Cap.10

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Quel giorno restammo lì, seduti su quella panchina fino a tardo pomeriggio; gli feci mille domande.. su di me, su di lui, sugli angeli e i demoni; sul paradiso, su i suoi poteri, dove avevo scoperto che poteva leggere nel pensiero e questo mi fece imbarazzare a morte; infine ci limitammo a parlare di noi, di come lui fosse sempre stato innamorato di me e di come io mi stavo affezionando a lui. Era tutto ancora nitido nella mia mente, ogni singola parola. Mi raccontò che Dio in principio aveva creato i puri spiriti, gli Angeli, i quali, in un momento imprecisato dei secoli, furono sottoposti a una grande prova. Fu mostrato loro il progetto che Dio aveva riguardo all'uomo. Alcuni di quei puri spiriti, capeggiati da Lucifero, l'Angelo più vicino a Dio, si ribellarono e nei cieli ci fu una battaglia. Gli angeli ribelli furono cacciati e diventarono demoni; gli angeli fedeli continuarono a essere messaggeri di Dio e acquisirono un nuovo enorme potere racchiuso in un'unica sfera di luce, custodita da un apposito e scelto angelo guardiano. Mi ricordai soprattutto questa frase su gli angeli custodi: " essi non hanno un involucro materiale come noi, ma sono occhi che vedono, mani che toccano, cuori che amano ". In quel momento, dopo che Jason disse quella frase, entrambi ci perdemmo uno nello sguardo dell'altro e un attimo dopo eravamo immersi nel bacio più bello e profondo che poteva mai esserci e in più eravamo nuovamente immersi in quella fievole luce azzurra, che mi spiegò esserci quando provava immense emozioni o usava i suoi restanti poteri, o come era per gli altri angeli. Non fu difficile quindi spiegarmi da sola perché fosse così bello e perfetto, la perfezione spirituale degli angeli è tale da costituire una bellezza incantevole. Per questo, quando si manifestano, o meglio nel caso di Jay, quando diventano effettivamente umani, appaiono in forme stupende. Fui spaventata invece da quello che aveva detto sul mio conto, sul mio potere o dono che sia. Io potevo percepire gli angeli e questo forse lo sapevo già, perché li avevo sempre, l'avevo, sempre sentito accanto a me; Jay era sempre stato lì, a proteggermi quando cadevo o ero in pericolo, a sostenermi quando ero triste e scoraggiata, a consigliarmi e aiutarmi quando non sapevo che fare o dove andare. Amavo il mio angelo e lui amava me. Restava il fatto però che potevo vedere i demoni e questa cosa non l'avevo mai notata e nemmeno percepita prima di quel giorno, si, di questo avevo paura, quell'uomo o cosa che era nella scuola insieme agli altri, che aveva causato l'incendio e mi aveva buttato dalla finestra era un demone, ne ero sicura. Ma continuavo a non spiegarmi, a non capire; qualcosa mi sfuggiva. Jason aveva sentito la loro presenza a scuola, per quello era preoccupato, erano loro le persone che stava cercando, era per loro che mi teneva allo scuro di tutto. Mi stiracchiai completamente nel letto, ero nella mia camera sveglia ormai da due ore, ma non avevo alcuna intenzione di alzarmi; si stava troppo bene sotto il piumone! La mia testa era piena di informazioni e elaborava mille teorie e nello stesso momento si chiedeva se tutto ciò che stavo vivendo era reale o solamente frutto della mia immaginazione. Erano ormai le nove e mezza di mattina, la scuola era quasi completamente bruciata per cui nessuno sapeva quando e se saremmo ritornati o avremmo finito l'anno; io non potevo essere più felice. Malevolmente scesi dal mio bel letto e andai giù in cucina. Trovai mia zia alle prese con i fornelli. << Buondì zietta, dormito bene? >> chiesi mentre mi sedevo al tavolo. << Giorno cara! Mmm non tanto, sai sto decidendo se andare ad un convegno fuori città, mi piacerebbe, ma non voglio lasciarti qui a casa da sola per una settimana, starei troppo in pensiero. >> << Wow! Ma zia se vuoi andarci vai pure, io so cavarmela da sola e poi qui ho tutto l'occorrente, quindi starei benissimo.. Quando sarebbe questo convegno? >> Si girò a guardarmi strofinandosi le mani sullo strofinaccio. << Dovrei partire la settimana prossima, il che vorrebbe dire che per il periodo di Natale non potrei stare con te. Sicura tesoro che non ti dispiace restare qui a casa da sola? >> << Ma no zia! Tranquilla. >> Poi così potrei stare tutto il tempo con Jason e invitarlo qui a casa e .. ok! Sto fantasticando troppo, pensai. Certo che con quel corpo che si ritrova e le sue mani su di me, ahh! Scarlett ritorna in te! << Stavamo dicendo zia? >> chiesi ridestandomi. << Tornerei per Capodanno, così almeno quello potremmo passarlo insieme se ti fa piacere! >> mi porse il piatto con i pan-cake. << Ma mi raccomando, non fare follie da adolescenti senza di me! >> disse ridendo e facendomi l'occhiolino. << Certo zia, e poi io non sono un'adolescente! Sono una sana ragazza di diciott'anni con la testa sulle spalle, quindi puoi stare tranquilla. >> ma sotto sotto non ero pienamente convinta delle mie parole! Mangiai in fretta dalla fame, salutai Emily che usciva per il lavoro, ritornai in camera a sistemarmi e riscesi giù spalancando la porta d'entrata per far circolare un po' l'aria. Appena misi un piede fuori, trovai Jason sulla mia sedia a dondolo. << Buongiorno bellissima. >> Mamma quant'era bello, gli sarei saltata addosso! Oh cavolo e se mi leggeva nel pensiero?! << Calma, se ti stai chiedendo se ti sto leggendo nel pensiero la risposta è no. Cerco di rispettare la tua privacy anche se mi incuriosisce molto sapere cosa pensi e devo ammetterlo, prima che ti raccontassi tutto ti ho letto varie volte nella mente. Scusami. >> Mi sedetti sopra le sue ginocchia e gli passai le dita tra i capelli mossi. << Mm è meglio non sapere quello che mi passa per la testa e .. non so se ti potrò perdonare per esserti intromesso nei miei pensieri passati; hai intenzione di fare qualcosa in proposito? >> Mi guardava in un modo che mi faceva sentire protetta, amata; era strano e assurdo pensare che ero accanto al mio angelo, ma più lo guardavo e più stavo insieme a lui, più mi accorgevo di quanto tra noi non ci fosse alcuna barriera, non mi sentivo più un'estranea nei suoi confronti e lui non lo era più per me. << Beh a dire il vero, qualcosa in mente ce l'avrei. Sai non ho ancora avuto l'opportunità di provare alcuni benefici umani che mi incuriosiscono molto e sinceramente inizio a stancarmi di questo freddo.. >> mi disse stringendomi tra le sue forti e calde braccia; al momento mi passarono in testa idee bizzarre ma poi le esclusi subito quando aggiunse: << Che ne dici di andare alle terme? Distano solo cinque chilometri! >> << Terme eh? >> L'idea mi entusiasmava molto e un po' di relax con il mio Jay di certo non guastava, anche perché così l'avrei visto in costume da bagno! << Scusa. Ti ho letto nel pensiero! >> << Che cosa? Ma nooo! Jason adesso ti picchio, non valee! >> gli dissi mollandogli un pugno nel petto e ripetendo: Che imbarazzo, che imbarazzo! << Beh non devi sentirti così, tanto lo so che impazzisci per me! >> concluse sorridendo e stringendomi più forte attirandomi a se. << Si ma non è affatto giusto! >> mmm questa prima o poi me l'avrebbe pagata! E stava ancora ridendo il tipetto! Gli mollai un'altra pacca in testa. << Ehi ehi ok. Non rido più. Ahah! >> esclamò appositamente per poi farmi cenno di alzarmi dalle sue ginocchia. << Dai prepara le cose e andiamo! >> concluse dandomi un bacio. Venti minuti dopo eravamo all'interno dello spogliatoio delle terme, mi ci voleva proprio un giorno di riposo dopo tutto quello che era successo in quelle settimane. All'inizio ci fecero dei massaggi molto piacevoli, dove sbadatamente rovesciai un intero flacone di olio addosso a Jason che si stava alzando; ridemmo come due stupidi e le donne che dovettero raccogliere e ripulire tutto ci facevano degli sguardi meschini e rimproveranti. Poi fu l'ora dell'idromassaggio.. Aspettai che entrasse lui in acqua per primo, dopodiché sentendomi a disagio nel farlo, scivolai lentamente vicino a lui, mi sedetti e con un gesto rapido mi attirò a sé dicendomi: << Non provare vergogna nel mostrare il tuo corpo Scar. Sei bellissima e meriti di sentirtelo dire ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, adesso che finalmente posso usare le parole per dirtelo; ricordati che ti ho sempre guardata fin dalla tua infanzia, gli angeli custodi sono gli ultimi fra le entità celesti, possiedono il carattere di messaggeri e sono più vicini agli umani. >> terminò spiegando e facendomi apprendere com'era lui fino a pochi mesi fa. Mi mise il braccio intorno al collo e immersi nell'acqua mi prese la mano destra con il palmo rivolto verso su. << Vediamo, questa piccola cicatrice te la sei fatta all'età di sette anni, quando hai perso l'equilibrio nel muretto di casa tua, e quando hai sentito per la prima volta la mia presenza. >> Lo guardai sbalordita, mi ricordavo precisamente quella scena e quel vuoto d'aria tra il terreno e me.. << Si. Ero io. >> disse lui baciandomi la punta delle dita. << C'è stata anche una seconda volta. >> pronunciai poco dopo. << Dove stavi per sbattere la testa? >> chiese ora passandomi la sua mano tra i capelli. << Si. >> risposi quasi senza fiato. << Me lo ricordo bene. Il fatto che tu potessi percepirmi, mi riempì di gioia; e guardami adesso, sono qui, in carne ed ossa, accanto alla ragazza che amo e che ho sempre amato. >> Gli sorrisi in una maniera che nemmeno io so descrivere; lo baciai e ribaciai, passare il mio tempo con lui era fantastico, non volevo più andarmene. Dopo che ci fummo baciati, abbassai lo sguardo e gli chiesi: << Ti sei mai pentito.. di quello che sei diventato e di cosa hai rinunciato per stare con me? >> parlavo a bassa voce, quella domanda era sospesa tra il mio cuore ed il suo. Mi rispose immediatamente. << Ho riflettuto bene, prima di prendere questa decisione; ma.. ogni volta, in ogni momento in cui pensavo a salire al livello superiore, tu eri lì. Nitida nella mia mente. >> mi guardò dritta negli occhi << Perciò no, non mi sono mai pentito di ciò che ho scelto di essere per te Scarlett. Tu eri e sei tutto per me >> si spostò lentamente nella vasca e si porse di fronte a me stringendomi e baciandomi il collo. Mi lasciai travolgere dalle emozioni e dalla voglia e dall'amore che entrambi emanavamo.

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