Luke
Osservai Corinne allontanarsi nel corridoio senza fare niente per fermarla; d'altronde, se aveva deciso di andarsene io non potevo fare altro che rispettare la sua decisione, nonostante mi dispiacesse. Speravo che restasse, in fondo, ma non potevo di certo costringerla.
Mi diressi in salotto dopo aver sentito la porta di ingresso chiudersi con un tonfo, trovando Alex nel bel mezzo della stanza che si guardava attorno confusa. Mia figlia si voltò verso di me, aggrottando le sopracciglia mentre si avvicinava.
«Chi era quella?», mi chiese accusatoria, ancora con quel cipiglio che tanto mi ricordava sua madre in volto.
Sospirai. «Una mia collega», borbottai in risposta, sorpassandola per dirigermi in cucina.
Alex mi seguì. «Non vuoi dirmi più niente?», continuò ad indagare, indispettita.
Mi voltai verso di lei, sbuffando. «Evidentemente no, ti sembro dell'umore adatto per parlare?», sbottai, sentendomi come se avessi sedici anni di nuovo. Non era la prima volta che i ruoli tra me ed Alex si invertissero, che lei diventasse l'adulto responsabile ed io tornassi ad essere un adolescente ribelle. Questa era una cosa che non smetteva mai di stupirmi, il fatto che Alex a volte si dimostrasse così matura ed io così stupido.
Parlando di essere stupidi, avevo appena fatto la cazzata del secolo portandomi a letto Corinne. Certo, finché non me la sono scopata mi sembrava una cosa normale desiderarla, ma solo ora che era scivolata via dalle mie mani come acqua mi rendevo conto di quanto tutto questo fosse sbagliato, qualcosa che non doveva accadere e che non sarebbe dovuta accadere più. E il peggio era che più ci ripensavo, più volevo rifarlo.
La mia mente in quel momento era un turbinio di congetture e contraddizioni, tutto ruotava attorno a Corinne e a ciò che era successo tra di noi. Poteva pure essere tutto sbagliato ma diamine, io la volevo e la volevo ancora, ritrovandomi al punto di partenza.
In fondo, però, non posso farci niente, quella ragazza è attraente come una droga, la trovi pericolosa, la assaggi lo stesso e poi non puoi farne più a meno, scoprendoti dipendente da lei.
«Adesso non metterti a fare il bambino, papà! Ti sembra una cosa carina, tornare a casa e trovarsi una sconosciuta mezza nuda in salotto?!», mi attaccò Alex, «E oltretutto non vuoi parlarmene! Ma d'altronde non lo fai mai, quand'è stata l'ultima volta che abbiamo parlato di qualcosa che riguardasse la tua vita?! Io non so niente di te, papà!», sbottò, girando i tacchi e correndo via, in camera sua. Sentii la porta sbattere poco dopo.
Mi morsi il labbro inferiore, sentendomi in colpa. Non era la prima volta che Alex si trovasse una delle mie conquiste in giro per casa, più volte mi aveva fatto notare quanto la cosa la mettesse a disagio ed io non avevo fatto altro che continuare a portare donne a casa, ignorando il disagio di mia figlia. Cazzo, a volte sono davvero un pessimo genitore.
Con il cuore in gola - come da manuale quando litigavo con lei - raggiunsi la stanza di mia figlia, situata al secondo piano dell'appartamento. La porta era socchiusa, non appena la spalancai trovai Alex distesa sul suo letto, girata di spalle. Mi sedetti sul letto, osservando il profilo di mia figlia in silenzio. Ancora una volta, la sua somiglianza ad Eva mi fece tremare lo stomaco. Era come se sapesse che se ne sarebbe andata via e avesse deciso di imprimere sé stessa in sua figlia, per lasciarmi con un ricordo tangibile di lei.
«L'unico motivo per cui non te ne parlo è il fatto che io non saprei davvero cosa dirti», mormorai, accarezzandole i capelli, «Così come tu non mi parli dei ragazzi che ti piacciono e così via, io non posso parlarti delle donne con cui sto. Sarebbe imbarazzante, non credi?».
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Boss || Luke Hemmings
Fanfiction«Luke, fermati un attimo e ragiona. Tu sei il mio capo, hai idea di che sarebbe se qualcuno ci scoprisse?». «Mmh, secondo me questo è ciò che rende il tutto più eccitante, piccola».