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<< Che sta succedendo qui?>>
Mi sveglio di soprassalto e Jack si stiracchia accanto a me.
<< Devo ripetere la domanda?>>
Sbatto gli occhi e sulla porta vedo mia zia con Charlie, Luke, Sam, Cece, Eva e Bryan.
Mi giro verso Jack che mi stringe di più a se, non ha ancora aperto gli occhi, gli tocco il braccio per svegliarlo e quando mi guarda sorride.
Quanto è bello!
No Silver concentrati!
<< Jack, ehm, girati.>>
Lui sbadiglia e si gira verso la porta e poi inizia a ridere.
<< In questo posto la privacy non esiste?>>
<< Caro sei a letto con mia nipote. Non credo che sia il momento di fare del sarcasmo.>> lo rimprovera mia zia.
Smette di ridere ma continua a sorridere, si gira verso di me e mi dà un bacio veloce sulle labbra, si alza e appena prima di andarsene si gira e dice: << Piccola è stata una notte indimenticabile, tra le dieci migliori passate insieme. Ci vediamo questa sera, sarò quello con lo smoking che ti passa a prendere a casa.>>
E poi se ne va, lasciandomi a bocca aperta.
Luke esce come una furia dalla camera d'ospedale mentre gli altri se ne stanno a fissarmi .
Tutti tranne Cece che mi sorride e mi fa segno con i pollici all'insù.
<< Silver mi spieghi cosa stava dicendo? Cos'è successo questa notte?>> inizia Eva.
<< Non avrai mica...>> Charlie non finisce la frase.
<< No! Ma che vai a pensare?>>
Mi sdraio e mi metto il cuscino sopra la faccia per non far vedere l'imbarazzo.
<< Silver eri a letto con un ragazzo.>>
<< Ma basta! Tutti in questa stanza sanno che è mio cugino. Se ero con Sam facevate quelle facce?>>
<< No perché io sono davvero tuo cugino Jack no.>>
Mi alzo di colpo e la testa inizia a girarmi ma faccio finta di nulla e fisso Sam.
<< Cosa?>>
Lui sembra imbarazzato e guarda ovunque tranne me.
<< Ehm si, Jack è stato adottato. Non è nostro fratello. Quindi non è tuo cugino.>>
<< Andatevene tutti! Ora. >> Urla Jack sulla porta.
<< Andatevene!>> ripete innervosito.
Sam prende Charlie per mano e insieme agli altri ci lasciano soli.
<< Di cosa cazzo stava parlando?>> gli urlo contro.
<< Modera il linguaggio, quando sei arrabbiata diventi come uno scaricatore di porto.>>
Mi raggiunge ma si tiene abbastanza lontano.
<< Fanculo Jack. Dici solo bugie.>>
<< Non sono bugie, tu chiami Susan zia, pur sapendo che non lo è. Charlie è tua cugina pur non avendo legami di sangue. Per me la mia famiglia sono Sam, Cece, Julia, Emily e i loro genitori. Sono i miei fratelli e sono i miei genitori. Mi hanno cresciuto come un figlio, i miei veri genitori mi hanno abbandonato appena nato, e i tuoi zii hanno deciso di prendermi con loro.>>
<< Non sono bugie quelle che ti ho raccontato sei mia cugina pur non essendolo. Siamo legati Kitty non lo senti? Quando tu sei nei paraggi io non capisco più nulla, divento geloso appena ti vedo con un ragazzo.>>
<< Jack se non sei mio cugino, vuol dire che noi?>> lascio la domanda incompleta, lui mi guarda con un sorriso triste e fa segno di no con la testa.
<< Non possiamo comunque stare insieme. I tuoi genitori non lo permetterebbero mai, tu sei una principessa. Io sono solo un ragazzo orfano adottato dai tuoi zii. Dovrai sposare un principe. >>
Scoppiò a ridere, è una cosa così strana. Non ci credo.
<< Stai scherzando vero?>>
Quando lui fa segno di no con la testa smetto immediatamente di ridere e gli tiro una sberla.
<< La smetti di picchiarmi? È davvero snervante ricevere sberle in continuazione da te. Per cos'era questa?>>
<< Perché sei uno scemo! Io non voglio nessun principe, non mi interessa quello che dicono i miei genitori. Non ci sono mai stati per me e di certo non condizioneranno la mia vita così.>>
Lui mi abbraccia e io ricambio mettendogli le braccia intorno al collo.
<< Mi lasci sempre senza parole Kitty. Ma questa cosa non ci porterà altro che sofferenza. Siamo destinati a distruggerci a vicenda.>>
Mi viene da vomitare.
<< Kitty che succede?>> mi prende in braccio e mi fa sedere sul divano.
<< Kitty parlami!>> mi scuote dalle spalle.
<< Siamo destinati a distruggerci a vicenda. Come nel mio sogno. Hai usato le stesse parole.>>
<< No, no, no. È quello che mi ripetono da quando sono piccolo. Cambieremo il nostro destino. Faremo vedere a tutti che si sbagliano.>>
<< Come?>> gli chiedo con un filo di voce.
<< Restando insieme. Ci ho provato Kitty, a lasciarti andare. Sono anni che ti lascio andare. Ed eccoci qui in una stanza d'ospedale. Nessuno ti farà ancora del male.>>
<< Voglio andare a casa Jack.>>
<< Vado a parlare con l'infermiera, ti ho preso qualche vestito da casa ieri sera. Li trovi in bagno.>>
Mi dà un bacio veloce sulla fronte e se ne va, lasciandomi completamente sola.
Dovrò chiedere il numero di uno strizza cervelli, dopo la storia degli alieni passerò ore a parlare di Jack e dei suoi cambi d'umore.
Mi guardo allo specchio, sono più pallida del solito e ho un cerotto sopra al sopracciglio speriamo, che non mi resti una cicatrice.
Metto i jeans e la maglietta azzurra che mi ha portato Jack e poi lo aspetto seduta sul divano.
Entra dalla porta come un tornado, mi sorride e mi porge la mano, la prendo e mi alzo.
<< Possiamo andare a casa.>> dice lui.
<< Era ora.>> gli sorrido io.

Skyfall || Luce e Tenebre. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora