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Pensiero di Erica osservando il presente:
"Si perde la ragione quando tutto quello che dai per scontato si dissolve e ti lascia vagante come una stella alla deriva!".
I passi di Erica erano lenti, aveva il peso della chitarra sulla spalla destra, la borsa a tracollo con del buon whisky, un libro di poesie e dei fogli per scrivere. Niente di più.
Continuava a camminare con i suoi soliti anfibi consumati, su quella spiaggia dove aveva vissuto gioie e dolori.
Il volto serio.
I suoi capelli svolazzavano nella frescura del tramonto. Erano a caschetto, una sola tinta scura.
Si mise a suo agio ed iniziò ad accordare la chitarra. Lentamente.
Poi le prime note di un canto malinconico.
Con un filo di voce e con un nodo in gola iniziò a cantare. Non passò molto che i ricordi fiorivano. Non passò molto che le lacrime scesero senza controllo. Non c'era nessuno con lei. Non c'era più nessuno. Tutto aveva preso la propria via: Gianna era sprofondata nel vortice dell'inferno chimico e nella sua ossessione per le feste house e tecno. Alessandro era partito in cerca di fortuna in Spagna con pochi vestiti e pochi soldi. Carlo, appena compiuti diciotto anni, era scappato da casa senza dire niente a nessuno, nemmeno ai suoi amici, dopo si seppe che era in Inghilterra e viveva per strada. Matteo era chiuso da mesi in una comunità di tossicodipendenti; Emilia, dopo una cura disintossicante dall'eroina, era partita per l'Olanda. Di Lina non aveva avuto mai più notizie.
Era rimasta solo Erica su quella spiaggia ad osservare in eterno i ricordi. Solo lei a osservare quel tramonto.
Fine.
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Vorrei che mi ascoltassi
General FictionIntroduzione dell'autore. Questa è una storia che parla di adolescenza, la protagonista è una donna, il suo nome è Erica. Questa storia parla anche di solitudine, di abbandono, in un periodo della vita dove il compito fondamentale dell'adolescente è...