La cintura di Ippolita

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Il giorno successivo fu dato di riposo ai giovani semidei, ma il trio composto da Michael, Andy e Klaudia avrebbe preferito impegnarsi in qualche modo, piuttosto che sentire nelle orecchie il costante ronzio delle derisioni di Federico.

«Non lo sopporto più. Giuro che lo ammazzo» concluse spazientita Klaudia, stringendo i pugni per la rabbia e respirando nel tentativo di recuperare il proprio autocontrollo.

Andreas le posò una mano sulla spalla e lasciò delle deboli pacche per farla calmare.

«Dobbiamo continuare ad ignorarlo» constatò Michael. «Solo così si stancherà e la smetterà.»

Il fastidioso corno di Chirone suonò nuovamente l'adunata. Era giunto il giorno di affrontare la nuova fatica e Michael non si sentiva né pronto né in vena di farlo. Il suo umore era pessimo e le sue occhiaie talmente evidenti che nessuno dal risveglio era mancato di fargliele notare.

«Belle occhiaie» ridacchiò Federico. «Si intonano con la tua sconfitta di oggi.»

Michael non ne comprese a pieno il senso, ma decise ancora una volta di ignorarlo e rivolgere la sua attenzione al centauro e a Dioniso.

«Per la seconda Fatica dovrete rubare la cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni. Quindi dovrete prima recarvi nel bosco del Caucaso. Anche questa volta vi sarà data una mappa, cercate di seguirla alla lettera. Sarà più semplice trovare il bosco, ma la vera difficoltà comincerà dopo, quando dovrete affrontare Ippolita. Vi dico già che è una donna intrattabile

A tutti sembrò di sentire Chirone ridacchiare, anche se in effetti il centauro non ridacchiava mai.

«Buona fortuna» aggiunse Dioniso dopo aver consegnato a tutti i presenti le mappe per raggiungere il posto.

Tutti i semidei furono costretti a spostarsi in volo per arrivare alla regione del Caucaso. Proprio come aveva sostenuto Chirone, non fu difficile trovare il bosco e addentrarvisi. Un cartello iniziale avvertiva di fare attenzione al bosco, insidioso perché magico. Michael deglutì impaurito e si avvicinò maggiormente a Andy e Klaudia.

«Ragazzi, restiamo uniti il più possibile» affermò il biondo con decisione.

Gli altri due annuirono e il trio continuò a camminare per quel bosco tetro e silenzioso.

Proseguirono per un bel po' nel silenzio più totale, poi un grosso corvo spiccò il volo gracchiando e sorvolò sulla testa di Michael per poi indirizzarsi alle sue spalle. Il riccio seguì l'uccello voltandosi indietro finché non lo vide scomparire. Ma quando si rivoltò avanti, non vide più né Andy né Klaudia. I suoi occhi agitati guizzarono da parte a parte, ma dei due non c'era traccia. Richiamò i loro nomi a gran volte più e più volte, ma non ottenne nessuna risposta.

È colpa di questo bosco, è magico, pensò. Poi decise di affrettare il passo e continuare a camminare verso nord, anche se effettivamente non sapeva dove dirigersi, ora che aveva perso i suoi compagni. L'agitazione divenne ancora maggiore quando notò che si stava facendo buio e la temperatura stava calando drasticamente. Infilò una felpa che aveva portato con sé e continuò a calpestare l'erba del bosco, sul punto di piangere perché sapeva di non sapersela cavare da solo.

Improvvisamente, nel buio della notte, risuonò un ruggito agghiacciante che gli fece gelare il sangue nelle vene. Sgranò gli occhi e cercò di capire da dove provenisse quel verso spaventoso. Un altro ruggito rimbombò nell'aria facendola tremare e Michael cominciò a correre a perdifiato davanti a sé quando capì che il rumore proveniva dalle sue spalle ed era sempre più vicino. 

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