XXXIX

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Tutto il gruppo correva verso la presidenza. Solo Alexandra era un po' incerta. Lei non era mai uscita dal paese ed ora combatteva col fratello per salvare il mondo. Non ci credeva. Quando a giugno Mirko dovette affrontare un demone di Persia si salutarono poco prima dello scontro, ma ora lei era insicura del successo della missione.
-Ale, cos'hai?- le chiese Mirko.
-Niente.- rispose la lupa.
-Aiuto!- disse la voce di Sebastian, gridando più forte che poteva.
Timothy, Mirko e Aexandra presero la loro foma da mostri, tirando fuori zanne e unghie e artigli d'ogni tipo e dimensione. Pochi istanti dopo un'ombra nera si avvicinò. Aveva le dimensioni di Sebastian, ed anche la sua forma, ma non era lui.
-Ragazzi, aiuto.- gridava il vampiro alato preso per il collo dalla sua stessa ombra.

M e le altre erano andate avanti lasciandoli soli con quella specie di copia di Sebastian. Appena Sebastian nero vide i tre buttò il ragazzo a terra e si mise in posizione di combattimento.
-Alexandra controlla quel vampiro alato, al mostro ci pensiamo noi- disse Mirko.
Fu allora che Alexandra si sentì più serena. Suo fratello ormai era grande e sapeva badare a se stesso, come poteva preoccuparsi ancora per lui. Non era più Mirko il cucciolo, ora era Mirko l'eroe.

L'ombra attaccava i due ragazzi con pugni veloci come fendenti di spada, e pericolosi come una mazza chiodata. Solo il fatto che i due ragazzi avessero i sensi amplificati, fiuto e forza disumani, permise ai due ragazzi di schivare i colpi della creatura. Un particolare, però colpiva Timothy. Le proiezioni come quella venivano usate da vampiri alati più forti di quello che effettivamente era il livello di abilità, anzianità e forza di Sebastian. Era dunque chiaro, almeno per Timothy, che Sebastian fosse per lo più un burattino, un fantoccio mosso ad arte da Rosso.
-Mirko guardagli le orecchie. Sebastian non ha orecchini, mentre il suo clone ne ha uno sull'orecchio sinistro- fece osservare Timothy.
Alexandra aveva sentito tutto e aveva buttato gli occhi sul dettaglio. Poi un lampo di genio passò simultaneamente nella testa dei tre giovani. Dovevano cercare ciò che rendeva il fantocio collegato a Sebastian. Ma Sebastian non portava gioielli o piercing vari.

-Non potete fermarmi- disse l'ombra. Le ombre non parlano se non sono gli imitati a a parlare. E poi è una legge di natura, uno specchio può fare solo ciò che si fa dinanzi ad esso e ciò fece venire un'idea a Mirko.
-Tu sei un'ombra, ma come mai combatti con noi? Sai perchè non ci mostri quanto sei autonoma. Ucciditi- lo provocò Mirko. Egli sapeva che come per il parlare, un'ombra come quella doveva vedere il suo imitante farlo. Il fatto che però la creatura si tolse l'orecchino fece capire ai due ragazzi che era un'ombra autonoma.

Sebastian, dopo essere svenuto durante lo scontro, si riprese i sensi poco dopo. Appena si accorse che era circondato dai lupi mannari prese un pezzo d'intonaco e lo tirò a Mirko che lo bloccò con la facilità con cui si blocca una pallina matta quando, dopo aver toccato il soffitto della stanza, torna in mano al suo lanciatore. Ursula arrivò correndo. Avvisò subito Mirko e Timothy dell'autodistruzione fissata a due ore da quel momento, ma accortasi di Sebastian, Ursula si avvicinò, gli si accostò e gli tirò un pugno in faccia che gli fece saltare tre denti.
-La prossima volta che ti trovi nei pasticci vai dai professori e non dagli studenti.- gli disse.

La Magica Storia di Gaia 2:La magica vacanza di GaiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora