«Otto minuti e venti, sei lentissimo! Mio nonno ci mette meno tempo» sbottò Federico controllando il cronometro.
Michael sbuffò ormai sfinito: era la quinta volta che ripeteva il circuito e ogni volta la stanchezza gli faceva impiegare più tempo della volta precedente.
«Non ce la faccio più, sono stanco!» Si lagnò.
Gli occhi del figlio di Ares si strinsero in due fessure.
«Allora farai cinquanta addominali e solo dopo potrai andare a dormire.»
Il riccio mise su un broncio infantile e si distese davanti a lui a pancia in giù per cominciare gli addominali. Federico iniziò a contare dalle prime flessioni, che Michael fece speditamente; dopo le prime sette il riccio rallentò il ritmo e i muscoli delle braccia cominciarono a tremare sotto lo sforzo. Federico lo incitò a continuare e, seppur lentamente, Michael lo fece. Il riccio era concentratissimo e guardava solo il terreno davanti ai suoi occhi, quindi non si accorse di Federico che gli si avvicinava. Crollò al suolo dopo la ventunesima flessione, la fronte e i capelli inzuppati di sudore. Chiuse gli occhi e attese un rimprovero o un insulto da Federico, che però non arrivò. Il tatuato invece si sedette a cavalcioni su di lui e cominciò a baciargli il collo delicatamente. Il riccio aprì gli occhi di scatto e protestò tentando di togliersi il ragazzo di dosso. Ma l'altro era più forte e pesante e ancora una volta lo tenne bloccato al suolo.
«Smettila» gli ordinò incerto Michael.
«Non hai finito le cinquanta flessioni, questa è la tua punizione» ghignò Federico al suo orecchio.
Il riccio emise un lieve lamento di protesta ma lo lasciò fare. Il tatuato allora morse un lembo di pelle del collo di Michael e gli lasciò un succhiotto tanto evidente quanto doloroso.
«Sei pazzo?! Cosa dico a chi vede questo coso?!»
«Per me puoi dirlo che sono stato io» ridacchiò Federico.
«Per me no, invece!» Sbottò esasperato. «Ma quando mi lascerai in pace?!»
«Mai. Voglio divertirmi ancora un po' con te.»
Michael sentì che Federico aveva abbassato la guardia e ne approfittò per alzarsi malamente e far piombare il tatuato con il sedere a terra. Questo fece una smorfia, irritato dalla reazione del riccio.
«Che ti prende?»
«Che mi prende? E me lo chiedi?»
Federico restò in silenzio.
«Per te è tutto un gioco, vero? Ti diverti a stuzzicarmi, a provocarmi, a mettermi con le spalle al muro. Ma non pensi che a me possa dare fastidio questo? Non pensi che io desideri una relazione normale, e non con te, magari? Nessuno ti dà il diritto di comportarti così con me, nessuno! Io non sono il tuo giocattolo, Federico.»
Il riccio si voltò e scappò via ancora una volta sul punto di piangere: ne aveva abbastanza di lui.
Federico non disse nulla: per la prima volta delle semplici parole lo avevano ferito nel profondo, più di quanto potesse fare una lama in battaglia.
∞
Michael si sistemò la sciarpa al collo e bussò alla porta della camerata dei figli di Afrodite. Aveva un po' di timore, che crebbe non appena gli fu aperto da alcuni semidei che lo guardavano straniti.
«Ehm, s-sto cercando la stanza di Andreas» balbettò imbarazzato.
Si sarebbe creata una grossa tensione se non fosse stato per l'unica ragazza gentile che gli rispose sorridente e lo accompagnò alla porta della stanzetta del biondo.
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Heroes
Fanfiction[Crossover: Midez + Percy Jackson] Michael, figlio di Ade, viene portato al Campo Mezzosangue per sfuggire alla furia di Zeus che vuole catturarlo e rinchiuderlo nel Tartaro. Federico, figlio di Ares, non sarà molto contento del nuovo arrivato al Ca...