Piccolo furto con scherzo e poi il resto!

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                                                                                                   (1)

Alessandro, Carlo, Emilia, Matteo e Gianna, si organizzarono per un piccolo furto, più che un furto, possiamo dire, si trattava di una "visitina" ad una villetta che d'inverno era sempre vuota. Come al solito i ragazzi dovevano trovare una confortevole tana per affrontare la fredda stagione, perché alla vecchia casa, d'inverno, faceva freddino, e se durante la visitina c'era qualcosa da arraffare, tanto meglio. Erica decise di non partecipare al furtarello, non ci andava mai la prima volta, aveva troppa paura, lasciava agli altri fare il primo passo e se c'era qualcosa da rubare era tutto per loro, a lei non gli fregava nulla. Quella sera però, decise di fare una sorpresina agli amici e s'intrufolò per prima nella villetta, nascondendosi nel buio del giardino. Quando vide i ragazzi scavalcare il cancello per entrare nel cortile, una scarica d'adrenalina la percosse. Osservava attentamente Alessandro, il modo in cui forzava la finestra, e in men che non si dica la aprì.

‹‹Il bastardo è diventato un esperto frequentando quei ladri da strapazzo!››, farfugliava ridacchiando.

Rimase nascosta finché non entrarono, poi li seguì silenziosamente. Aveva una mazza in mano e brutte intenzioni. I cinque si fermarono in mezzo ad un grande salone, con la torcia proiettata verso una grande e fornita parete attrezzata, contemplandola con calma. Credevano d'avere tutto il tempo a disposizione ma, l'amica burlona, non gli diede nemmeno l'agio di ambientarsi che scaraventò con tutta la forza la mazza di legno verso il mobile.

I ladruncoli non riuscirono a razionalizzare quando videro quell'oggetto passare sopra le loro teste e schiantarsi con forza in mezzo alla parete attrezzata, che si frantumò in mille pezzi. Ebbero solo l'istinto di scappare velocemente e presi dal panico si spingevano a vicenda per passare in mezzo alla piccola finestra ed uscire. Nel frattempo Erica, camuffando la voce con una sciarpa, urlava come una pazza, con frasi oscene e minacciando di morte i ragazzi, poi si accasciò a terra dal troppo ridere. Senza fiato se la rideva. Scavalcarono il cancello come degli stambecchi in preda alla paura; Emilia s'impigliò con la camicia a uno dei punteruoli del cancello strappandosela quasi completamente e ferendosi leggermente all'addome. Fuggirono a gambe levate. Dopo un po', l'amica burlona, li raggiunse alla vecchia casa e li trovò affannati e ansimanti, naturalmente non riuscì a trattenersi dal ridere. Capirono subito che era stata lei a giocargli il brutto scherzo. Intanto aveva le convulsioni e mentre rideva non sentiva gli insulti. Poi scoppiarono tutti in una gran risata, si ripresero e andarono a casa di Sandrino per cena. Come al solito si ubriacarono e finiva sempre così: il padrone di casa sveniva dal troppo bere, e spesso chi era invitato a cena era libero di fare tutto quello che desiderava, con la consapevolezza che Sandrino, il giorno dopo, non avrebbe ricordato nulla. I ragazzi cercarono di riprenderlo, ma non c'era niente da fare e rassegnati lo buttarono sul letto come un cadavere. Sempre più irrequieti camminavano avanti e dietro per casa. Cercavano, ovviamente, qualcosa di eccitante da fare. Ad Emilia gli venne una pessima idea, staccò l'interruttore principale della luce e, dopo un attimo di esitazione e smarrimento, si sparsero come in preda al panico. Poi si armarono di cuscini e cominciarono a pestarsi nel buio, sfasciando tutto ciò che incontravano. Nessun ritegno per l'ospitalità, in quello stato mentale tutto era lecito. Carlo vomitò tutto quello che aveva in corpo, cioè un mare di liquido alcolico, completamente sul divano.

Quando accesero le luci, e Matteo vide quella schifezza, gli venne il voltastomaco e vomitò anche lui tra il tavolo e il pavimento, completando l'opera. Misero a fuoco e si resero conto di quello che avevano comminato. Sintesi: sedie sbattute un po' ovunque, tavolo rovesciato, bottiglie e suppellettili rotti, cassetti aperti e svuotati, ed in fine il divano con una pozzanghera nel bel mezzo. In tutto questo Sandrino dormiva profondamente. Cercarono, tra risate convulse, di mettere a posto ma non ci fu nulla da fare, lasciarono tutto com'era e scapparono portandosi le chiavi di casa.

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