Capitolo 4*

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La pioggia è diminuita gradualmente, ma alcune gocce d'acqua ricadono ancora taglienti su noi. È come se mettessero una sorta di barriera tra i nostri corpi, dividendoli più del dovuto.

Sento ancora un dolore acuto alla caviglia, ma non mi va di pensarci. Non riesco a  concentrarmi su qualcosa che non siano gli occhi del ragazzo di fronte a me.
Vuoti. Scuri. Profondi.
Mi scrutano come se quel verde volesse leggermi dentro, come se volesse scoprire tutto di me.

Cerco di aggrapparmi a qualcosa per sollevarmi, senza perdere il contatto visivo con lo sconosciuto che mi attira così tanto.

Afferro con una mano il ramo di chissà quale albero, mentre con l'altra mi sposto una ciocca di capelli, ormai bagnata fradicia, che mi si era appiccicata sulla fronte.

Lui non parla, ma mi scruta divertito. Inclina leggermente la testa di lato per avere una visione migliore di me.

Che ha tanto da guardare?

Ma se eri tu quella che lo stava ispezionando come se fosse un topo, prima.

"Cosa c'entrano i topi, adesso?"
Domando a voce alta, stizzita.
Quando mi rendo conto delle parole che sono uscite dalle mie labbra, abbasso la testa, cercando di nascondere l'imbarazzo e il rossore che probabilmente si sarà formato sulle mie guance.

Con una mossa decisa, riesco a mettermi in piedi, e mi maledico mentalmente per averlo fatto.
Il mio corpo, confrontato con il suo, è molto più piccolo. Ma non è una cosa che mi incute timore.
Fa un passo in avanti, e quasi come se mi fossi scottata, io ne faccio uno indietro.

Ma la cosa, ovviamente, mi precipita di mano.

Anch'io vorrei precipitare fuori di te, sai. Potresti attrezzarmi con un paracadute.

Penso a quanto sia stupida la mia coscienza, e a quanto lo sia io per fare questi pensieri disumani.

Cos'hai contro la povertà?
Qui dentro non c'è niente, sono costretto a vivere con un'imbecille come te.

Bene, sei anche di sesso maschile?

Se vuoi saperlo, si.

"Dovresti avere anche un nome, quindi."
Ripeto un'altra frase senza senso ad alta voce, perché non collego mai il cervello alla bocca?

Perché non sono un ornitorinco?

Chiudo gli occhi di colpo quando scivolo nuovamente sul terriccio  bagnato dalla pioggia, mentre mi preparo mentalmente ad un'altra caduta.

Trattengo il respiro quando invece, il mio corpo viene a contatto con qualcosa di caldo e confortevole.

Una scossa mi attraversa tutto l'interno, e mi beo di quel colpo rilassante.

Il vento mi scompiglia i capelli, facendomi sentire viva e ribelle, ma allo stesso tempo, mi sento al sicuro.

Nelle braccia di questo sconosciuto?

Riapro gli occhi di colpo quando elaboro ciò che sta succedendo.

Il mio viso è ad una discreta distanza dal suo, e mi perdo ad osservare tutti i particolari del suo volto.

Non mi soffermo di nuovo suoi occhi, troppo insicura da guardarci dentro. Nonostante questo, il suo verde smeraldo mi colpisce molto. Mi salta all'occhio un luccichio proveniente dalle sue labbra, e mi affretto a vedere di cosa si tratta.
Un piccolo anellino incornicia il suo labbro inferiore, che in questo momento, è piegato in un piccolo sorriso. I capelli scuri sono gli ricadono disordinati sulla fronte, ma anch'essi vengono tirati indietro dal vento.
Una mano mi cinge il fondo della mia schiena, mentre l'altra stringe il mio fianco.

È un tocco rude, ciò mi porta a pensare che non abbia rapporti molto dolci con le persone che lo circondano.

"Cosa ci fai qui?"
Mi chiede, poco interessato. Se non mi avesse colpito lo avrei sicuramente risposto, ma il mio coraggio è andato a farsi fottere.

Anch'io vorrei farmi fottere.
Sei ancora vergine, ho bisogno di incoraggiamento, no?

Arrossisco a questo pensiero malato.

Il suo volto non cambia espressione, è sempre annoiato e un po' scocciato.

Io non mi muovo, mi limito a fissare ciò che si trova all'altezza dei miei occhi: le sue labbra.

"Guardami"
Ordina, duro.
La sua bocca si muove seducente mentre parla, anche se l'intenzione era un'altra.

Un po' titubante alzo gli occhi, e trattengo il fiato mentre incontro le sue iridi.

Brillano quando vengono a contatto con le mie, ma poi quella luce si spegne pian piano.
Le sue pupille si dilatano quando mi scruta, e credo che le mie abbiano fatto la stessa cosa.

Lo trovo incredibilmente affascinante.
È uno di quegli incontri che si leggono nei libri.

Un piccolo sorriso mi si schiude sul volto, facendo vacillare un po' la sua sicurezza.

Stringe la presa sul mio fianco, e un piccolo gemito esce involontario dalla mia bocca.

L' ombra di un sorriso si fa strada sulle sue bellissime labbra, mi fa piacere che sia stata io a procurarglielo.

Ci sorridiamo entrambi come due ebeti, mentre la pioggia ricade ancora più forte su di noi.

Entrambi bagnati, isolati dal resto.

Chiudo gli occhi per un attimo, inspirando.

L'odore dell'erba bagnata viene sostituito con una dolce fragranza, e presto l'aria che mi arriva ai polmoni viene sostituito da un'aroma di menta.

"Hai un buon profumo..."
Sussurro, senza pensarci.

Rialzo lo sguardo su di lui, e noto che il suo viso è molto più vicino al mio.

Sento il suo respiro caldo contro il mio,  i miei occhi racchiusi nei suoi.

Un forte calore mi inonda lo stomaco, quando si avvicina ancora di più a me.

"AMORE, cosa stai facendo!?"

Una voce stridula mi fischia nelle orecchie, mentre io e lo sconosciuto ci allontaniamo, voltandoci entrambi verso l'oca che ha parlato

Non credo ai miei occhi.

"Non puoi essere tu..."

Dico tra me e me, ma il ragazzo mi ha sentito.
Mi lancia uno sguardo di compassione, come se sapesse il fastidio che provo.

"Baily, che ci fai tu qui?"

Mi domanda, la bruna avanti a me.

"Potrei farti la stessa domanda."
Ribatto, sicura.

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