Capitolo 1

1.2K 73 22
                                    

"A volte ci sono anime gemelle,predestinate da anni.Si può fare di tutto,ma non basterà a separarle.Non c'è partita." (Braccialetti rossi)


Da quando avevo conosciuto Zayn,la mia vita era completamente diversa:finalmente sorridevo,scherzavo,ed iniziai ad apprezzare anche i miei momenti di solitudine,tutto grazie a lui. Però lo aspettavo sempre,questo sì.

Io uscii dall'ospedale molto tempo prima di sua madre,ma non per questo lo dimenticai,né tanto meno lo abbandonai;ero sempre lì,insieme a lui.Trisha stava peggiorando:le probabilità che sopravvivesse erano pochissime e,anche se lui tentava di nasconderlo,conoscevo benissimo le sofferenze del mio amico.Quando la madre dormiva,se non era lì a tenerle la mano,era sempre in qualche posto appartato,seduto a terra,con le ginocchia strette al petto,mentre piangeva in silenzio. Io mi sedevo accanto a lui,senza dire una parola,standogli soltanto vicino,perché era questo che Zayn desiderava:lui non voleva andare a giocare per distrarsi,non voleva parlare e piangere forte.Lui voleva qualcuno accanto,che gli tenesse la mano come facevo io,che lo accogliesse sulla propria spalla e lo stringesse forte senza fiatare,esattamente come me.

"Non ho bisogno di essere compatito."Questo me lo diceva sempre,ed io gli credevo:mi ero sentito esattamente così,prima di incontrarlo.Ecco perché ci volevamo così bene.Eravamo semplicemente due bambinetti che volevano qualcuno accanto.

Passarono gli anni.Trascorremmo tutto il tempo della scuola insieme,uniti,senza mai separarci.Le elementari furono un periodo abbastanza piacevole,io ero diventato più espansivo,Zayn iniziava a sorridere anche ad altri bambini,non solo a me.Lui era più timido,io invece cercavo di fare amicizia. Con le medie,però,le cose cambiarono,e molto.Successe quello che era capitato quando ero solo un bimbo di cinque anni:nonostante cercassi di essere aperto,il più socievole possibile,venivo scostato, emarginato da tutti,tranne che dal mio unico amico,a cui non riuscivo nemmeno a dire come mi sentissi;lui stava abbastanza male,senza che mi ci mettessi anche io con i miei problemi.Ma lui lo capì lo stesso.Ricordo che ci trovavamo in un corridoio della scuola,quando ne parlammo per la prima volta.

Ero di spalle,avevo gli occhi lucidi e le labbra strette.Stavo pensando a chi ero,o meglio,chi ero diventato,di nuovo.Ormai tutta la scuola mi aveva assegnato perfidi nomignoli,del tipo"sfigato", "poveraccio",e addirittura,"il frocio",e solo perché stavo sempre e solo con Zayn.Del resto,lui era messo meglio di me:era attorniato da ragazzi,e soprattutto ragazze,che facevano la fila,solo magari per stare accanto a lui in classe,ma nonostante ciò,lui preferiva me.Quando non lo faceva,e succedeva raramente,era solo per stare con sua madre.Io e lei occupavamo un posto a"pari merito" nel suo cuore,possiamo dire,ed io non potevo crederci.Ma quel giorno,lui mi fece sentire così amato,così capito,già dal modo in cui mi aveva posato una mano sulla spalla.

"Liam?"sussurrò,con voce dolce.

Mi voltai,cercando di asciugare le lacrime,prima che lui potesse vederle.Inutile dire che fallii miseramente.

"Zayn..."tirai su col naso.

"Non piangere,Lee.Non devi dare retta a quei pettegolezzi,se sai che nulla di ciò che dicono è vero.La verità è che non sanno come occupare il tempo,e se la prendono con..."

"Con uno sfigato come me."finii io.

Lui mi guardò malissimo.Odiava che pensassi questo di me stesso.I suoi occhi ambrati si assottigliarono,e le sue spalle si irrigidirono.

"Lee,non parlare così,te l'ho detto tante volte."

"Mi hanno insegnato ad essere sincero,Zay.Ed è quello che sono,anche con me stesso.E' vero che sono un sfigato,un poveraccio e..."ma mi fermai.Non potevo finire la frase.

My secret|Ziam|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora