Shakespeare J. and the girl with the blonde hair.

Capitolo 15

  Quando Justin entrò nella sala computer, trovò Alyson che trafficava con una faccia poco felice con la tastiera di un computer, seduta in un banchetto. Probabilmente anche lei era lì per la connessione ad internet.
"Ciao Alyson", la salutò leggermente imbarazzato.
Lei lo guardò con la coda dell'occhio. "Ciao".
Justin si sedette nel banco davanti al suo, in modo tale da poterla guardare in faccia. Alyson si nascose dietro lo schermo del computer.
Lui accese il suo e aspettò che si aprisse il desktop. Si collegò a internet ed entrò nel sito della chat. Digitò nome e password e la home page si materializzò sullo schermo. Ed eccola, la ragazza dai capelli biondi. Sorrise.
Nel mentre, Alyson aveva digitato la sua password più volte, senza riuscire ad accedere. Ma com'era possibile? Nessuno poteva avergliela cambiata! Per poterlo fare, doveva prima entrare nel suo account... E nessuno sapeva la sua password. Nemmeno Tony.
Si prese la testa tra le mani, tirando indietro i capelli biondi. "Perché... Perché...".
Bieber si affacciò. "Tutto bene?", le chiese incuriosito.
Lei alzò i suoi occhi color nocciola in quelli della pop-star. "No! No!".
Justin indietreggiò, colpito dalla veemenza della biondina. "Ehi, volevo solo aiutarti".
"Vuoi aiutarmi? Eh? Continua a fare quello che stavi facendo prima. Ok? Ok!", gridò.
Quella maledetta e fottutissima password.
Justin fece una smorfia. Le ricordava tanto la Alyson con cui chattava, ovvero Cheyenne. Chissà se magari...
No. Non poteva essere lei.
"Lo vedi? Ogni volta che tento di aiutarti mi tratti malissimo. Si può sapere perché sei sempre così acida, Alyson?", poggiandosi con le mani al piano liscio e bianco la inchiodò con lo sguardo. "Perché? Mi vuoi dire cos'hai?".
Alyson sospirò. "Non riesco ad accedere al mio account. Mi dice che la password è sbagliata, ma io non l'ho modificata".
Lui si alzò e si sedette accanto a lei prendendo il controllo della tastiera e del mouse. "Ah, la chat che uso anche io. Fammi provare a me. Dimmi la password".
"Scusa? E perché se lo scrivi tu dovrebbe funzionare? Perché sei Justin Bieber?", domandò acida.
Il Canadese sbuffò. "Vuoi dirmi la password?".
"No".
"Poi la cambi, Alyson...".
"Never say never", mormorò imbarazzata arrossendo da capo a piedi.
Ma lui sorrise. "Nome?".
"Ragazza dai capelli biondi tutto attaccato".
Silenzio.
Justin rimase con il dito sulla 'r'. Gli occhi spalancati e la bocca che lentamente li imitava a ruota. Non poteva crederci. Era lei? Davvero? Ma Cheyenne? Magari era un'altraragazzadaicapellibiondi. Si, mica esisteva solo lei con quel nome, né?
"Come mai questo nome?", chiese senza nemmeno accorgersene.
"Oh, un ragazzo con cui chatto. Ce lo siamo cambiati insieme", ridacchiò al ricordo dei vecchi nomi.
Lui era ancora immobile. "Eh... Come si chiama il ragazzo?".
"Shakespeare J.".
Bieber si girò verso di lei scioccato. Alyson si allarmò. "Va tutto bene? Justin? Bieber?!".
Era lei la sua sweety?
"Justin? Per rianimarti devo cantarti una canzone? Quale vuoi? One Time? Baby? Down to Heart?", continuava lei preoccupata.
Aspettate un momento.
Una lampadina si accese sopra la testa di Justin. Come faceva ad essere lei se ci stava chattando pochi minuti prima? Avevano lo stesso nome e oltre a lui c'era un altro che si chiamava Shakespeare J.?
Sobbalzò. "Tutto ok, scusa".
Digitò la password, ma non cambiò niente. Si arrese subito, mentre Alyson dava un colpo al mobile. Senza nemmeno salutarla uscì dalla stanza con una mano tra i capelli.
Aveva lasciato il computer con la chat accesa.
Tony piombò nella stanza. "Ehi, Aly!". Quando si accorse della faccia dell'amica, le si avvicinò preoccupato. "Che succede?".
"Non riesco ad accedere alla chat. Qualcuno mi ha cambiato la password!".
Tony deglutì, provando un lieve senso di colpa. Chiuse gli occhi e li riaprì. "Ehm, stanno per iniziare le prove dello spettacolo. Andiamo!".
Alyson spense il suo computer, ma si bloccò. "Oh, Bieber non ha spento il suo. Un momento...".
Tony la precedette chiudendo tutto alla velocità della luce. "Fatto. Andiamo?".
Lei lo guardò male, poi scrollò le spalle e si incamminò fuori.