Alysonera seduta sul palco del teatro, con una piccolissima luce davanti a lei che dall'alto illuminava la sua borsa poggiata alla sua destra.
Rileggeva le parole sul copione e respirava lentamente per tentare di mandare via tutta l'agitazione.
La stessa mattina Justin, ovvero Shakespeare, le aveva fatto gli auguri.
Rimise i fogli dentro lo zaino e si prese la testa tra le mani.
Doveva andare avanti anche se Justin Bieber non l'avesse degnata di uno sguardo. Doveva farlo perché lei amava recitare e cantare. Nessuno, nessuno, poteva impedirle di guadagnarsi il ruolo di Giulietta.
"Chi c'è li?", domandò una voce.
Alyson alzò gli occhi e vide la sagoma del ragazzo che adorava tanto che con una mano tentava di capire chi ci fosse sul palchetto del teatro. Ondeggiò un po' per poi sbuffare. "Ehilà!".
"Ehm, si?", rispose.
Justin rimase perplesso. "Uno zaino che parla? Cavolo, sono sconvolto".
Lei trattenne una risata e si spostò in modo tale da farsi vedere. Gli occhi nocciola del ragazzo si spalancarono per poi abbassarsi. "Ah, la stalker".
"Non. Sono. Una. Stalker", precisò.
Bieber agitò in aria una mano. "Si, certo. Sei qui per l'audizione?".
"Si".
Un piccolo cenno del capo. "Bene".
"Allora?", chiese Tony sporgendosi in avanti appena vide Alyson uscire dalla sala.
Lei scosse la testa. "Troppo tardi, Tony. La parte di Giulietta era già presa".
La delusione si dipinse anche sul viso del ragazzo. "Ma come? E da chi?".
"Secondo te chi?".
Si mise le mani in tasca e sospirò. "Mi dispiace, Aly. Cheyenne non merita quella parte! Mrs. Sophie ha qualcosa che non va. Come si fa a dare la parte a Cheyenne? Cioè, sono schifato Alyson! Dovremmo iniziare una protesta, uno sciopero... Una riunione d'istituto...", divagò così per qualche minuto mentre l'amica fissava il pavimento sotto di lei.
Quando era triste o non si sentiva a proprio agio non guardava mai davanti a se. Aveva paura di incrociare gli occhi degli altri. Non voleva che vedessero la sua debolezza.
"Lascia perdere, Tony. Va bene così", sussurrò.
Aprì il suo armadietto e afferrò il computer. Justin avrebbe trovato sicuramente le parole giuste per consolarla.
Lo tenne sottobraccio, passò per la mensa e si fermò solo per dare un'occhiata a Bieber e Cheyenne che ridevano insieme. Quest'ultima ebbe la spudoratezza di guardarla e sorriderle per poi dare un bacio sulla guancia del cantante.
Alyson strinse i denti e si fiondò nel campo da football. C'era una partita e vari studenti, perciò si sedette all'ombra di un albero.
Shakespeare J.: Allora? Com'è andata?
Ragazzadaicapellibiondi: ho fatto l'audizione.
Shakespeare J.: ti hanno presa?!
Ragazzadaicapellibiondi: No... Il ruolo di Giulietta era già stato preso. Adesso non so se accetterò il ruolo di un personaggio secondario.
Shakespeare J.: ma perché?
Ragazzadaicapellibiondi: non ho voglia di parlarne, Justin.
Shakespeare J.:Alyson ...
Ragazzadaicapellibiondi: cosa vuoi?
Shakespeare J.: perché fai così? Perché mi escludi? Sai che puoi parlare con me. Sai che puoi fidarti!
Ragazzadaicapellibiondi: Lo so, lo so dannazione! Lo so, Justin. Ma ti ho detto che non ne ho voglia. Non farò Giulietta. Non prenderò parte al musical. Punto!
Shakespeare J.: se sei contenta così. Arrangiati.
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Rimase li quasi un'ora. Il tempo di mandare il suo cervello in tilt completamente. Si sentiva male per aver trattato male Justin e di nuovo Tony. E perché? Perché non aveva fatto quella stupida audizione prima!
"Ehi, stalker!", la chiamò qualcuno.
Alyson si voltò di scatto. Bieber era davanti a lei con un sorrisetto sulle labbra.
Vedendo che non rispondeva si sedette poco distante da lei. "Stai progettando qualche piano per seguire meglio le mie mosse?".
"Dimmi una cosa: devo ridere alle tue battute?".
Lui alzò gli occhi al cielo. "Che simpatia che emani tu, eh. Fattela una risata ogni tanto. Sembri emo".
Stavolta fu lei ad alzare gli occhi al cielo. "Ma che cosa vuoi da me, Bieber?".
"Niente", scrollò le spalle. "Cercavo qualcuno da infastidire e tu mi sei sembrata la persona adatta".
Il vento scompigliò i capelli biondi e boccolosi diAlyson, che le andarono in faccia e tutto intorno. Sentì qualcosa sfiorarle la mano. "So che non ti ho trattata bene ieri e avantieri... Forse anche più volte, ma... Mi dispiace che tu non abbia ottenuto la parte".
"Cosa te ne importa a te? Quando sono venuta la prima volta non mi hai degnata di uno sguardo, Bieber!", lo aggredì.
"Lo so e mi dispiace. Ma non credere che l'abbia fatto solo con te", chiarì.
Alyson ridacchiò sarcasticamente. "Allora si che mi sento rincuorata, grazie mille Justin Bieber".
"Mi dispiace davvero, perché so cosa si prova", mormorò.
Lei si voltò a guardarlo. Lo trovò più vicino di quanto si aspettasse. "No, non lo sai invece".
Justin rise. "Eccome".
Ci furono pochi secondi di silenzio.
"Ero in prima media. La mia scuola stava organizzando un musical cantato. Avevo una paura tremenda di non essere preso per la parte, visto che a scuola non avevo praticamente amici. Mi prendevano in giro, e ci andavano giù pesante, sai? I soliti insulti 'gay', 'froccio', 'finocchietto'. Ho fatto le audizioni, e per il mio ruolo c'era una specie di commissione formata dalla mia professoressa più quattro studenti di terza. Sai cosa mi hanno detto? 'Ci dispiace, ma hai una voce troppo delicata per la parte di un ragazzo. Ti interessano ruoli femminili?", sghignazzò. "In caso te lo stessi chiedendo, no. Non scherzavano. Erano seri. Secondo loro mi sarei dovuto infilare una parrucca e truccare giusto un pochino. Ci rimasi così male che non entrai più in un teatro. Adesso però mi sono riscattato".
Le sorrise.
"Cosa significa tutto questo?", domandò lei con voce incerta. La storia non l'aveva chiaramente lasciata indifferente.
"Significa che sei una stalker, ma che non ti devi abbattere solo perché questa volta ti è andata male", si mise in piedi e si pulì i jeans con le mani.
Alysondeglutì. "Non ho bisogno delle tue lezioncine per capire cosa devo e non devo fare, d'accordo?!".
"Volevo solo darti un consiglio. Parlarti".
"Bieber, fai una cosa. Sparisci prima che ti prenda a cazzotti".
La risata del ragazzo riecheggiò per l'intero campo. "Lo vedi quanto sei acida? Più la gente di aiuta e più tu ti allontani da loro. Sparisco, sparisco. Ciao".
19.OO
Shakespeare J.: Sweety, mi dispiace tanto per oggi :( Perdona il deficiente che è in me.
19.3O
Shakespeare J.: ti prego, Alyson
2O.OO
ShakespeareJ.: Sweety. Ho bisogno di parlare con te, per favore.
21.OO
Shakespeare J.: volevo solo aiutarti, stamattina. Volevo aiutarti a superare tutto. Come farebbe un buon amico!
Ragazzadaicapellibiondi: vuoi aiutarmi davvero? Bene, fai una cosa: non cercarmi, Justin.
Shakespeare J.: ma Alyson ...!
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Shakespeare J. and the girl with the blonde hair.
Fanfiction"Provate a immaginare una ragazza,Alyson, e un ragazzo, Justin Bieber. Loro due si conoscono in una chat. Alyson non sa che lui è il suo idolo. Justin sa di essere il suo idolo. Come se non bastasse, Justin andrà nella sua scuola per dirigere un...