Capitolo 7

129 9 0
                                    

Passarono tre giorni e arrivò l'appuntamento con Luca. Prendemmo l'attrezzatura in studio e ci avviammo verso casa Fainello.
- Ma dove abitano ? - mi chiese Asia. Alzai le spalle con fare desolato. Mi ricordai di essermi dimenticata di guardare la mail di Marco.
- Marco mi aveva detto a cinque minuti da casa nostra, mi inviava l'indirizzo via mail, ma non ho avuto il tempo di aprire il pc -.
- Tranquilla guardiamo in fascicolo e mettiamo il navigatore -. Aprì il fascicolo e cercò.
- Viaa.. Codigoro 6 c'è scritto. E dov'è? - mi chiese, e probabilmente stava già facendo una mappa mentale della città.

- Non lo so, ora la mettiamo nel navigatore e vediamo - la rassicurai. Cercò la via con il navigatore del cellulare e scoprimmo che era proprio vicino casa nostra.
- Abitiamo vicino ad un "vip" -. Feci la finta emozionata, poi girai le chiavi nel quadro della macchina ed essa prese vita, il motore della mia auto faceva proprio le fusa. Una volta giunti sul posto vidi subito la sagoma di una donna dai capelli lunghi bianchi e la riconobbi subito, era la signora che circa un anno prima, mi aveva dato le indicazioni per il negozio di arredo.
- Lo sai quella donna mi ha dato le indicazioni quando ho comprato le lenzuola, e la vedo spesso in giro, sto arrivando a pensare che mi perseguita - spiegai con sguardo perso nel vuoto.
- Ma che dici abiterà qui - mi diede una spiegazione logica, placando la mia insanità mentale, che come sempre viaggiava creando storie assurde.
- E come la metti col fatto che dove ci sono io c'è lei? - le chiesi ancora non molto convinta della sua spiegazione .
- Ma dai non esagerare - sbuffò spazientita.
- Secondo me è la Madonna - sprolquiai ancora con fare serio, guardando oltre il parabrezza quasi con lo sguardo perso nel vuoto. Lei scoppiò a ridere probabilmente dal nervoso.
D'un tratto sentì bussare al finestrino e sussultai colta alla sprovvista. Sembra quasi una scena da film dell'orrore.
Abbassai lentamente il finestrino e la donna prese a parlare .
- Siete le fotografe - chiese sorridente. Annuimmo e quasi contemporaneamente rispondemmo con un semplice " si".
- Potete parcheggiare la macchina affianco alla mia, è quella focus station vagon -. Mi affiancai alla macchina argentea e spensi il motore.
- E lei come fa ha saperlo? -. Chiese Asia stranita, ora era lei ad avere dei sospetti.
-Boh, ora mi credi ? Se non è la Madonna è un entità soprannaturale - insistetti con la mia teoria. Era ancora lì che ci aspettava ferma come una statua. Scendemmo dall'auto con l'attrezzatura e lei a gran voce ci disse di seguirla. Cominciai a capire che abitava proprio lì in quella casa, quando con le chiavi aprì il cancelletto. Che fosse la madre la madre ormai mi sembrava ovvio. Aperto il cancelletto mi vidi arrivare incontro non un cane ma bensì un bestione e notai subito che era un labrador. Indietreggiai d'impulso visto la mia minima paura per i cani di grande taglia ma una volta giunto da noi e all'udir la voce di quella donna si fermò, guardandoci con la lingua a penzoloni e la sua coda scodinzolante per la felicità.
- Ragazze, non fa niente ma, entrate subito, prima che vi salti addosso solo perché è un giocherellone il piccolo Elvis -. Ci invitò ad entrare. " Lo chiama piccolo??" pensai entrando di corsa, era un cane molto grande non un cucciolo. Entrammo e ci trovammo in quella che sembrava un salone e scorsi subito tre figure maschili onestamente e francamente non sapevo chi fossero, non riconoscevo nessuno dalle foto viste su internet.
- Salve - disse Asia alzando una mano in segno di attenzione, infatti la loro conversazione si spezzò e il ragazzo del centro avanzò verso di noi allungando la mano per presentarsi .
- Tu devi essere Asia, vado per esclusione perché mi sembra di aver avuto la conversazione telefonica con Lavinia -. Disse guardando lei e poi me. Avevo appena sentito una delle voci più soavi dell'universo, era totalmente diversa dal telefono. Lei annuì e lui si voltò verso di me.
- Quindi tu sei Lavinia! Hai una bellissima voce - Il mio respiro accelerò ed improvviso sentì qualcosa muoversi nello stomaco, avevo la sensazione delle famosissime farfalle. Ma cosa mi stava accadendo il mio corpo stava reagendo come un adolescente al primo appuntamento.
- Tu sei Luca giusto? Piacere -. Prima mi schiarì la voce e poi professionalmente allungando la mano parlai.
- Aspettiamo qualcun altro o siamo tutti qui? - andai dritta al sodo, ignorando le "farfalle".
- Aspettiamo altre tre persone -. Quello che pensavo fosse Diego si avvicinò per presentarsi, avevano tutti e tre una familiarità pazzesca.
- Piacere io sono Francesco il cugino -. Avevo sbagliato e risi nella mia mente, Diego ovviamente era quel ragazzo tutto timido, in fondo Marco mi aveva detto che era un tipo riservato. Feci un cenno con la mano nella sua direzione per salutarlo.
- Bene dovremmo posizionare luci e attrezzature così per quando arriveranno le altre persone saremo pronti.. dove lo facciamo? -.
- Giù in taverna -. Disse Luca indicando la porta alla sua sinistra. Scendemmo e posizionammo tutto e ad un certo punto sentì un fastidiosissimo rumore di tacchi scendere dalle scale. Spuntarono due ragazze una liscia e una riccia, alte entrambe, quella liscia aveva dei capelli lunghi e di un liscio chiodo da far paura, colore scuro, occhi grandi e l'ampiezza della bocca sproporzionato, a parer mio ritraeva la figura di una donnaccia, l'altra non era da meno; capelli biondo cenere, anche lei li aveva lunghi però almeno era proporzionata in viso. Subito dopo qualcun altro scese, era un uomo alto dai capelli ricci e neri, qui erano tutti alti tranne Luca che era diciamo era il più basso rispetto agli altri e forse anche le due ragazze perché indossavano dei tacchi vertiginosi. Mi sarebbe piaciuto vederle senza e realizzare che fondamentalmente era alte quanto me, così gli avrei fatto passare l'atteggiamento da prima donna, e non mi avrebbero più snobbato con lo sguardo.
- Salve a tutti -. Salutò il ragazzo con fare radioso, non c'era da ridire portava l'allegria e il clima tra me e le ragazze si alleggerì. Purtroppo il mio rapporto con le donne era pessimo, le donne odiavano me e io odiavo loro, ovviamente c'era l'eccezione come Asia e qualche vecchia amica.
Mi girai verso Luca per chiedergli se eravamo pronti e vidi che si stava baciando con la ragazza riccia, spostai lo sguardo e Diego si abbracciava con l'altra. L'unica cosa che mi restava da fare era accogliere il nuovo arrivato, anche se ci avevano già pensato Asia e Francesco. Mi rigirai un attimo verso Luca sperando che non stessero più abbracciati come i polpi e fortunatamente stavano solo parlando. Non sapevo se fossero fidanzati o meno e la cosa non mi riguardava, ma l'istinto adolescenziale che si era innescato poco prima non ne era d'accordo. Dopo tutto, l'importante era che avevano capito che non eravamo registe di film porno. Mi feci un po' il sangue acido perché quasi tutto succedeva a me, e maledì per l'ennesima volta il mio ex fidanzato/quasi marito per aver lasciato in me solo il vuoto, un cuore deserto e arido.
- Cerchiamo di essere veloci e concise Mesa, prima iniziamo prima finiamo -.
- Dove cazzo siamo capitate?? -. Chiesi sotto voce ad Asia, poi rivolsi il mio sguardo di nuovo a loro.
- Siamo pronti! Direi che possiamo iniziare -. Alzai di molto la voce stavo oltrepassando il limite di sopportazione, ma poi non ne capivo il perché, non avevo un vero e proprio motivo. Avevo l'attenzione da parte di tutti, tranne che di Luca e la riccia, cercai di richiamare la loro attenzione tossendo, ma niente erano immersi in una conversazione piuttosto intima.
- Scusate noi dovremmo lavorare, se volete fare sesso c'è il resto della casa libero - dissi caustica. Ero davvero infastidita e irritata. Si allontanarono l'una dall'altra con un certo imbarazzo e così avevo ottenuto la loro attenzione, Luca mi guardò con sguardo severo, dopo mi aspettava di sicura una ramanzina.
"Cazzo guardi così? Non ti mettere con me che ti rovino, non ho una buona reputazione alle spalle sulle risse" pensai in un lampo, la modalità camionista si era attivata.
- Con chi cominciamo? - chise Asia per spezzare la tensione.
- Tutti ! -. Esclamò Francesco -. Asia si girò verso di me.
- Io conduco tu fotografi, vedo che non sei in te quindi evito di farti parlare - me lo disse piano così da non far sentire e alzare polverone. Menomale che c'era lei che sapeva che odiavo l'infantilità a lavoro a meno che non stavamo già scherzando tutti o eravamo in un momento di pausa. Dopo tre lunghissime ore finalmente finimmo, smontammo tutto e posammo l'attrezzatura in auto.
Ritornammo in casa perché la signora Elisa la madre di Luca e Diego nonché la signora dai lunghi capelli bianchi, aveva insistito per un caffè. Ancora ridevo quando pensavo che fosse una stalker o la Madonna.
- Le foto saranno pronte entro un paio di giorni, dovete decidere se le volete digitali o le stampe, poi bisogna vedere se volete foto fatte in modo particolare e quante copie -.
- Potremmo parlarne meglio domani in studio? -. Chiese Luca nervoso ancora per la scenata, che era accaduto giù in taverna.
- Perché? - chiesi.
- Vorrei capire meglio con dimostrazioni pratiche, perché sto capendo poco e niente e poi vorrei parlarti, ma adesso non mi va -.
- Bene domani dalle 8.30-9.00 fino alle 12.30 c'è Asia, di pomeriggio dalle 16.30 fino alle 20.00 ci sono solo io -.
- Ok grazie -. Salimmo in auto e portammo l'attrezzatura da Alex in studio e poi tornammo tutti a casa. Feci una doccia e la sensazione allo stomaco non mi era ancora passata. A tavola Asia raccontava la vicenda ad Ale.
- Ti giuro ha sclerato di brutto e lui l'ha guardata in cagnesco -.
- Ci sarà da ridere con questo gruppo - aggiunse Ale.
- Io dico che un po' si è spaventato per come mi sono alterata perché dopo abbiamo parlato tranquillamente - dissi orgogliosa.
- Sarà tutto fumo e niente arrosto - aggiunsi infine.
- Ce ne siamo accorti. Ma comunque vedremo, ha detto che ti vuole parlare -  disse Asia, annuii continuando il mio pasto, in quel momento non c'era spazio per lui nella mia testa. Dopo cena dammo una pulita a tutto, andammo a letto e io sfinita crollai nel mondo dei sogni.

Tutto quello che amo sei tu (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora