Il castello delle arai (parte 1)

175 17 8
                                    

I semidei prescelti erano tutti schierati come un battaglione al cospetto di Zeus. Il dio li squadrò uno ad uno con un'aria abbastanza torva e altezzosa. Quando poi si soffermò davanti al figlio di Ade, un sorrisetto beffardo comparve sul suo volto. Michael arrossì e guardò a terra, non riuscendo a tenere a lungo i suoi occhi puntati in quelli del dio.

Federico, accanto a lui, provò una punta di fastidio nel vedere l'espressione di Zeus, come se avesse scritto in faccia che in quella missione il riccio non sarebbe durato molto.

«Chirone vi ha già spiegato le tappe fondamentali di questa missione. Ora vorrei darvi alcuni oggetti che vi aiuteranno molto.»

Zeus si allontanò appena verso il trono e tornò con una sacca di cuoio scuro da cui trasse prima di tutto una bussola. Era color del bronzo e aveva l'aria di essere molto antica, con incisioni in greco lungo tutta la circonferenza e una figura arcaica al centro. Zeus si avvicinò a Andy e gli porse l'oggetto sul palmo della mano. Il biondo aprì la bussola e tutti notarono che al centro non c'era il solito quadrante, bensì una mappa dettagliata che era possibile ingrandire a piacimento e che segnalava il punto esatto attraverso cui discendere nel Tartaro.

«Questa è la vostra mappa. Le indicazioni da seguire cambiano una volta raggiunte le varie tappe.»

Il secondo oggetto che Zeus estrasse dal sacchetto fu una statuina di legno molto piccola e lunga. La porse a Michael, che la rigirò tra le dita chiedendosi cosa fosse.

«Questa è una statuina consacrata al dio Ade: se tenuta in tasca può raddoppiare o addidittura triplicare la potenza del tuo fuoco. Inoltre ti aiuterà anche a controllarlo meglio.»

Michael annuì e fissò il minuscolo oggetto: era difficile coglierne tutti i dettagli, ma il riccio era sicuro che quell'antica statuina non assomigliasse neanche un po' all'Ade che conosceva lui. Zeus calò di nuovo la mano nella sacca e ne trasse la punta di una lancia di pietra scheggiata. La consegnò nelle mani di Klaudia, che lo guardò un po' confusa.

«Questa apparteneva ad una delle lance di tua madre. Ti servirà per mantenere la concentrazione e ragionare meglio. E infine...»

Il dio si allontanò di nuovo e quando tornò aveva con sé un grosso scudo che porse a Federico.

«Sei bravo nell'attacco, ma se dovessi trovare Crono ti conviene giocare in difesa. Prendi questo.»

Federico si aspettava che lo scudo fosse molto pesante, ma si sbagliava: era leggero e maneggevole, eppure resistente allo stesso tempo. Sorrise nel cogliere i dettagli sullo scudo, il quale rappresentava dei rimandi all'arte della guerra.

«Questo è quanto. Conoscete la prima fase della missione, che consiste nello scendere nel profondo del Tartaro e trovare la tomba di Crono. La bussola vi indicherà la direzione, ma vi avverto che non è così facile trovare la tomba.

«Per impedire a chiunque di aprirla l'ho collocata nelle viscere del Tartaro. Perciò dovrete prima entrare nel castello delle arai, le dee della vendetta, e nel punto più profondo troverete la botola che vi permetterà di accedere al luogo della tomba. Beh, vi auguro buona fortuna» concluse leggero Zeus, che poi tornò a sedere sul trono.

Il vascello che li avrebbe portati al Mare del Nord era tutto fuorché nuovo e sicuro. Michael alzò gli occhi e vi scorse una vecchia nave enorme e abbandonata, con vele bucate e cime di corde morsicate dalle tarme.

«Non sembra proprio un buon inizio» commentò Federico, una smorfia di disgusto dipinta sul viso a causa del forte odore di muffa che la nave emanava.

«Questa è la nave più rapida e sicura del mondo, fidatevi» affermò sicuro Chirone, ma i quattro semidei non ne erano così certi.

Non appena misero piede sul vascello questo ondeggiò pericolosamente, tanto più che il cielo era tempestoso e il mare decisamente agitato.

HeroesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora