Cap. 20

177 8 0
                                    

L'orologio era l'unica cosa che continuavo a guardare. Tic. Tac. Le lancette avevano fame l'una dell'altra e proseguivano sempre più verso l'alto. Tyler era da poco entrato in contatto con Will, il vero Will, e lui stesso lo aveva informato di ogni dettaglio per il piano, ricordandogli che se qualcosa fosse andato storto dovevano procedere con il piano B e cioè far finta che Tyler stesso mi avesse rapita per tenermi come merce di scambio per la sfera di luce o per il proprio divertimento. Avevo saputo che Jason stava bene, almeno per una cosa ero meno preoccupata anche se ero ancora delusa e arrabbiata con lui. Me ne stavo seduta sulla poltrona verde da quasi un'ora, per tutto il giorno ero rimasta a guardare Tyler esercitarsi con i suoi poteri e riprendere e cambiare forma ogni cinque minuti; lo vidi anche lucidare diverse armi e sciabole d'oro.. mi vennero i brividi quando le vidi. Mi sentivo inutile e allo stesso tempo, causa di tutto. Per me rischiavano la vita, tutti avevano messo la loro incolumità a mia disposizione perché ero la merce di scambio e non volevano che mi succedesse niente di male. Per quanto ne sapevo io, potevano benissimo lasciarmi nelle mani dei demoni, almeno così si sarebbero evitati tutta questa scocciatura. Quei demoni però sapevano come giocare, sapevano che per me, la ragazza capace di sentire gli angeli e vedere i demoni, avrebbero rischiato tutto. Sapevano che soprattutto uno di loro, avrebbe fatto qualsiasi cosa per colei la quale aveva rinunciato a sé stesso. Jason, Jay perché .. perché non mi avevi detto nulla? Perché mi hai tradita così? I miei genitori, erano l'unica famiglia che avessi. Le uniche persone che non mi avevano mai abbandonato. E in quel momento mi sentivo così, abbandonata a me stessa tra il bene e il male e lui mi aveva lasciata andare. Poteva dirmelo, forse avrei potuto perdonarlo un giorno, forse avrei potuto capire. Ora mancavano meno di due ore a mezzanotte, non sapevo come sarebbe andata a finire, non sapevo se avrei potuto riabbracciare la zia o vivere quella nuova vita che in questa cittadina avevo appena assaporato, non sapevo se avessi potuto rivedere Jay.. Ma in quel momento, in quel preciso istante, mi ripromisi che se tutto sarebbe andato per il meglio e se entrambi saremmo sopravvissuti a quella battaglia, gli avrei dato una possibilità per spiegarsi, per spiegarmi perché e che cosa lo aveva spinto a non salvare i miei genitori. Vidi Tyler entrare nella stanza. << Ehi Scarlett. >> Il suo viso e il tono della sua voce erano ben diversi da come li ricordavo nei pochi giorni passati, vedevo e percepivo la sua tensione, la sua, anche se fievole, paura di non riuscire ad eliminare il suo vecchio compagno, la paura di morire quando aveva appena iniziato a vivere davvero. Il giorno precedente eravamo rimasti in casa a studiare ogni potere e abilità dei possibili due demoni di cui non conoscevamo ancora l'identità e con grande capacità di descrizione, Tyler mi aveva definito l'aspetto di Jake, il suo vecchio alleato che era a capo del gruppo. << Che c'è Ty? >> chiesi a tono basso. Lui mi guardò in un modo talmente triste che mi fece capire quanta pena provasse per me in quel momento. << Will e Adrian si trovano già nella tua casa, hanno preparato alcune trappole in modo che quando gli altri arriveranno, avranno più tempo per prenderli e ucciderli prima che possano fare del male a.. >> si fermò. << A Jason, si. Ricordo la sua posizione. Lui è l'esca giusto? I demoni sanno che lui non mi lascerebbe mai da sola e di conseguenza li attirerà dentro casa. Lo so. >> spiegai impassibile. << Si >> rispose lui. << È già dentro? Jay è lì? >> Tyler scosse la testa. << Ci andrà poco prima che scatti l'ora predefinita, di sicuro i demoni saranno nelle vicinanze qualche minuto innanzi ai festeggiamenti, così quando vedranno Jason entrare in casa tua, si convinceranno che tu sei lì con lui. >> Non risposi e anche se all'esterno potevo sembrare impassibile e priva di sentimenti, dentro ero terrorizzata. Jay forse era l'unica persona in grado di tranquillizzarmi in quel momento, ma in quella stanza lui non c'era. << Sarà Will a chiamarti quando.. >> non riuscii a terminare la domanda. << Si, telepaticamente mi manderà un segnale. Fino ad allora starò qui a proteggerti. >> Fece qualche passo verso di me e mi abbracciò. << Non preoccuparti, andrà tutto bene >> disse sussurrandomi all'orecchio. Gli diedi un leggero bacio sulla guancia e gli accennai mezzo sorriso in risposta, ma sapevo che non sarebbe andata così. Chiesi a Tyler se poteva lasciarmi sola, non avevo alcuna voglia di parlare, nemmeno più ci riuscivo a parlare. Di fuori il tempo stava cambiando, era buio da un po' ormai, ma le nuvole nere in lontananza sembravano correre verso di me che seduta le stavo guardando dalla finestra accarezzando e lambendo il ciondolo a forma di cuore, che chissà per quale motivo, sentivo il bisogno di indossare quella sera. Dopo pochi minuti, incapace di distrarmi dai miei pensieri, presi tra le mani la raccolta di poesie che casualmente Tyler aveva portato insieme agli altri libri qualche notte fa. Era quella di Walt Whitman, erano le stesse pagine che sfogliavo con Jay nella sua stanza, le stesse parole impresse nella mia mente. Aprii e lessi quelle frasi, ma subito voltai le pagine, non ce la facevo a rivivere quelle scene. Mi soffermai invece su una poesia in particolare, non l'avevo mai letta ne sentita prima di allora, ma mi sembrò descrivere ogni piccola cosa di quella sera. Il titolo era: " Superba musica della tempesta. " Iniziai a leggerla mentalmente.

LumenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora