Capitolo 27

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Guardai Luca velocemente, ma risposi senza la sua opinione.
- Tenerlo, assolutissimamente -. Luca annuì e gli ero grata. Il dottore ci guardò entrambi sorridendo.
- Bene, dobbiamo sbrigare delle pratiche. Il bimbo rimarrà sotto osservazione tutta la notte e deve rimanere almeno uno di voi due -.
- Rimango io - Guardai Luca. Io me la suonavo ed io me la cantavo.
- Tu vai a casa riposati - aggiunsi premurosa.
- No rimango qui con te -. Gli sorrisi dolcemente, in effetti la stanchezza ora si faceva sentire, visto che l'adrenalina era finita.
Riportammo l'attenzione sul dottore che ci disse di seguirlo in un'altra stanza, così avremmo potuto compilare i moduli per l'adozione.
Lo seguimmo e prima di uscire diedi un'ultima sbirciata a quel piccolo fagottino che era nel l'incubatrice.

- Succedono spesso casi del genere... sedetevi -. Disse rattristato mentre invitava a sederci.
Ci sedemmo in modo molto automatico, e iniziai a fissare la mano del dottore che sibmuoveva a compilando un modulo.
- Quindi, lei si chiama? -. Mi indicò con la penna.
- Lavinia Diblasi -. Scrisse e poi indicò Luca.
- Luca Fainello -. Ci chiese i documenti e iniziai a frugare dentro la borsa in cerca del portafoglio, mentre Luca aveva già messo al tavolo i documenti.
- Non siete sposati? - chiese quasi meravigliato. Con un po' di imbarazzo dissi di no, ma Luca non rispose era come savrappensiero. Gli toccai la gamba per distrarlo dai suoi pensieri e riportarlo alla realtà
- Se non siete sposati, almeno vivete insieme? -.
- Si - rispose Luca prima che rispondessi e mi guardò con lo sguardo del tipo 'Dì di si, sennò non ce lo faranno adottare'.
- Si, certo viviamo insieme - confermai.
Compilò tutto il foglio e passò al secondo.
- Dunque, cognome : Fainello. - mormorò.
- Nome ? Che nome darete a questo trovatello? Se non è neanche stato registrato? - Ci domandò. Rabbrividì, pensando in quali condizioni era potuto nascere e istintivamente dissi un nome.
- Raffaele - Per l'ennesima volta non avevo consultato Luca.
- Vincenzo -. Disse lui contemporaneamente al mio . Lo guardai truce.
- Scusa ma decido io, se non ti dispiace - non mi era mai capitato di essere così cinica, ma non riuscivo a comportarmi diversamente. Che mi stava succedendo? Mi schiarì la voce e ripresi a parlare. Guardai prima il dottore poi Luca.
- Raffaele, come uno degli Arcangeli. È una benedizione che sia vivo - cercai di spiegare con calma, anche se la mia espressione mi tradiva.
- Ehm vi lascio soli un attimo giusto il tempo di riflettere, così nel frattempo compilo il resto del foglio con i referti del bimbo - il dottore intimidito dalla mia reazione si alzò e a passo spedito uscì lasciandoci soli.
Ci guardammo negli occhi in silenzio, il suo fastidio si percepiva e mi sentì di dargli una spiegazione al mio comportamento.
- Scusa se sono acida, ma c'è in atto una delle mie più grandi paure e la sto prendendo di petto - quasi sospirai e gli occhi mi si fecero lucidi.
- Una delle tue paure? - a queste parole la sua espressione cambiò, da infastidito passò a preoccupato.
- Si ho sempre avuto... Chiamala paura o timore, di trovare un bimbo per strada, così abbandonato come se fosse spazzatura - feci una breve pausa e deglutì a fatica, sentivo le lacrime premere calde sugli occhi.
- Ma con mio stupore lo sto affrontando a sangue freddo, e già questo bimbo mi è entrato nella pelle... Lo sento come mio - confessai.
Scavallò le gambe e mi abbracciò stretta al suo petto.
- Possiamo trovare un compromesso, se per te va bene - mi carezzò i capelli.
- Lo chiameremo Raffaele, ma se un giorno avremo un figlio lo chiameremo Vincenzo. Che ne dici? -. Cosa aveva appena detto? Figli io e lui? Pensava così in futuro? Ero colma di gioia, lui voleva stare con me per sempre.
- Dici di volere un bambino da me? - gli chiedo quasi retorica.
- Lavinia, io ti amo, perché non dovrei volere qualcosa di nostro, qualcosa, anzi qualcuno che assomigli sia a te che a me? -.
Ramasi sbalordita, lo amavo sopra ogni cosa e non volevo altro che lui, però la mia vicinanza non gli faceva proprio bene.
- Tu dovresti odiarmi, ti caccio sempre in situazioni assurde, chi mi sta accanto è dentro il mirino della sfiga -.
- Odiarti? Solo perché rendi la mia vita movimentata? Stai scherzando spero - si fece scuro in volto.
- Forse dici così, perché sei stanca, stressata ed impaurita, ma io sono qui con te. Affronteremo questa vita insieme in un modo o nell'altro -.
Non ce la facevo più, scoppiai in lacrime, troppo stress e troppe emozioni messe insieme. Mi abbracciò di nuovo e lo strinsi forte a me, lasciando che le lacrime mi scorressero calde sul volte.
- Non ho mai visto in vita mia, una persona che ami così tanto, come tu ami me -.
Mi sorrise un po' intimidito e bello come sempre. Mi avvicinai e gli deposi un delicato e casto bacio sulle labbra.
- Vuoi che chiamo Asia e l'avviso? -. Domandò apprensivo.
- No, sono le due di notte staranno dormendo e non mi sembra il caso -. Asciugai le lacrime con dorso della mano, il trucco si era un po' sbiadito e sbavato quindi presi fazzoletto e cercai di aggiustarlo per non sembrare un clown. Non appena entrai la mano in borsa il cellulare vibrò .
Freneticamente lo cercai nella confusione della mia borsa.
Guardai il display era Alessio.
- Ma dove sei? Potevi avvisare che dormivi da Luca - la sua voce era un misto tra preoccupazione e rimprovero, neanche se fosse stato mio padre.
- Non sono da Luca! Siamo... In ospedale - gli spiegai cercando di non agitarmi.
- Perché che è successo?? - ora era ancora più preoccupato, certo era colpa mia potevo spiegargli meglio il perché.
- Tranquillo, noi stiamo bene non abbiamo avuto un incidente, venite e portate una copertina ci servirà - dissi veloce ma una volta detta questa frase mi resi conto che per loro non avrebbe avuto alcun senso.
- Mi spieghi che cazzo sta succedendo?? - alzò la voce esasperato, sentivo persino la voce di Asia chiedergli che stava succedendo. - Niente di preoccupante.. Venite è una bella notizia - insistetti nel non far trapelare la notizia.
- Mah .. Stiamo arrivando - infastidito concluse .
- Non correte - tentai di dire ma la chiamata era già terminata.
Il cigolio della porta, attirò la nostra attenzione, il dottore era di ritorno.
- Se volete potete vedere il bambino .. Si è svegliato - feci un cenno con il capo, e in un attimo balzai in piedi.
- Ma secondo lei quanti mesi ha? - Chiesi prima di entrare.
- Signora qualche giorno in più di tre mesi, ancora non abbiamo i risultati delle analisi, ma dovrebbero uscire a breve -. Una morsa mi strinse il cuore, come può un essere umano abbandonarne un altro e per giunta così piccolo??
- L'abbiamo lavato e vestito con abiti dell'ospedale - aggiunse.
- Stia tranquillo, prima che esca di qui, riavrà questi vestitini. Graize di tutto dottore - lo ringraziai e mi avvicina a quell'esserino che non si trovava più nel l'incubatrice.
Lo guardai e gli misi il dito nella manina, che strinse e iniziò muovere, con l'altra mano gli carezzai la testa e una lacrima scivolò di nuovo calda sul mio viso.
- Non temere Raffaele c'è qui la tua nuova mamma, che ti vorrà bene più di quanto tu possa immaginare.
Ti amerò solo come una mamma sa fare -. La voce mi uscì tremula per via del nodo che mi venne in gola, ma con parole sincere espressi i miei nuovi sentimenti.
Luca era alle mie spalle e anche lui mise il suo dito nell'altra manina del piccolo.
- Io sarò il tuo papà, ogni buona mamma ha un buon papà con se - si girò per guardarmi, sorridente.
- Lavinia mi hai stravolto la vita, in una maniera così bella che non riesco ad esprimermi. Guardaci qualche ora fa eravamo fidanzati e ora saremo genitori e dire che avevo programmato questa serata nei minimi dettagli perché volevo chiederti una cosa - non distoglieva lo sguardo la mio e inziai a tremare pee l'agitazione. Infilò la mano nella tasta interna della giacca ed esce un cofanetto.
'Necessito di un dottore' pensai, avevo ragione, troppa emozione in una volta.
Vedevo che la gente che ci stava intorno si era fermata e ogni di essi giardava voi, ma cercai di concentrarmi su Luca.
- So che non è il luogo più romantico per fare una proposta di matrimonio ma... mi vuoi sposare? -. Era impacciato, sapeva di essere osservato e tutti si aspettavano un sì come risposta, ma sapeva che per me poteva non essere così facile pronunciare quella semplice parola. Istintivamente lo abbracciai nascondendo la testa nel suo collo e odorando il suo magnifico profumo.
- Si - gli sussurrai all'orecchio e lo baciai. Tutti applaudirono, mi guardai un attimo in torno per vedere quanta gente c'era e infine mi soffermati sul pargolo che come se avesse capito la situazione fece un leggero sorriso.

Tutto quello che amo sei tu (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora