mia madre ha b-bisogno di me."

Cerco di non apparire spaventata, e faccio appello a tutto il mio autocontrollo per non esplodere.

"Non dire bugie. Tua madre non è in casa."

Sbarro gli occhi ascoltando le sue parole, non è possibile, come fa a saperlo?

"Ma tu.."

Fa un gesto con la mano intimandomi a tacere, ma lo ignoro.

"Non è importante, Baily. Ora rientriamo che qui fuori si gela"

Il suo petto si alza e si abbassa velocemente, ciò mi porta a pensare che stia cercando di mantenere la calma.

"Io faccio come mi pare. Non ho bisogno di qualcuno che mi dica cosa devo fare."

Inspira pesantemente, chiudendo gli occhi per un momento.

Racchiude la mia mano nella sua, per poi guidarmi verso il parcheggio.

"Cosa stai facendo?"
Gli chiedo, strattonando la presa.

"Ti riaccompagno a casa. Da tua madre"
Dice l'ultima frase in modo ironico, non ha retto la scusa.

"Okey..dov'è la tua auto?"
Gli chiedo, osservando l'immensità di auto presenti in questo minuscolo parcheggio.

"Oh, andiamo in moto."

O mio Dio. Vuole uccidermi.

Per non sembrare una deficiente, mi limito a non rispondere. Non me ne intendo di automibili, moto o altro. È già uno sforzo per me saper andare in bicicletta.

Vai anche in bici? Impara prima a camminare senza sembrare un cammello zoppo, su, a piccoli passi.

"Cammino in modo strano?"

Gli chiedo, pentendomi subito della domanda che ho posto.

"Ehm.."
Ride, ed io mi sento andare a fuoco.

"Indossa questo."
Mi porge il casco per poi infilarsi il suo.

Non riesco a chiudere il cinturino, perfetto. Perché devo far sempre figure di merda quando c'è lui?

"Aspetta, faccio io"
Le sue dita mi sfiorano delicatamente il mento, e di conseguenza socchiudo la bocca.

Armeggia con il gancio per poi chiuderlo soddisfatto.

"Ti prego, non andare veloce."
Lo supplico.

Mi siedo dietro di lui, ma attende qualche minuto prima di partire.

"Forza. Metti in moto"
Lo intimo.

"Devi mantenerti. Reggiti a me"

Non muovo nessun muscolo, solo il pensiero di dovermi attaccare a lui come una cozza mi fulmina i neuroni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 26, 2016 ⏰

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