Cap. 4

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Indossare il vestito nero di tulle fu un'impresa, non perché fosse difficile da mettere, ma bensì perché mi vergognavo a vedere quelle piccole curve del mio tanto odiato corpo riflesse nello specchio. Anche se molto indecisa sul da farsi, scesi a fare colazione e ascoltai con molta attenzione ogni minimo rumore, così da capire quando una macchina si sarebbe fermata nel mio vialetto. Dopo dieci minuti interminabili di pura angoscia, sentii l'auto. Uscii dalla porta d'ingresso e lo trovai appoggiato alla Jeep di fronte casa. << Buongiorno Scar ! >> Quasi non ci credetti . << Jason Grant? ..Sei tu il fratello di Ronnie? >> domandai sbalordita. << Così mi hanno detto! >> mi disse mentre fece mezzo sorriso e l'occhiolino. << Oggi ti porto io a scuola, ordini superiori. >> concluse dopo, ancora fermo a guardarmi. Impalata all'ingresso di casa mi limitai a rispondere: Oh . Era fermo ad aspettare me, me. Braccia e gambe incrociate. << Allora che fai vieni? >> chiese con quell'aria innocente. << Mmm. Si certo! Arrivo subito >> dissi mentre mi avviai ancora stupita verso quello splendido ragazzo. << Non avevo dubbi >> rispose lui non appena gli fui vicina con tono fermo. << Che vuoi dire con questo? >> mi affrettai a rispondere. << È? Niente.. >> rispose rapido spostando lo sguardo in basso. Lo guardai in modo strano e poi salii in auto mentre lui mi apriva la portiera. A quanto pare la cavalleria non era morta e sepolta come pensavo! Lo guardai attentamente mentre ci avviammo per andare a scuola. Indossava dei jeans strappati e una maglietta bianca con sopra una camicia rossa a quadri, aveva delle braccia muscolose con delle mani grandi e forti con le vene evidenti. Le immaginai intorno al mio corpo, quando inchiodò di colpo! << Ehi cos'è successo? >> chiesi subito preoccupata. << Oh niente scusa! Credevo di aver visto qualcosa attraversare la strada. >> Rispose quasi mangiandosi le parole. Era completamente paonazzo mentre cercava di ripartire in prima, mi guardò solo per tre secondi, poi riprese a fissare la strada. << Sei sicuro di star bene? >> chiesi insospettita. << No, in effetti mi gira un po' la testa. Sarà perché non ho fatto colazione stamattina >> rispose in modo incerto. << Uh. Ok se lo dici tu >> commentai io senza aggiungere altro. Proseguimmo i restanti pochi e veloci minuti ascoltando la radio, lui non si azzardò a parlare e io nemmeno. Wow! Non ero mai arrivata così in anticipo! Jason corse come un matto per arrivare a scuola, non che i ragazzi guidino piano, ma cavolo sembravo in uno dei film Fast and Furios! Arrivati al parcheggio, spense il motore e a passo felpato, si diresse fuori dalla portiera per aprire la mia, sembrava quasi avesse paura che scappassi .. ma amai quei suoi gesti un po' bizzarri e dolci. Gli sorrisi, penso anche arrossii, e nel tempo che ci misi ad alzarmi dal sedile, non potei non guardare quegli occhi grigi con pagliuzze cobalto così vicini ai miei intenti a fissarmi e quelle labbra carnose di un colore rosato acceso, e anche quel naso perfetto e dritto e persino quei capelli di un biondo color oro tendenti al mosso cadergli sul viso e.. e cacchio, era stupendo e il tempo sembrava essersi fermato. << Ti accompagno fin dentro se ti va. >> mi disse richiudendo la portiera e sorridendomi. << Certo, grazie Jason. >> risposi timidamente e fianco a fianco entrammo dalla porta d'ingresso. Quasi non mi sembrava reale. << Che lezione hai ora? >> mi chiese appena varcato il corridoio. << Matematica >> risposi << anche se già la parola mi spaventa a morte. >> << Perché? Non ti piace? >> Non mi staccava gli occhi di dosso. << Non è che non mi piaccia, è che proprio non ci capisco una radice quadrata! >> esclamai e lui si mise a ridere. Una risata fievole, ma adorabile. Ci avvicinavamo alla mia classe. << Io invece mi considero un genio in materia! Beh.. ad essere del tutto sincero sono un genio praticamente in tutte le materie! >> commentò in maniera modesta e facendo dei sorrisini autoconvincenti. << Per cui non farti problemi a chiedere aiuto. Ho sempre amato aiutare le persone, fa parte di me! ..o almeno.. faceva. >> In quest'ultima sua affermazione smorzò il tono di voce e sembrò triste, quindi dissi con un sorriso a trentadue denti per rimediare: << Buono a sapersi! Sta tranquillo che da ora in poi ti romperò le palle così tanto che mi chiederai di arrangiarmi! >> Funzionò, perché mi sorrise per poi fermarsi davanti all'aula di matematica. << È stato un piacere accompagnarti a scuola Scarlett >> spiegò avvicinandosi di più << e anche parlare con te. Spero ancora di avere altre occasioni come questa da ora in poi. Buona lezione e mi raccomando.. sta attenta. >> Si sporse chinandosi poco verso di me e mi diede un buffetto sulla guancia. << Ciao Jason. Grazie a te e ok, cercherò di non distrarmi >> risposi con tono lieve arrossendo come un peperone e sorridendogli guardandolo allontanarsi da me. Cercherò di non distrarmi? Cavolo non capii nemmeno il nome del professore talmente ero imbambolata da quello che era appena successo. Ma perché aveva detto che aiutare le persone faceva parte di sé? Faceva? ..Mm pensai che magari avesse fatto dei lavori tipo infermiere o cose simili, ma forse si riferiva alla sua vita precedente visto che era stato adottato. C'era solo una persona che poteva saperne di più. Ronnie.

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