Corinne
La cosa più brutta dello stare al lavoro era che, ormai, dovevo cercare di evitare Luke il più possibile, fallendo miseramente nei miei intenti ogni giorno. Da quando io e Riley c'eravamo scambiati quei baci appassionati fuori dall'Università, venerdì scorso, la situazione era diventata ancora più imbarazzante. Ogni volta che, inevitabilmente, ci incrociavamo, lui mi guardava come se l'avessi ferito in qualche modo (quando poi era stato lui a ferire me, cedendo alle pressioni di sua madre e di Chanel), come se sapesse cosa stesse succedendo tra me e Riley; il pensiero che forse lo sapesse davvero mi faceva sentire strana, a disagio, un po' colpevole a dire il vero. Colpevole per cosa non ne avevo idea, visto che era colpa sua se la nostra relazione fosse finita; non poteva biasimarmi se avevo scelto di essere felice, anziché di soffrire dietro lui e quella farsa del matrimonio, farsa che tra l'altro diventava sempre più viva e presente, specialmente a lavoro. Credevo che Chanel lo facesse apposta per tramortirmi di più; non pensavo avesse capito che ormai aveva vinto e che Luke non glielo poteva togliere più nessuno. Persino Luke s'era arreso, a quanto mi aveva detto Natalie.
«Corinne? Mi stai ascoltando?», mi chiese Eric, distraendomi dai miei pensieri.
Sospirai, voltandomi verso di lui e guardandolo dispiaciuta. «Se devo essere sincera no, scusami. Di cosa parlavi?», borbottai, guadagnandomi un'occhiata compassionevole.
Avendo capito che fossi giù, i miei colleghi al lavoro avevano cominciato a trattarmi forse con troppa empatia, cercando di consolarmi riguardo alla rottura con Luke in ogni modo possibile, cercando di non farmici pensare troppo (il che era un tentativo vano, ma apprezzavo i loro sforzi). L'unica che continuava a dirmi che non dovevo mollare, che dovevo continuare a cercare una soluzione, era Kylie; Calum e Michael, poi, non perdevano occasione per rinfacciarmi quanto fossi stupida per aver lasciato andare Luke e quanto fossi cattiva per usare Riley come ripiego - cosa che pensavo non fosse vera, ma che dopo quel bacio mi stava dando qualche dubbio. I sentimenti di Riley per me, era ovvio, non erano gli stessi che avevo io per lui, e molto probabilmente lo stavo soltanto illudendo, ricambiando i suoi baci e le sue attenzioni. Ma non potevo farci niente: con Riley, tralasciando sensi di colpa ed altre sensazioni negative, mi sentivo meno triste, come se il problema di Luke fosse sparito del tutto. Non felice, quello non penso avrei potuto esserlo facilmente, ma meno triste. Un po' senza sentimenti particolari, vuota, apatica per così dire.
«Tranquilla, non è niente», disse Eric, sorridendomi, «Ti raccontavo solo di Ricky che fa il cretino».
Sorrisi debolmente alla reazione di Eric nel pronunciare il nome del suo ragazzo, salvo rabbuiarmi quando mi accorsi che tutti, nessuno escluso, avessero una vita sentimentale migliore della mia. Forse Michael e Calum, ma quei due erano dei nerd abituati a stare quasi sempre rintanati in casa in compagnia di Spiderman quindi era normale amministrazione, per loro - e poi avevo sempre avuto l'impressione che Michael non avesse interessi particolari nei confronti di nessuno. «Mi fa piacere che vi sentiate ancora», dissi senza emozioni, rivolgendo la mia attenzione al computer su cui stavo lavorando. Oggi, quasi a farlo apposta, dovevamo sistemare la copertina per il servizio speciale sul matrimonio. Dopo aver disegnato un paio di baffi alla francese, un monociglio e un paio di corna da alce a Chanel, ero passata a scrivere "Idiota dell'anno" sulla camicia immacolata del ritratto depresso e altamente modificato con Photoshop di Luke.
«Però, Luke mi sembra proprio il ritratto della felicità in questa foto, non credi?», mi chiese Eric, ridendo.
Sospirai. «Oh guarda, credo che sia felicissimo di sposare Miss Labbra Rifatte», mi lamentai io acidamente, tuttavia sorridendo al commento di Eric. Mi faceva piacere che tutti notassero quanto finto fosse quel matrimonio - anche se, a dirla tutta, i miei amici lo notavano perché gliel'avevo detto io, che il matrimonio era una grande cazzata.
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Boss || Luke Hemmings
Fanfiction«Luke, fermati un attimo e ragiona. Tu sei il mio capo, hai idea di che sarebbe se qualcuno ci scoprisse?». «Mmh, secondo me questo è ciò che rende il tutto più eccitante, piccola».