Cap. 11

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Non sapevo perché, ma anche se cercavo in tutti i modi di distrarmi, parlando con Ronnie al telefono, strimpellando o guardando il telegiornale rivedendo le immagini della scuola incendiata, il mio pensiero era sempre costantemente rivolto verso Ty. Qualcosa, forse nella mia testa, mi riportava continuamente a quel nome, a quel viso, a quella mattina prima di addentrare nell'inferno, prima di essere stata presa e spinta giù da.. da un demone. Di questo, di aver visto quel demone, quella luce rossa e di essermi ricordata di averla vista anche quel giorno al torrente, non ne parlai mai a nessuno, ne accennai niente a Jason. Erano passati ormai cinque giorni dall'accaduto e anche se stare con Jay, distraendoci facendo un pupazzo di neve in giardino, uscendo qualche volta e conoscendo ogni nostro aspetto, mi rendeva la ragazza più felice al mondo, qualcosa dentro di me mi frenava e non mi faceva dormire la notte. Zia Emily era appena partita per il convegno fuori città e io stavo tornando verso casa dopo averla accompagnata, era una giornata soleggiata e fresca anche se il Natale era ormai alle porte. Scattò il rosso, pian piano rallentai e mi fermai giusto in prossimità dello stop; mi rilassai e fissai il semaforo con quella sua e costante luce rossa.. Mi passarono per la mente un susseguirsi di immagini: i demoni, i loro poteri, il mio dono di poterli vedere, il torrente, il sentirmi sollevata, la casa nel bosco, la scuola , Ty nell'ora di chimica, Jason, le mie urla da quella finestra, il rombo di una moto.. La moto? .. Ty. Ty era tornato a scuola, oltre al nome di Jason chiamavo anche il suo! Lui era lì, ma durante e dopo l'incendio di lui o della Harley non c'era traccia. Ty, era lui che mi aveva salvata dal torrente, poteva c'entrare qualcosa con la storia dei demoni? Lui emanava quella luce? Era Ty all'interno della scuola? ..No. i demoni non salvano le ragazze intrappolate nel ghiaccio, non curano le ferite e non sono così.. così umani come lo era Ty. Eppure tutto mi riconduceva a lui. I tre demoni come aveva detto che si chiamavano Will? Paul, Jake e .. L'improvviso suono del clacson dietro la mia auto mi fece sobbalzare dallo spavento! Non mi ero accorta che era ormai scattato il verde, misi la prima e chiedendo scusa con un cenno della mano a quel signore dietro, percorsi la strada che portava alla Horizon Jr/Sr High School. Forse era il caso di fare quella vista a Ty, dopotutto mi aveva chiesto di andare a trovarlo, così appena costeggiai il liceo, svoltai e spensi il motore. Mi incamminai nel bosco, facendo attenzione stavolta a dove mettevo i piedi.. passai due grandi querce e intravidi l'abitazione di Ty. A quel punto mi bloccai, perché ero lì? Mi sentivo come se stessi tradendo Jay che.. una pacca sulla spalla mi fece girare di scatto. << Ola ragazzina sbadata! Di già da queste parti? Sei venuta per me ovviamente, non è vero? >> << Dio mi hai fatto prendere un colpo! >> esclami vedendolo. Ty si avvicinò al mio volto guardandomi con aria di sfida. << Cos'è, per caso hai paura di me piccolina? >> Feci cenno di no con la testa mentre sogghignavo; era vero, quel ragazzo non mi faceva per niente timore, anzi, mi divertiva stuzzicarlo. Lo spinsi via da me con tutte e due le mani battendole sul suo petto da giocatore di football. << Di certo non mi fa paura un ragazzotto tutto muscoli niente cervello come te! Piccolino! >> dissi con aria strafottente e sfidandolo anch'io. << Ah no è? >> pronunciò lui in tono giocoso. D'un tratto mi ritrovai per aria in un nano secondo, mi prese a sé come un sacco di patate e mi portò dentro casa, mentre io scalciavo e lo pregavo di mettermi giù ridendo come una matta. Mi divertiva quel suo modo di fare! Entrati praticamente mi lanciò nel divano.. ma ti pare? << Ehi ! Sono più fragile di quanto pensi, potresti rompermi in mille pezzi sai? >> dissi divertita. << Tranquilla baby, ti ricomporrei in un attimo. Sono bravo a riparare i cuori infranti o solitari come il tuo! >> esclamò Ty osservandomi. << E chi ti dice che nel mio cuore non ci sia qualcuno? >> domandai. << Perché, chi sarebbe lo sfortunato in tal caso? >> Gli feci una smorfia per la domanda che mi aveva appena rivolto, ma risposi ugualmente: << Un ragazzo splendido e che mi ama da sempre, si chiama Jason e non è sfortunato, sei solo geloso perché lui può avermi e tu no! Ahah! >> conclusi ridendo appositamente. << E chi ha detto che non posso averti, ti ho già qui se non sbaglio. >> disse voltandosi e andando verso il frigorifero. << Ma non è la stessa cosa. >> risposi mentre lo guardavo abbassarsi a prendere una birra. Era molto bello e il suo fondoschiena anche. << Perché? Vorresti fosse la stessa? >> domandò ora avvicinandosi e chiedendomi se volevo anch'io qualcosa. << No grazie. Comunque no, non potrebbe nemmeno mai essere la stessa cosa, Jay è .. unico nel suo essere. >> << Cos'è un troll? Unico nella sua bruttezza! >> esclamò serio. Risi all'istante! << No che dici lui è.. >> mi bloccai, stavo per dire il mio angelo. << È? >> ripeté Ty sedendosi vicino a me. << L'unico che potrei amare. >> aggiunsi accorgendomi di quanto fossero vere quelle parole. << Mm. Questo lo pensi tu. >> disse e bevette un sorso di birra. << Ho visto che hai solo e praticamente bevande alcoliche nel frigo, come mai? Sei un ubriacone? >> domandai cambiando discorso. << No. Non sono un alcolizzato; è che quando non ho compagnia, mi consolo con l'alcool. Problemi? >> << Ah no di certo, basta che non ne fai un'abitudine! >> << So controllarmi.. >> << Mm questo è ancora da vedere! >> risposi dandogli un pizzicotto nel fianco. << Senti.. >> continuai << mi chiedevo.. come mai non hai molta compagnia o un inquilino? Sei sempre da solo? Cioè.. >> << Vuoi sapere se sono single? >> Spalancai gli occhi. << Che? Ma no! Intendevo da solo qui, in questa specie di casetta nel mezzo del bosco. Non hai famiglia o non so, ti va di raccontarmi un po' di te? >> volevo saperne di più su di lui, su.. << Tyler! >> esclami tirandomi su. << Eh che c'è? >> chiese scrutando la mia reazione improvvisa. << N-no niente, nulla io.. >> me ne ero appena ricordata! Si, era così che si chiamava! Ma era lo stesso Tyler? Lo stesso ragazzo con cui mi divertiva stare e parlare? Lo stesso che mi aveva salvata? Si avvicinò di più a me, ma stavolta senza guardarmi.. iniziò invece a fissare il pavimento di fronte a noi. << Sono solo, non ho genitori ne parenti da nessuna parte e gli unici amici che ho sono .. sono persone orribili. >> fece una pausa e si chinò in avanti, appoggiandosi sulle ginocchia con i gomiti, poi continuò. << Lo ero anch'io, tempo fa.. una brutta persona intendo; ma ora, sto cercando di recuperare ed essere migliore. >> voltò lo sguardo dall'altra parte e lo vidi strofinarsi una mano negli occhi. << Anch'io ho perso i miei genitori e prima di trasferirmi qui non avevo nessuno a parte loro. >> dissi subito dopo mettendogli un braccio intorno alle spalle. Mi faceva una pena immensa. << Quando sono morti, la mia vita non aveva più senso. Era come se oltre a me non esistesse altro che oscurità e solitudine. Trasferirmi poi qui e iniziare totalmente una nuova vita con nuove persone.. non è stato facile. Quindi, posso capirti per alcuni versi e dopotutto, anche se ti circondi di mille cose e persone, alla fine ti sentirai sempre solo in qualche modo. >> Ascoltando le mie stesse parole, mi resi conto di quanto erano vere; dopo la morte dei miei genitori, no ancora prima, dopo aver compiuto diciott'anni, mi ero sentita sola come non mai, sentivo che qualcuno e una parte di me se ne era andata. Quel qualcuno era Jay, l'avevo capito solo in quel momento. Si mise dritto con la schiena e mi guardò. I suoi occhi erano espressivi e colmi di tristezza, profondi. Non poteva essere più umano di così. Lentamente si avvicinò e con mia sorpresa allargò le braccia e mi strinse a sé in un abbraccio, feci lo stesso. Mi abbandonai a lui e con la mano destra gli accarezzai il capo; era così fragile in quel momento, così vulnerabile, così dolce che quasi mi parve totalmente un'altra persona da quella che mi aspettavo che fosse e che forse in realtà non poteva essere. << Ehm, ehm! >> si schiarì la voce e si distaccò da me. << Mmm allora il tuo principe azzurro si chiama Jason? >> mi domandò ricomponendosi. << Si, è il suo nome. Perché? >> << Frequentava anche lui il liceo qui vicino prima dell'incendio? >> << Si, è all'ultimo anno come me. Oh a proposito.. >> non sapevo se era il caso di domandarglielo, ma lo chiesi ugualmente: << Dopo che te ne eri andato via quel giorno dell'incendio.. sei ritornato a scuola? >> Mi guardò come se volesse scrutare ogni mio sguardo o mossa. << Si. Ho visto il fumo e ricordandomi quanto sei imbranata, mi sono precipitato a vedere se stavi bene. >> << E mi hai vista? Perché io non ho visto te.. >> continuai non facendo caso all'aggettivo che aveva usato per descrivermi. << Io ti ho.. >> si zittì di colpo e spostò lo sguardo da me al grande vetro che dava fuori. << Io ti ho vista saltare dalla finestra e finire nelle braccia di un uomo. Scommetto che quel bel fusto fosse il tuo ragazzo non è vero? >> << Si è pro-proprio lui. >> balbettai. << Allora poi vedendoti viva me ne sono andato. >> concluse in fretta. << Oh. Ok, ho capito. Grazie per avermi pensato comunque. Anche se mi hai dato dell'imbranata! >> esclamai. Ci avevo fatto caso eccome a quell'aggettivo invece! << Beh lo sei! >> rise e mi strizzò le guance come fossi una bambina. << Idiota. >> gli dissi e gli tirai un sinistro, piano ovviamente e poi ridendo. << Attenta ragazza! Non scherzare con il fuoco! >> << Ci ho già provato l'altro giorno e ne sono uscita per miracolo. Quindi mi sa che con il fuoco non ci scherzerò più per un bel po'. >> ammisi metaforicamente. Lui rise, ma allo stesso tempo sembrò dispiaciuto. << Questo Jason ha un amico di nome Will per caso? >> chiese subito dopo << Si, lo conosci? >> << Più o meno, ci siamo conosciuti tempo fa e mi pareva di averlo visto con il tuo boy ora che mi ricordo. Si penso sia lo stesso ragazzo.. Sai dove potrei trovarlo? Mi piacerebbe farci due chiacchere. >> Mi suonava strano quello che mi aveva appena detto, ma non ci badai molto, infondo Will poteva benissimo aver fatto amicizia visto che si nascondeva in forma umana da molto ormai. << So che lavora alle terme, ma non dove abiti sinceramente. >> << Alle terme? Bene, andrò a trovarlo allora! >> disse sorridendo. << Beh si è fatto tardi.. forse è ora che vada. >> gli dissi poi alzandomi dal divano. << Ok ma prima.. >> si alzò dal divano anche lui e si piantò di fronte a me. << Beh mi chiedevo se potevamo ancora vederci, noi due soli intendo. >> disse velocemente e intrecciando le dita dietro la nuca. << Mi è alquanto nuova questa cosa ma, mi piace la tua compagnia! Forse perché sei sciocca e un po' imbranata in confronto a me; però si. Ok a quando? Posso venire io da te se vuoi, tanto il mezzo di trasporto ce l'ho! Ed è anche magnifico! >> rise da solo a quello che aveva appena detto. << Sai.. non lo so, non so se vali il mio prezioso e limitato tempo! >> gli risposi stuzzicandolo con lo sguardo. << Come se avessi meglio da fare con quel tuo Jason. Scommetto che non ti tocca neanche! >> << Questi non sono affari tuoi ! e Jay .. Ahh! Me ne vado! >> dissi imbarazzata e seccata dalla sua ipotesi, che forse tanto ipotesi non era visto che in effetti Jay non si spingeva tanto oltre al bacio o a stringermi a sé. Ty mi seguì a ruota fino alla porta d'entrata. << Allora posso venire? >> mi chiese infine appoggiandosi allo stipite. Ci fu un momento di silenzio mentre entrambi ci fissavamo dritti negli occhi. << .. Si. >> Tornai a casa poco dopo l'ora di pranzo, a guardarla bene sembrava molto più grande adesso che ero sola, ma un po' di tranquillità e privacy non guastava visto che dovevo mettere in azione il piano aiutando Jason e Will. Stavo preparando da mangiare quando qualcuno bussò alla porta. << Ciao bellissima. >> pronunciò vedendomi. << Ciao... >> pronunciai persa nei suoi occhi. << Tua zia è partita? >> mi chiese Jason entrando e scrutando ciò che stavo preparando. << Si, l'ho accompagnata all'aeroporto. >> spiegai senza dirgli della visita a Ty. << Quindi.. >> iniziò a dire girandomi in torno << starai qui da sola per un po'. >> finì stringendomi poi in vita. << Già, sola soletta. >> commentai divertita perché sapevo da subito dove voleva arrivare, o dove speravo, volesse arrivare. << Mmm. >> mugugnò avvicinando le sue labbra al mio collo. << Buono a sapersi. >> aggiunse poi baciandone ogni singolo centimetro. << Perché, che cos'hai in mente di fare Grant? >> chiesi dandogli un piccolo bacio sulla guancia. << Stare più tempo possibile con la ragazza che amo. >> ammise lui. Non potei fare a meno di sorridergli. << Mi piace quando lo fai. >> disse poi guardandomi in viso. << Che cosa? >> chiesi. << Sorridermi in quel modo. >> Gli sorrisi nuovamente e lui fece lo stesso con me. Mi baciò, un bacio come si deve e spense i fornelli. << Ehi perché.. >> ma non feci in tempo a chiedergli perché li avesse spenti quando mi prese in braccio per adagiarmi nel divano di fronte al caminetto. Jay si stese sopra di me e iniziò a baciarmi e ribaciarmi, poi dopo vari minuti passati così mi disse: << non volevo far bruciare il tuo pranzo.>> << Si, avevo pensato a quest'ipotesi.>> risposi io ancora sotto di lui. << Ma così non me lo fai nemmeno mangiare! >> esclamai ridendo. << Ops. >> commentò minimamente Jason sogghignando, poi, cercando nuovamente le mie labbra, si bloccò di colpo. << Che c'è? >> chiesi osservandolo. << Will. >> rispose lui alzandosi da me. << Dove? >> chiesi non vedendolo o sentendolo. << Vuole che vada con lui. Mi dispiace Scar ma devo lasciarti per un pò.. >> spiegò velocemente sistemandosi e dirigendosi verso l'uscita. << Tornerò presto. >> commentò in fine uscendo e lasciandomi sola nel completo silenzio. Sapevo dove si stava dirigendo e potevo benissimo immaginare il perché di tutta quella fretta o di come, ricordandomi, potesse essere avvertito telepaticamente dal suo compagno di squadra. Lui e Will non smisero mai di cercare i demoni e anche se in mia compagnia, Jason aveva l'abitudine di lasciarmi nel bel mezzo delle cose che facevamo insieme; tornando poi da me scusandosi di essersi assentato per cercare quei tre. Era straziante, ma lo capivo.

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