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È buio e le foglie degli alberi accanto a me brillano, sembrano fluorescenti, riflettono la luce delle stelle, sembra di essere in un sogno.

"Sapevo che ti sarebbe piaciuto qui. Ti piace ogni volta."

"Non iniziare, lo sai che non è colpa mia. Io voglio ricordarmi di te con tutta me stessa ma non riesco." Gli dico gentilmente accarezzandogli la spalla destra.

Lui mi dà le spalle, non riesco mai a vedere il suo viso. Quanto darei per perdermi nei suoi occhi.

"Kitty non ce la faccio più, tu vai via e dimentichi tutto. Io resto qui ad aspettarti, ad aspettare di passare qualche ora con te tre volte all'anno." La sua voce si fa sempre più triste.

"Vieni a cercarmi, non lasciarmi andare un'altra volta." Lo imploro.

"Sai benissimo che non posso, dovrei infrangere troppe regole. Non possiamo far sapere a tutti quello che c'è tra di noi. Nessuno approverebbe."

Sento qualcuno tirarmi per la gamba sinistra e di colpo la luce del sole mi colpisce direttamente negli occhi, appena metto a fuoco vedo la mia migliore amica che molla la presa sulla mia gambe e si siede accanto a me sul suo letto.

<< Svegliati dormigliona, la mamma ha fatto i pancakes. E di sotto ti aspetta una tazza di caffè fumante.>> dice lei tutta felice.

<< Lasciami fare una doccia. Mi sento uno schifo, credo di avere i postumi di una sbornia senza aver bevuto!>> scendo dal letto e corro in bagno.

La sento ridere mentre entra in bagno con me. << Te sì che sai come passare i venerdì sera alternativi. Non metterci un'eternità a farti la doccia oppure io e quella peste di mio fratello mangiamo tutto.>>

<< Vattene via!>> le lancio la mia maglietta addosso mentre esce dal bagno.

Evito di guardarmi allo specchio e mi infilo sotto il getto d'acqua calda, è così rilassante che per poche secondi mi dimentico di tutto, ma poi il ricordo di ieri sera mi piomba addosso come una palla da demolizione.

L'uscita con Luke era stata perfetta come sempre, cena al ristorante cinese e poi cinema, solo che questa volta lui mi ha confessato di amarmi e io sono letteralmente corsa via.

È un ragazzo straordinario, lo conosco dai tempi dell'asilo non ho mai pensato a lui come il "mio ragazzo".

Un mese fa mi ha chiesto se volevo uscire con lui, senza il resto dei nostri amici, confessandomi di avere una cotta per me che durava dalla gita scolastica a New York.

Da quel giorno mi aspetta sempre a scuola, mi porta i libri e mi tiene sempre il posto a pranzo.

Come dice Eva non posso stare tutta la vita ad aspettare il ragazzo dei miei sogni, non è una metafora, io sogno lo stesso ragazzo da sei mesi, anche se non riesco mai a vedere il suo viso so che è sempre lui.

Luke è reale, mi piace uscire con lui, gli voglio bene, ma non lo amo.

Esco dalla doccia e mi infilo un vestito che ho trovato in camera della mia migliore amica, stranamente assomiglia ad uno dei miei.

Mentre scendo per fare colazione mi fermo a guardare le fotografie appese alle pareti di casa Moore, in quasi tutte ci sono anche io, i genitori di Eva, Sandra e Bob, mi hanno sempre trattata come una figlia.

Mi siedo a tavola e saluto tutti, David il piccolo di casa mi dà il buon giorno con una linguaccia, prendo una tazza piena di caffè e inizio a mangiare i miei pancakes mentre mi godo una classica colazione a casa Moore.

Ogni volta Eva e il suo fratellino litigano per qualcosa, questa mattina sono i cereali, mentre il padre legge un quotidiano e la madre canticchia vecchie canzoni.

Lei è bellissima come sempre, ha raccolto in una coda i lunghi capelli rossi e indossa un vestitino verde acqua, che si abbina al colore dei suoi occhi. Ha il naso leggermente all'insù ricoperto da lentiggini che in estate le coprono anche le guance.

Ha preso i capelli rossi e le lentiggini dal padre, anche il fratellino, mentre la madre ha i capelli castani e gli occhi dello stesso verde di Eva.

<< Cara non voglio sbatterti fuori da casa mia, sai quanto ti vogliamo bene, ma tua zia ha chiamato prima di colazione, voleva sapere come stavi, sembrava preoccupata. Forse è meglio se torni a casa. >> mi fa notare Sandra mente sparecchiamo la tavola, strano mia zia non è una che si preoccupa per me, sa che posso cavarmela da sola.

<< Ha ragione, grazie per l'ospitalità, ci vediamo domani. >>

<< Silver ricordati che tocca a te passare a prendermi per andare a scuola, e quel vestito è tuo. >> Mi ricorda Eva mentre l'abbraccio prima di andare via le do un pizzicotto sul braccio, ci avrei scommesso che questo era il mio vestito!

Skyfall || Luce e Tenebre. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora