Cap. 9

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Il mattino dopo, quando alle 7.15 la sveglia suonò, urlandomi all'orecchio quella stupida canzone che avevo messo, fui sopraffatta dalle sensazioni provocate dalla mia testa brulica di sogni. Era un susseguirsi di immagini del bosco, di quel ragazzo di nome Ty, di Jason e dei nostri primi veri discorsi. Un vortice di emozioni diverse, ma soprattutto di due ragazzi diversi. Mi alzai e con il mio goffo pigiama con gli orsetti mi affacciai alla finestra. Lui era già lì, intento a guardarmi. Gli sorrisi. Era iniziato dicembre, la città e il centro somigliavano ad uno di quei paesini che si vedono nelle palle di cristallo con la neve; le persone iniziavano a sistemare addobbi natalizi, lucette ovunque, e ai lati delle case si intravedevano anche alcuni piccoli pupazzi di neve, si respirava già quell'atmosfera che solo l'inverno poteva dare. Jason stavolta non tardò di un secondo, appena uscii di casa era dall'altra parte della siepe a guardarmi scendere i due gradini. Notai che aveva il libro ingiallito tra le mani. << "Come Adamo presto al mattino, che cammina uscito dalla capanna di fronde rinfrancato dal sonno, guardami mentre passo, odi la mia voce, avvicinami, toccami, accosta la palma della tua mano al mio corpo mentre passo, non avere paura del mio corpo." >> recitò in una maniera impeccabile mentre camminava alternando lo sguardo dal libro a me. << Walt Whitman? >> chiesi sorridendogli accorgendomi che si trattava di una raccolta di poesie e avvicinandomi alla siepe. << La conosci? >> mi chiese sorpreso richiudendo il libro. << Non proprio, ma conosco il modo di scrivere dell'autore. >> commentai ora posando il mio palmo della mano al suo petto. << Devo fare così? >> chiesi, aggiungendo recitando: << "accosto il palmo della mia mano al tuo corpo. >> Lui arrossì e sembrò apprezzare quello che stavo facendo, infatti mi disse timidamente: << Più o meno così, si. >> e si avvicinò anche lui. Sentii il cuore pulsarmi quaranta volte al secondo e il suo respiro farsi più affannato e vicino al mio. Annullò di pochi centimetri lo spazio che ci separava e mi attirò a sé con il braccio. << Quindi.. >> iniziai a dire ricordandomi una frase di Walt Whitman, << "Sei tu la nuova persona attirata verso di me?" >> Si morse il labbro e sorrise allo stesso tempo. Poi mi guardò dritta negli occhi. << .."Per cominciare sii cauta, certo io sono molto diverso da come tu mi immagini" >> pronunciò con una voce sensuale subito dopo. Stava continuando a recitare la poesia. << "Immagini che troverai in me il tuo ideale? Credi che sia così facile ottenere che diventi il tuo amante?" >> continuò ancora a pochi respiri da me scrutando la mia espressione che in quel momento doveva essere persa. << Credo di si. >> risposi subito interrompendolo mentre lui cercava di continuare a recitarla. Si fermò e stette in silenzio un istante. Poi sorpreso e come mai mi aveva guardata prima, avvicinò a poco a poco le sue labbra alle mie. Eravamo soli in mezzo al vialetto quando successe. Il cuore mi batteva in un modo assurdo, le mani mi sudavano e la testa la sentivo leggera come una piuma. Chiusi gli occhi, attesi pochi secondi, ed ecco il suo calore avvolgermi in un bacio da farmi venire i brividi. Sembrava quasi stessi in un luogo irreale ma pieno di luce e gioia, una sensazione mai provata prima. Un altro brivido forte mi percorse lungo la schiena, poi per tutto il corpo e sentii che anche lui, per la seconda volta, anche se in un momento e in una situazione diversa, provò la stessa cosa. Aprii leggermente gli occhi e notai che intorno a noi la luce era cambiata dal giallo del sole appena sorto, ad un tenue e strano azzurro, come se fossimo stati noi ad alimentare quel bagliore. Staccammo insieme le nostre labbra, Jason sorrise a pieno volto e quella luce scomparve. << Che cos'era? >> riuscii a dire incantata da quello che era appena successo tra noi. << Forse un riflesso o forse tutto. >> rispose lui lentamente. Lo guardai in un modo intenso e nello stesso momento capii che tra di noi sarebbe iniziato qualcosa di paragonabile all'incredibile. << Che ne dici di saltare la scuola oggi? >> chiese ancora fisso e incantato su di me e le mie labbra. Sorrisi lievemente. << Direi che è un'ottima idea Grant, anche se è strana detta da te, visto che sei un genio in tutte le materie >> suggerii imitando la sua frase e mollandogli una pacca sul sedere. << Ehi.. non iniziare a stuzzicarmi, altrimenti non resisterò a lungo >> commentò passandosi un dito sulle labbra. << Resistere a che cosa precisamente? >> chiesi curiosa. << Mmm..>> mugugnò roteando gli occhi per aria. << Andiamo che è meglio! >> esclamò poi quasi a se stesso dirigendosi a piedi verso la strada. << Stai forse evitando la mia domanda Jason? Sai ormai inizio a conoscerti... >> proferii io correndogli appresso. << Dici? >> domandò prendendomi la mano, gesto per il quale andavo pazza. << Dico di si, belloccio. >> Rise. << Belloccio? Sono solo belloccio? Pensavo di essere super interessante! >> esclamò mentre camminavamo insieme per la via. Qualcosa mi sfuggiva in quella sua ipotesi o descrizione che fosse.. qualcosa che avevo forse pensato io. << Meta? >> chiesi non sapendo dove stessimo andando. << L'infinito. >> << E dai non fare il romanticone! >> esclamai sorridendo della sua risposta. << Ma non lo sto facendo infatti. >> << Ah no? >> << No. L'infinito è solo il nome del cinema lì in fondo. >> Guardai nella direzione che stava indicando e stupendomi (perché prima di allora non l'avevo mai notato) vidi proprio l'insegna di quel cinema con su scritto " L'infinito." Ah. commentai << allora non sei un tipo romantico come speravo >> finii di dire in modo scherzoso. Jason si fermò e mi fece voltare verso di lui. << Che fai? >> chiesi osservando che non faceva altro che guardarmi senza dire nulla. << Ammiro la ragazza che ho di fronte. >> disse accarezzandomi la guancia sinistra. << Ok, forse un po' romantico lo sei.. >> pronunciai smorzando a poco a poco le parole sentendo le sue dita arricciarmi i capelli dietro la nuca. Quel ragazzo mi faceva volare. La mia mano scivolò sul suo fianco attirandolo verso di me e l'altra finì da qualche parte nella sua schiena, forse un po' verso il basso. Vidi il suo sorriso illuminato dal sole risplendere mentre mi diceva che ero bellissima. A quel punto mi sporsi in punta di piedi e lo baciai, per la seconda volta, e in questa notai che aveva un sapore buonissimo e fresco e che quelle labbra erano morbide come burro. << Conosco il proprietario, il cinema ora dovrebbe essere chiuso.. ma per noi guarda caso sarà aperto. >> disse con un ghigno non appena fummo più vicini e parlando poi con un uomo sulla cinquantina. La sala era grande e buia e tutta per noi, non ricordo nemmeno il film che guardammo, perché in fondo eravamo troppo distratti l'uno dall'altra per capire in verità ciò che stavano dicendo e facendo i personaggi. Jay cercava di godersi il film, ma ogni cinque minuti si voltava a guardarmi e si perdeva metà delle scene solo per scrutare il mio volto e la mia espressione, e io, anche se forse lui non lo poteva sapere, facevo di tutto per trattenermi dal non sorridere e baciarlo su quelle poltrone.. Finito il film andammo fuori e con nostra sorpresa notammo che aveva iniziato a piovere, così, dopo esserci guardati e capiti in un unico e solo sguardo, ci dirigemmo apposta come due poveri scemi sotto la pioggia gelida e iniziammo a correre e a spruzzarci con le pozzanghere ad ogni metro. In un punto, in cui Jay scivolò sporcandosi completamente i vestiti, mi fermai a guardarlo ridendo come una stupida mentre lui mi pregava di smetterla e di aiutarlo, e quando andai lì da lui per farlo, mi prese per un braccio e mi attirò a terra facendomi immergere metà della schiena nella pozza dove stava inzuppato lui; poi mi guardò, rise e mi baciò. Avevo sempre desiderato che qualcuno mi baciasse sotto la pioggia ed era come se lui lo avesse saputo da sempre. 

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