Cap. 13

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Mi fermai all'ultimo istante, a quell'istante in cui Tyler chiuse gli occhi; perché in quel momento, in quel preciso attimo, capii che non stava mentendo. Tyler era pronto a morire piuttosto che restare com'era, piuttosto di fare quello che non voleva più fare. Lasciai cadere a terra il coltello e non appena si sentii il tintinnio della lama, Ty aprì gli occhi. << Ti sei fermata. Perché? Non me lo merito. >> pronunciò. << Si mi sono fermata Ty. Non ti voglio uccidere; almeno non ora. >> Il suo respiro da trattenuto che era, riiniziò a fuoriuscire e di colpo si buttò su di me abbracciandomi. Non mi mossi e non ricambiai il gesto. Appena mi lasciò, mi alzai e vidi del sangue sul pavimento, proprio sotto la sua gamba. Non me ne ero accorta prima. Ty si rese conto di dove era concentrato il mio sguardo e allora iniziò a spiegare: << Il tuo amico Will per ringraziarmi mi ha reciso la gamba. >> << Oh si. Mi ha .. Ho saputo che ha colpito uno di voi, solo non sapevo chi. Ti fa male? >> chiesi, anche se speravo provasse dolore almeno per quello. << Stavo meglio prima; ma è sopportabile. >> Restammo a guardarci l'un l'altra per un paio di secondi senza aprir bocca, poi gli porsi la mano così che potesse alzarsi da terra. Mi accennò un grazie con il capo e alzò l'angolo sinistro della sua bocca. << Non mi incanti col tuo mezzo sorriso. Anche se mi hai salvato la vita due volte e hai aiutato Will, non cambia il fatto che sei un demone e che hai sempre cospirato contro di noi, anche se forse ora lo fai solo per costrizione. >> dissi seria e impassibile. Mosse la testa in cenno di comprensione e insieme ci dirigemmo in salotto. Feci passare prima lui, non perché barcollava, ma bensì perché non mi fidavo a voltargli le spalle. Tyler si sedette dolorante nel divano di pelle e si premette uno straccio contro la ferita bloccando l'emorragia. Io mi sistemai di fronte a lui, appoggiando la schiena contro il muro. Non volevo stargli accanto. << Perché hai salvato me e Will? I tuoi compari lo sanno questo? >> chiesi ancora sbigottita e con le immagini di Tyler che si avvicinava a me in forma di demone quel giorno al liceo. << Sospettano che qualcuno stia ostacolando ogni loro mossa, ma non pensano in alcun modo che sia uno di loro. >> ammise Ty. << Will ci ha fatto sapere che non siete più solo voi tre, se ne sono aggiunti altri due. Dimmi chi sono e come posso trovarli. >> << Vorrei aiutarti, ma credimi, non ho idea di chi siano. È Jake quello che si occupa di queste cose.. di chiamare altri demoni intendo. >> << Allora dimmi come posso trovare lui e Paul. >> sbottai. << Non posso farlo. >> A quell'affermazione mi sembrò di risentire le stesse parole di Jason, quando cercava di proteggermi estraniandomi da tutto e tutti. << Vuoi stare o no dalla nostra parte? >> chiesi con forse troppa rabbia. << No. Non voglio fare nemmeno questo. >> << E allora che cosa vuoi Tyler? >> Il suo sguardo si fece più intenso e profondo. Era ancora seduto lì immobile a fissarmi. << Voglio te. >> Lo osservai sbigottita aspettando che aggiungesse altro. << Scarlett.. So che tu sei quella bambina nata con il dono di poter vedere noi e percepire gli angeli; so e sappiamo tutti del tuo angelo custode divenuto umano per amore, ma so anche cosa tu provochi in me. >> Mi adagiai ancora di più verso la parete, ascoltando la sua voce penetrante. << Senza di te non sono altro che un essere malvagio. Ho provato ad evitarti e a non pensarti in questi giorni, ma più lo facevo più sentivo che quella parte buona di me scompariva. Scarlett tu sei la ragione per cui io ora sono così, la ragione per cui ho agito così, ingannando i miei stessi simili. Tu mi fai sentire vivo e accendi in me qualcosa che non avevo mai provato prima. Finalmente a distanza di decenni provo qualcosa, dei sentimenti veri e tutto questo grazie a te! Ti prego non andartene e non allontanarti da me, non voglio essere come ero prima di incontrarti. >> Quelle parole mi crearono un peso enorme sullo stomaco e il cuore iniziò a battermi più velocemente. Non immaginavo potesse dirmi quelle cose, non immaginavo potessi provocare una cosa così forte a un perfetto demone, se era vero tutto quello che avevo appena sentito uscirgli dalla bocca. Improvvisamente mi risuonarono in testa le parole di Adrian quella sera durante la cena: "È da quando ho iniziato a provare dei sentimenti, a vivere e agire come un umano e da quando ho avuto Ronnie, che ho iniziato ad invecchiare e ad avere meno potere." Tyler si manteneva in forma umana per poter stare in mia compagnia, il demone che avevo di fronte iniziava a provare dei sentimenti e a vivere come un normale ragazzo. << Allora non esserlo. >> pronunciai lentamente. Mi spostai dalla mia posizione e andai a sedermi vicino a lui. << Se sei come dici di essere e se provi veramente qualcosa per me e soprattutto se vuoi che io resti al tuo fianco, devi aiutarmi. Tyler devi aiutarci a sconfiggere loro, devi unirti a noi facendo il doppio gioco; infondo lo stai già facendo. >> Gli sfiorai la mano e lo guardai dritta nei suoi occhi neri e profondi. << Questa è la mia condizione e anche un modo per potermi fidare di te. >> Restò in silenzio a pensare, ma sempre continuando a fissarmi. << Jason e Will sanno chi sono io? Sanno di noi due? >> Mi sentii pervadere dal dolore e dal senso di colpa. Se Tyler avesse accettato tutto ciò, avrei dovuto rivelare ogni cosa a Jay, avrei soprattutto dovuto convincere lui e Will che Ty poteva esserci di grande aiuto se avessero accettato a collaborare e allo stesso tempo però avrei potuto tranquillizzare Jason, dimostrandogli che in questo modo io non avrei più dovuto mettermi in mezzo e cercare gli altri due demoni; forse questo poteva risparmiarmi meno rammarico e avrebbe potuto perdonarmi per non averglielo detto prima. << No io.. non lo sanno, ancora. >> dissi fievolmente. << Capisco. >> Si fece più vicino a me, stringendomi la mano che gli avevo appena sfiorato. << Se accettassi di aiutarvi, consapevole che tutto ciò mi porterebbe a uccidere coloro con cui mi sono sempre misurato e affiancato; tu mi prometti che mi resterai accanto? Non ti chiedo di più, so che ora hai una relazione con.. Jason, ma questo non vuol dire per forza che non puoi provare altro per uno come me. So che provi qualcosa, te lo leggo negli occhi. >> Tyler era molto sicuro di quello che aveva appena detto e io non potei rinnegarglielo; infondo era vero, qualcosa provavo per lui, qualcosa che forse andava al di là dell'affetto.. anche se non lo volevo ammettere , con Ty tutto mi sembrava meno pesante, quel ragazzo, demone che sia, aveva la capacità di farmi sentire leggera e spensierata, o almeno lo faceva prima di quel giorno. << Se mi dimostrerai di meritarlo e mi darai la tua parola.. credo che potrei farlo. Si Tyler, una buona azione per un'altra buona azione. >> << Un demone non fa buone azioni. >> commentò lui di colpo. Lo osservai bene e infine dissi: << Forse lo sei solo nell'aspetto, forse dentro di te qualcosa sta veramente cambiando. Spero che sia così, perché se non lo è, questa cosa potrebbe essere stata la peggiore che abbia mai deciso di fare. >>  Rientrai in casa al crepuscolo. Jason era seduto chino su se stesso nelle scale che portavano alla mia stanza. Appena aprii la porta fece un grande sospiro vedendomi, come se fino a quel momento non avesse mai respirato. << Dov'è Will? >> chiesi non scorgendolo. << Sta dormendo. Ora è fuori pericolo, grazie al potere della sfera è riuscito pian piano a guarire del tutto dalla ferita inflittagli. È di sopra nella stanza di Emily, ti dispiace se resta qui stanotte? Non è ancora pronto per affrontarli di nuovo. >> << Certo. Non c'è alcun problema. >> risposi a voce bassa. Jason si alzò da dove era seduto e mi venne in contro. << Che cos'hai? Ti vedo strana.. hai individuato qualcuno di loro? Stai bene vero? >> << Si Jay è tutto ok.. tranquillo. >> Non sapevo come dirgli la verità, come spiegargli ogni cosa. Mi prese il viso tra le mani calde e soffici e mi porse lo sguardo verso i suoi grandi e bellissimi occhi grigi accennandomi un sorriso. Fu lì che mi venne l'idea. C'era solo un unico e semplice modo per raccontargli ogni minima cosa, o più precisamente, per fargli vedere tutto quello che sapevo e che mi era capitato a distanza di un mese. << Leggimi nella mente. >> << Che cosa? Perché.. >> chiese sbigottito lui. << Fallo e basta. Capirai tutto. >> Mi guardò torvo e sorpreso da quello che gli avevo appena detto di fare, ma senza esitare, vidi le sue sopracciglia inarcarsi e gli occhi socchiudersi in una piccola fessura. Immaginai e pensai a tutto ciò che mi era capitato, iniziando dall'incidente nel torrente. Ripercorsi con il pensiero la sensazione di gelo, il sentirmi affaticata dagli sforzi per mantenermi salda aggrappata alla lastra di ghiaccio; poi il sentirmi improvvisamente sollevata da forti braccia e quella fievole luce rossa. Mi ritornò in mente ogni particolare che non riuscivo a ricordare, compreso Tyler che mi estraeva dal ghiaccio in forma di demone; la stanza in cui mi risvegliai subito dopo essere stata riscaldata dal suo corpo e i suoi occhi che per la prima volta incrociavano i miei. Il tutto susseguì in una serie di eventi: i miei sentimenti verso quel ragazzo che in quel momento mi stava leggendo nel pensiero; Tyler che bussava alla porta dell'aula di chimica, l'incendio e sempre Tyler che si avvicinava a me e mi lasciava cadere dalla finestra salvandomi una seconda volta e.. e lì mi fermai, perché un altro pensiero, racchiuso e nascosto in chissà quale cassetto, mi pervase la mente. Quel demone, per quanto male potesse aver fatto in passato, si comportava ora come se mi volesse proteggere da ogni pericolo, come un custode, quel custode che era sempre stato per me Jason. Contemporaneamente ad altre scene di qualche giorno prima, dove dopo aver accompagnato zia Emily in aeroporto, andai a trovare Ty; pensai e sentii il dolore che con quell'azione e quegli eventi, stavo provocando su Jason, su come da quelle immagini nella mia mente si capiva e manifestava il rapporto tra me e quel demone.. mi sentii crollare dentro. Infine mostrai dove mi ero recata e quello che avevo fatto qualche ora prima. Il suo sguardo era pietrificato e impassibile. Appena terminai di descrivere ogni cosa attraverso i miei pensieri, Jason si scostò da me e le sue mani, che erano ancora salde e delicate sul mio viso, si lasciarono cadere a penzoloni sui suoi fianchi. << Jay.. >> Scosse la testa, incredulo da quello che era appena venuto a conoscenza e i suoi occhi erano persi altrove, da qualunque parte tranne che verso di me. Mi avvicinai di un passo ponendo il braccio in avanti per poterlo sfiorare, ma si distanziò ancora di più. << No. Non è vero. >> pronunciò a se stesso cercando di autoconvincersi. << Jason mi dispiace. Non te l'ho mai detto prima perché non volevo ferirti, non volevo farti preoccupare per me.. io. >> << Non aggiungere altro. >> << Jay.. >> Mi tremava la voce. << No Scarlett. No. >> Volevo dirgli che non glielo avevo detto fino ad ora perché volevo essere sicura di ciò che era veramente Ty, volevo attraversare quei pochi centimetri che mi separavano da lui e cadere inerme tra le sue braccia.. Volevo fargli sapere che nessuno lo avrebbe mai sostituito, che nessuno sarebbe mai stato come lui e che con nessun'altro avrei mai potuto provare ciò che sentivo per lui. Non feci nulla di tutto questo. Jay mi rivolse un fugace e profondo sguardo, uno sguardo colmo di disprezzo e delusione. Volevo piangere. Mi si spezzò il respiro e mi si strinse lo stomaco tanto da farmi piegare in due. Jason mi voltò le spalle e se ne andò rivolgendomi queste ultime parole: << Non posso fermarmi e pensare a tutto ciò che hai fatto e nascosto fin ora, ma stanne certa.. da adesso in poi le mie decisioni saranno ben diverse. >> Aprii subito la bocca per fermarlo e dirgli tutto quanto, ma restai così, lasciandolo uscire di casa mentre la porta si richiudeva. Ero ferma in piedi nel corridoio, non riuscivo più a muovermi e a respirare, le gambe non riuscirono a sorreggermi. Stramazzai a terra. Non potevo pensare a cosa era appena successo, a cosa Jay avesse provato in quegli istanti e se ancora provava qualcosa per me, oltre alla delusione. Iniziai a piangere semidistesa sul pavimento freddo e duro avendo contemporaneamente un attacco di panico.. avevo iniziato ad averli dopo la morte dei miei genitori. In quel momento forse Jason stava raccontando tutto a Adrian, facendomi apparire come una traditrice e rimpiangendo la sua scelta di divenire umano per me, per una persona che ora avrebbe definito banale e priva di animo.. Forse era questo che intendeva dicendomi che le sue decisioni sarebbero state ben diverse; non sarei mai riuscita a sopportare una cosa del genere, mi sentivo sola e incompresa da tutti. Cercai di rialzarmi e riprendere a respirare regolarmente, quando sentii dei passi pesanti provenire dal piano di sopra. Voltai lo sguardo verso la scalinata e vidi Will spuntare di corsa dal corridoio e fermarsi di scatto. Non mi ero nemmeno ricordata che era ancora nella stanza di Emily. Sembrava già completamente guarito e in buona forma, ora lo vedevo come la prima volta, umano e incantevole. Nello stesso istante in cui lo guardai asciugandomi le lacrime dagli occhi, la porta d'entrata si spalancò, facendo entrare una ventata di aria fredda e pesante. Jay. I due si guardarono immediatamente, senza badare a me e a nient'altro. << È qui. >> La voce di Jason era ferma e intensa. Will gli rivolse un cenno quasi impercettibile e in quel momento i miei occhi umani videro quel ragazzo trasformarsi in un grande e imponente angelo. Prima di quell'attimo non mi ero accorta di quanto fosse enorme.. Era più o meno alto tre metri e le sue ali si allungavano ai lati occupando gran parte dello spazio intorno a lui. Brillava di una carica luce bianca che lo circondava e si espandeva in quasi tutta la stanza, una luce non accecante, ma che comunque riempiva ogni vibrazione e stimolo della mia retina. Lo vidi sporsi in avanti e librarsi nell'aria di fronte a lui, sembrava così piccola la stanza adesso. Jay mi indirizzò uno sguardo sfuggente e si scagliò di fretta insieme a Will verso l'uscita, non riuscii a capire cosa stava succedendo. Mi tirai su e mi sporsi con il volto fuori dalla porta quando vidi la scena. Adrian stava correndo fuori da casa sua impugnando una spada ingente e dorata, lo seguii con gli occhi in ogni suo movimento fino a quando si fermò dall'altra parte della strada. La sera era ormai inoltrata e le uniche luci che illuminavano la strada erano quelle dei lampioni e delle case vicine. Doveva essere ora di cena perché non vidi ne persone ne auto circolare per la via. A parte loro. Adrian, Will e Jason erano riuniti a cerchio intorno a qualcosa. Uscii nel portico per vedere meglio quando sentii un uomo urlare. Riconobbi all'istante la voce e capii quello che stava succedendo. Tyler. Corsi più veloce che potevo verso di loro e verso quella luce rossa vermiglia che illuminava i loro volti. Iniziai a gridare. << Fermi! Voi non capite! Lasciatelo! >> Ero ormai alla distanza di un metro e facendomi largo spingendo e catapultandomi tra di loro, mi misi in mezzo ponendomi davanti a quel demone. Era enorme e completamente diverso da come l'avevo conosciuto e visto in forma umana. Ora che lo vedevo in tutto e per tutto nella sua forma naturale notai che aveva un corpo simile a quello di un animale, ampio, sproporzionato e con delle corna appuntite nel capo, appena sopra la fronte. Emanava un pungente odore di zolfo e intorno a lui l'aria si era fatta più calda. Notai anche una lunga coda spuntargli da dietro la schiena e i suoi occhi, da profondi e scuri, ora erano del colore del sangue. Adrian mi puntava contro quell'arma spessa e tagliente e Will cercava di togliermi di mezzo spostandosi da ogni lato per attaccare Ty. Jason restò inerte ad osservare tutto. << Fermatevi vi prego! Lui non è come pensate! >> Gridai contro i due e continuando a schermare Tyler dietro le mie braccia. << Jay .. tu lo sai. Ti supplico! >> pronunciai implorante rivolgendomi a lui. Will e Adrian rivolsero immediatamente lo sguardo a Jason e si bloccarono all'unisono. Volsi il capo dietro la mia spalla per guardare Tyler che in quell'attimo riprese subito le sembianze umane, riapparendo come io l'avevo sempre conosciuto e ammirato. Mi porse un lieve sorriso. << Che storia è mai questa? >> sbraitò Adrian guardando Jason e me. << Non possiamo fidarci di lui! >> continuò con voce acuta e un'espressione nel viso che non avevo mai visto. << Ha salvato Scarlett. Due volte. E ha anche aiutato Will. >> Mi stupii di quelle parole e dalla tranquillità con cui Jay le disse, forse aveva capito e compreso il perché fino a quel giorno non glie ne avevo parlato, o forse aveva solo ammesso quello che lui avrebbe voluto fare se non fosse diventato umano. << Ha ragione, Adrian. Hai constatato anche tu dalle immagini che Jason ha letto nella mente di Scarlett. >> ammise Will riponendo lo sguardo dietro di me a quel demone che si mostrava come Tyler. << Questo non cambia nulla! Potrebbe averlo fatto per i propri scopi e per arrivare a noi! >> ribatté furioso Adrian. << Tanto da venire qui da solo senza alcuna protezione sapendo di andare in contro alla morte? >> domandò Will scrutando in profondità Ty e rivolgendosi di nuovo a Adrian con tono lieve << Guarda dentro di lui e percepisci il suo potere. >> Adrian sembrò esitare in un primo momento, ma poi rivolse tutta la sua attenzione verso Ty che non si mosse da dov'era e ne fece alcuna pressione o azione. Dopo qualche secondo Adrian spalancò gli occhi scettico da quello che aveva appena letto dentro di lui, ma non abbassò la guardia ne la spada che ancora impugnava nella mano destra. << Resta comunque impossibile fidarsi. Per ora è meglio tenerlo nelle cantine da noi Ad. Sai cosa fare. >> Enunciò Jason guardando dritto Adrian. << Scarlett è meglio se ti sposti. Non lo uccideremo per ora, ma lasciaci fare il nostro dovere prima che qualcuno si faccia male. >> Will parlava calmo e mi sembrò sicuro e sincero.. guardai di nuovo Ty negli occhi scuri e mi spostai dopo che lui mi disse in tono lieve appena percettibile: << Grazie. Lasciami pure ora. >>   Quella notte nessuno mi permise più di avvicinarmi a Tyler, ne riuscire a vedere dov'era e cosa gli avevano fatto. Passarono ore e ore da quell'episodio e Jay non si fece vivo. Erano ormai le quattro del mattino ma non avevo ancora chiuso occhio. Restai sdraiata nel mio letto stremata e avvilita. Perché Tyler si era presentato qui dopo che ero stata da lui? Perché non aveva reagito o detto nulla che potesse risparmiargli quelle ferite inflitte nella sua pelle prima che arrivassi e mi intromettessi? Non capivo e non capivo nemmeno Jason. Sbirciai dalla finestra della mia camera in direzione della sua stanza, ma non c'era. Che stavano facendo? Sapevo che erano tutti lì, un angelo della gerarchia più elevata, un custode degli angeli ormai quasi umano, un umano che prima era angelo e un demone che ora stava diventando umano. Tutto era troppo confuso e incomprensibile. In quella casa tutti si nascondevano e uno ora era imprigionato e legato nelle cantine, ma non potevo esserne sicura. Volevo andare e presentarmi lì, chiedendo di chiarire con Jay e poter vedere Ty; ma non sapevo se potevo e soprattutto se qualcuno di loro voleva ancora vedermi. Non mi restava altro che starmene sola dentro la mia stanza. Passarono altre due ore circa e la luce dell'alba iniziava a filtrare attraverso le tapparelle.. era la Viglia di Natale. Mi tornarono in mente gli ultimi natali passati con la mia famiglia.. Era abitudine svegliarci presto, più o meno verso le sei e un quarto di mattina, fare colazione con dei dolci natalizi alla cannella e metterci tutti davanti alla tv guardando "Mamma ho perso l'aereo", un film che, anche se visto miliardi di volte, ci faceva sempre ridere da matti. Dopodiché insieme si iniziava a preparare un sacco di cose da mangiare per il cenone di Natale, mettendo come sottofondo tutte quelle canzoni adatte all'atmosfera. Ricordo mio padre e mia madre ballare divertiti e innamorati vicino all'albero addobbato e ridere mentre papà pestava i piedi alla mamma. Era divertente e bellissimo vederli così, legati da quell'amore indissolubile ormai da quasi vent'anni; ed ora non mi restavano altro che ricordi, unicamente questi ricordi che non si sarebbero mai ripetuti. Guardai l'orologio, le sei e un quarto esatte, ora tutto doveva cominciare e quella giornata doveva essere bella come lo era sempre stata; ma ero sola, in una casa diversa, e i miei genitori erano morti. Mi scese una lacrima e sotterrai la testa sotto le coperte sentendo un dolore immenso crescermi dentro, non potevo sopportare tutto questo, non ci riuscivo. All'improvviso sentii dei passi provenire dal corridoio e qualcosa da un suono chiassoso avvicinarsi sempre di più verso la mia stanza. Scalciai via le coperte e mi misi seduta nel letto. La porta si aprii lentamente. Jay entrò calmo nella camera con una sveglia in mano. << Jay tu.. >> << Non dire nulla. È la Viglia di Natale ed è ora di alzarsi. >> Jason si avvicinò a me e si sedette nel letto. Non sembrava arrabbiato, anzi mi guardava attentamente in un modo premuroso. Pensai di baciarlo all'istante, ma mi ritornò in mente la sua espressione e le sue parole della sera prima, quindi appena mi mossi in avanti verso le sue labbra, mi fermai e guardai in basso. << Ehi.. >> pronunciò notando il mio gesto e spegnendo la sveglia. << Scar so che pensi che io sia arrabbiato con te, ma non è così. >> Continuai a fissare in basso. << Forse no, ma so che sei deluso da me e che non avresti mai desiderato diventare ciò che sei ora. Mi dispiace, non avrei mai voluto costringerti a fare una cosa simile per una semplice umana come me. >> ammisi afflitta. << Che cosa? Scar no, tu pensi questo? >> chiese allarmato. << È quello che hai detto ieri dopo aver saputo tutto. >> ammisi ancora guardando in basso. << Scar, guardami. >> Jason mi porse il viso verso il suo con un delicato gesto della mano e vide i miei occhi lucidi incrociare i suoi. Si rabbuiò all'istante socchiudendo gli occhi e sembrò dispiaciuto per me. Cosa che non doveva provare. << Scar? Amore non.. hai frainteso le mie parole. Con da adesso in poi le mie decisioni saranno ben diverse non intendevo dire che mi sono pentito delle decisioni prese fin ora, questo mai! >> Mi strinse fra le braccia e appoggiò il mento sopra la mia testa. Mi abbandonai completamente a lui. << Anche se tornassi indietro la mia scelta di diventare umano per starti accanto non cambierebbe. Con quelle parole intendevo dire che non rischierò più di vederti di nuovo sola e in pericolo, non rischierò più di poterti mettere in situazioni del genere dove non puoi proteggerti o stare insieme ad altre persone o .. demoni, con il quale rischieresti la vita non sapendo come comportarti e soprattutto cosa provare. >> Sospirò e continuò a tenermi stretta. << Tu hai un cuore Scar, ed è per questo che hai agito in quel modo. Non c'è bisogno che mi spieghi altro o che ti scusi; te l'avevo già detto ieri, ma non avevi capito. >> Emersi dal suo petto e lo guardai dritta negli occhi. << E come avrei potuto capirlo? Pensavo.. >> sospirai anch'io e guardandolo dritta negli occhi per quei pochi secondi che sembravano interminabili, dissi l'unica cosa che in quel momento riuscivo e sentivo di provare. << Ti amo. >> Nel volto di Jay comparve immediatamente un sorriso e i suoi occhi diventarono sempre più grandi e luminosi. << Tu.. >> pronunciò sorpreso e un po' impacciato. << Perché me lo stai dicendo ora? >> chiese con un filo di voce talmente era emozionato e scosso da quello che aveva appena sentito. << Perché ieri, quando ho capito che forse non mi avresti più voluta vedere, quando ho provato una fitta immensa allo stomaco per le tue parole, quando ho pensato che ti avrei perso.. ho finalmente capito che mi ero innamorata di te e che ti amo ancora di più ora che mi hai detto di aver capito perché ho agito così, dimostrandomi quanto mi conosci e quanto amore provi per me. >> Si sporse di qualche centimetro e mi baciò, un bacio tra due persone che si amavano, un bacio che sembrò durare un'eternità. << Ti amo anch'io amore. >> disse poi staccandosi. Ci guardammo e ci sorridemmo a vicenda, felici dei nostri sentimenti e di essere insieme. << Allora vuoi mangiare o no i dolci alla cannella? >> chiese Jay alzandosi dal letto tutto sorridente qualche secondo dopo. << I cosa? >> chiesi intontita. << I dolci alla cannella! Quelli che mangiavi ogni Vigilia di Natale con la tua famiglia! Dai non puoi non ricordarteli Scar. >> disse ridendo con amore. << C-certo che me li ricordo ma.. >> pronunciai sbalordita. << Poi ci guardiamo il film che ho noleggiato l'altro giorno, ci ascoltiamo il disco che ho fregato a Ronnie, balliamo vicino all'albero e prepariamo la cena per stasera. È tutto pronto basta scendere e mettersi comodi. >> Ero completamente sorpresa e scioccata da ciò che avevo appena sentito, Jason sapeva tutto di me, anche come passavo la Vigilia ogni anno, perché lui era lì, ogni volta, a guardarci ridere insieme. Amavo sentirmi così, e amavo lui ancora di più per questo. << Non pensiamo a quello che è accaduto, almeno oggi godiamoci questa giornata e l'essere insieme. >> Ancora in pigiama, scendemmo simultaneamente a fare colazione; non facevo altro che guardarlo e sorridere.. Non sapevo nemmeno cosa o come stessi mangiando, perché ero completamente persa per lui. Pensavo non volesse più rivolgermi la parola o vedermi, e invece ora era lì, seduto accanto a me mentre mi porgeva la colazione. Era magnifico. Dopo un ora e mezza passata a vederci il film stretti stretti nel divano, Jay mise il cd rubato a Ronnie nel lettore e la musica iniziò ad espandersi. Mi porse la mano destra che incrociò alla mia, con l'altra mi cinse il fianco attirandomi a sé e io appoggiai la mia nella sua spalla arricciando qualche sua ciocca fuori posto. Iniziammo a ballare. Era buffo, perché eravamo soli e incapaci, ma i nostri corpi appiccicati non volevano smettere di muoversi così, come un'unica melodia. Ora ero io quella che danzava insieme all'uomo della sua vita, ero io quella che rideva perché la persona davanti a lei le pestava di continuo i piedi (forse anche di proposito), ero io ed eravamo noi. Jason, dopo i primi passi, iniziò a soffiarmi tra i capelli e a baciarmi sotto l'orecchio per poi scendere fino all'incavo del collo; piano lasciai la sua mano e intrecciai le mie attorno a lui premendo il mio petto contro il suo. Potevo sentire i nostri cuori battere all'unisono. Jay fece scorrere le sue mani su tutto il dorso della mia schiena e mi strinse forte spostando le sue labbra dal mio collo alla mia bocca. Le nostre lingue iniziarono a giocare una nella bocca dell'altro e il respiro si fece più affannoso; d'improvviso mi prese in braccio in un'unica e per niente affaticante presa, ponendomi a terra nel tappeto morbido. Senza mai interrompere il bacio si distese sopra di me e la sua mano percorse il profilo che dal mio seno proseguiva sin sotto la coscia. A quanto pare il nostro ballo era un tantino diverso da quello che ricordavo dalle immagini dei miei genitori e sicuramente il loro non durava così poco. Sentii la sua mano tiepida salire da sotto la maglietta e l'altra nell'elastico dei pantaloni di ciniglia intenta a togliermeli di dosso. Le nostre bocche non volevano separarsi e le nostre mani fermarsi. Pizzicai i lembi della maglietta di Jay che mi aiutò a levarla in un secondo, passai le mie dita tra le sue imponenti scapole e continuai così percorrendo la sua pelle per tutta la linea della schiena e infine infilandole sotto i pantaloni fin dentro i boxer, tastando ogni centimetro e curva del suo corpo. Il calore intorno a noi si fece più ardente e la nostra carne, premuta l'una sopra l'altra non cessò a volerne sempre di più. Jason lambì con le dita il contorno dei miei slip e nell'istantaneo, improvviso e inatteso momento Will spalancò la porta di casa portandosi le mani davanti agli occhi nell'istante in cui ci vide. In fretta e furia cercammo di ricomporci e rivestirci arrossendo e guardandoci, super imbarazzati, colti sul fatto. << Scusatemi ragazzi ma non posso ripassare! È una cosa alquanto urgente anche se meno piacevole e seducente della cosa che stavate facendo. >> definì Will abbozzando un sorriso compiaciuto. << Vuoi dire della piacevole e seducente cosa che hai interrotto Will! >> Proferì Jay stupendomi e facendomi sentire ancora più in imbarazzo di fronte al suo amico. << Si più o meno quella. Comunque.. >> si schiarì la voce e chiuse la porta alle sue spalle. << quell'idiota di Tyler non vuole parlare ne rivelare nulla sulle mosse dei suoi ex compari, se così possiamo definirli, senza di te. >> Dopo essermi rimessa la maglia del pigiama lo guardai, stava puntando il dito proprio verso di me. << Cosa vuole quello? >> chiese Jay in tono acuto verso Will. << Non c'è altro modo. Abbiamo provato con ogni mezzo a fargli dire dove si trovano o come avessero intenzione di agire contro di noi, ma lui sta insopportabilmente zitto. Non fa altro e solo che ripetere "non dirò nulla se non a Scarlett, se volete sapere qualcosa lo saprete solo da lei". Quanto lo odio! >> Nel dire quella frase Will fece il vocione, cercando di imitare quello di Ty, il che mi procurò un senso di divertimento. << Non se ne parla nemmeno! Scarlett ha rischiato fin troppo per noi stando vicino a quel verme, ora che lo abbiamo qui non la farò di certo avvicinare a lui! No. No! >> Jason sembrava furioso, anzi lo era eccome! Non l'avevo mai visto così, ma quel suo modo di proteggermi e di volermi sola per sé mi faceva sorridere e incantare. << Jason so che non vuoi che Scarlett si metta in mezzo a questa storia, ma devi accettare la realtà! Ormai ne fa parte persino più di noi e soprattutto sa gestire quell'idiota meglio di me e te messi insieme! >> Will si avvicinò e tutti e tre ci sedemmo comodi sul divano. Jason scosse la testa e il suo viso contratto continuò a fissare il vuoto. << Non ne posso più di questa storia.. Non avremmo mai dovuto chiederle di immischiarsi nei nostri casini. È una cosa che non tollero. >> ammise Jay prendendomi ora la mano. << Mi dispiace Jason. >> disse Will. A quel punto Jay mi guardò e mi chiese l'unica cosa che poteva domandarmi. << Tu che cosa vuoi fare? >> Mi guardò come un cagnolino guarda il proprio padrone supplicandolo di dargli quello che vorrebbe, cosa che io non potevo dargli. << Jay so che è dura per te ma ho instaurato una specie di rapporto con Tyler e lui .. Beh diciamo che è così perché.. >> << Perché ha iniziato a provare qualcosa per te, si lo sappiamo. >> mi interruppe Will. Arrossii e fui stupita da quelle parole, ma feci finta di nulla e continuai a parlare. << Già e per questo sta anche cambiando e diventando più umano di quello che non sembri. Ti ricordi? L'hai detto anche tu questo, hai detto che poteva succedere. >> spiegai osservando Jason. << Si, me lo ricordo amore e non sai quanto vorrei che non fosse così. Giuro che se prova a toccarti io.. >> << Shh.. Jason non, non pensare a queste cose. Pensa che lui adesso è diverso e vuole aiutarci. >> << Vuole, aiutarti. >> mi corresse Will scrutandomi. << L'importante è che ora potremmo avere un aiuto in più e cogliere di sorpresa gli altri due e quelli nuovi che hanno chiamato. >> Cercai di convincerlo ad accettare e capire tutto questo, ma non sembrava cambiare idea. << Jason, amico, siamo in tre contro cinque e tu ed Adrian non avete molti poteri e non parliamo del fatto che ora siete mortali. Avendo quel demone dalla nostra parte potremmo vincere e uccidere gli altri essendo così in parità numerica e sia tu che Scarlett potreste stare e vivervi la vostra vita in perfetta armonia. Accettalo Jason, se proprio vuoi, puoi anche riempirlo di botte prima di farlo parlare con lei, ma ti prego.. >> cercò di convincerlo Will. Jay ci mise un bel po' prima di rispondere, ma appena si alzò ponendosi davanti a noi in uno scatto inaspettato disse: << Accetto, ma solo ad una condizione. >>  

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