Capitolo 6

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  Tony fissò attentamente il volto dell'amica. Era chiaramente preoccupata per qualcosa, se non frustrata. "Tutto bene?".
Un breve cenno del capo.
"Ah, be'. Era più pimpante mio zio Gerard quella volta che mio padre gli aveva dato un calcio nelle palle mentre giocavano a twister".
Alyson non poté fare a meno di ridere. "No, niente. Tranquillo Tony".
Lui annuì poco convinto. Fece per parlare, quando un urlo isterico si levò sulla mensa. Naturalmente era di Cheyenne che gridava e rideva mentre Justin le faceva il solletico. "Comunque. E il Justin della chat? Non mi fai più leggere niente?".
Alyson sospirò. "Abbiamo più o meno litigato. Mi sono comportata male, Tony".
"Be', chiedigli scusa. Anche mio padre l'ha fatto con i testicoli di zio Gerard", mordicchiò una carota.
"E se fosse arrabbiato con me?", ipotizzò con una smorfia.
Una carezza sulla spalla. "Come potrebbe?", le sorrise.
Alyson  lo abbracciò per poi sciogliere la presa. "Ok. Vado a vedere se c'è adesso".
Tony continuò a mangiare di gusto mentre l'amica si allontanava. Quando passò davanti a Justin, lui non la salutò. Si limitò a guardarla con la coda dell'occhio.
Aprì velocemente l'armadietto e tirò fuori il pc. Per sicurezza aspettò dieci minuti prima di connettersi. Il cuore fece un balzo quando lo vide online.

Ragazzadaicapellibiondi: Ehi, Justin :)
Shakespeare J.: Oh, ehi...
Ragazzadaicapellibiondi: scusami tantissimo! Me la sono presa con te per una cosa mia. Mi dispiace tanto!
Shakespeare J.: non importa, sweety (: Capisco che a volte ognuno di noi ha bisogno del proprio spazio.
Ragazzadaicapellibiondi: nono, non era quello, davvero! E' solo che ero talmente abbattuta da non volerne parlare. Ho sbagliato.
Shakespeare J.: sisi, lo so ù.ù Però sei perdonata :D non parliamone più.
Ragazzadaicapellibiondi: sono d'accordo.
Shakespeare J.: mi sei mancata la scorsa sera.
Ragazzadaicapellibiondi: sono stata cattiva con te, lo so.
Shakespeare J.: * sospira *
Ragazzadaicapellibiondi: * gli molla uno schiaffetto sul braccio *
Shakespeare J.: e io non ti sono mancato? Ahahahha tutti sentono la mia mancanza. Sono come una droga.
Ragazzadaicapellibiondi: Justin?
Shakespeare J.: si? :D
Ragazzadaicapellibiondi: smettila di dire stronzate.
Shakespeare J.: :(
Ragazzadaicapellibiondi: AHAHAHAH
Shakespeare J.: ho bisogno di un consiglio, visto che tu sei una ragazza... Vero che lo sei?
Ragazzadaicapellibiondi: CERTO!
Shakespeare J.: bene, bene. Sei disposta ad aiutarmi?
Ragazzadaicapellibiondi: se posso si, Justin :)
Shakespeare J.: c'è una ragazza che mi piace...
Ragazzadaicapellibiondi: Ooooh! Entriamo in argomenti piccantiH.
Shakespeare J.: non fare la scema e spremiti le meningi per trovarmi un modo per conquistarla!
Ragazzadaicapellibiondi: uhm, lasciami pensare.
Shakespeare J.: si, ok, pensa. Pensa e scrivi.
Shakespeare J.: sei viva??
Ragazzadaicapellibiondi: e cazzarola, Justin. Dammi più tempo.
Shakespeare J.: si, sono passati dieci minuti!
Ragazzadaicapellibiondi: be', adesso non mi viene in mente niente. Ritenta e sarai più fortunato :-)
Shakespeare J.: è orrenda la faccina con il naso owo
Ragazzadaicapellibiondi: ahahaha bella la tua! òwò
Shakespeare J.: bella perché l'ho fatta io <3
Ragazzadaicapellibiondi: mi sei mancato ieri sera <3
Shakespeare J.: si, lo so <3


Quando tornò in mensa, Cheyenne era rimasta sola. Si stava esaminando le unghie laccate di rosa. Prima che potesse superarla, si sentì afferrare il polso. "Ehm, cosa?Alyson?".
Alyson la squadrò per bene per poi degnarsi di rispondere. "Si, Cheyenne?".
"Volevo dirti che mi dispiace per la parte di Giulietta. Saresti stata perfetta tu ma... Insomma, io lo sono di più", le sorrise raggiante.
La stupidità di certa gente è immensa.
Lei sollevò un sopracciglio. "Si, va bene. Molto gentile da parte tua questa precisazione".
Cheyenne mollò la presa e continuò a sorridere in un modo piuttosto inquietante. "Di niente!", squittì.
Rimasero immobili.
"Adesso puoi pure evaporare", le sussurrò vedendo che stava arrivando Justin.
Quest'ultimo riservò un buffetto a Cheyenne e poi si rivolse a Alyson. "Posso parlarti?".
"Non ti butto nessun vassoio", dichiarò lei.
Cheyenne sghignazzò. "No, non c'entra nessun vassoio, stalker". Di nuovo quegli occhi le fecero tremare il cuore, mentre sentiva la pelle diventare calda. Deglutì.
Justin si avvicinò a lei con un sorrisetto sghembo, che aveva visto tantissime volte nei video o nelle foto. "Dimmi".
"Che ne dici di andare a prendermi una bella pasta calda ripiena alla nutella? Portamela in teatro tra ventidue minuti esatti", ogni traccia di calore e gentilezza svanì in un secondo.
Prese Cheyenne per mano e si allontanò.
La bionda strinse i pugni sbuffando dal naso sentendosi terribilmente umiliata, ancora.

Alyson aprì le doppie porte del teatro e se le richiuse dietro. Con piacere notò che Cheyenne era sparita. Justin, invece, trafficava con il pc.
Si avvicinò e notò la pagina della stessa chat che usava lei con Shakespeare J.
Non fece in tempo a leggere il suo nome che Bieber con uno scatto chiuse lo schermo. "Perché diamine non ti connetti?...".
Si sollevò pian piano e gli si parò davanti. La bustina di carta in mano. Gliela tese. "La tua pasta".
Il ragazzo fissò l'orologio che portava al polso. "Non sono passati ventidue minuti".
Alyson alzò gli occhi al cielo. "Non mi diverte la cosa".
"Perché mai dovrebbe divertirti? Riportamela tra cinque minuti", sospirò e prese a trafficare con il cellulare.
In pochi istanti la fronte della biondina si corrugò. "Sei serio?! Cioè, mi prendi anche in giro, Bieber?!".
Lui rimase impassibile. Come se non avesse parlato. Sghignazzò. "Questo devo retwittarlo... Tre minuti, stalker".
Alysonpoggiò la pasta e si incamminò verso l'uscita.
"No, aspetta!", la chiamò.
Lei si bloccò di colpo. Perché lo stava facendo? "Cosa vuoi?".
"Torna un attimo qua", adesso si era voltato e la guardava nonostante lei gli stesse dando le spalle.
"Devo chiederti una cosa, per favore", continuò.
Alyson si girò lentamente e tornò davanti a lui. Picchiettò con una mano la poltroncina accanto a dove era seduto. "Siediti, non mordo".
Si sedette e rimase immobile. "Cosa vuoi quindi?".
"Ehmm", si grattò la testa imbarazzato. "Ti sembrerà strano che proprio a te venga a chiedere questo tipo di cose... Eh".
Incrociò le braccia. "Esattamente, visto come mi tratti".
Le labbra di Justin si curvarono in un sorrisetto beffardo. "Già. Comunque mi servirebbe un tuo parere. E anche un tuo consiglio".
"Dimmi allora".
Aprì la bocca e la richiuse. "Ok", mormorò. "Tu sei l'unica ragazza dopo Cheyenne con cui ho parlato almeno una volta qua a scuola".
"E le cheerleader?".
Una smorfia. "No, loro ridono e basta. Non hanno un cervello".
La ragazza scoppiò a ridere. "Perché, Cheyenne ha un cervello??", esclamò.
Justin si accigliò. "Tu non la conosci", disse deciso a denti stretti.
"Ah, si? Perché, tu? Quanto sei qui? Due, tre giorni? Allora si che la conosci bene!".
I due si guardarono in cagnesco per qualche istante. "Lasciamo perdere. Ho già capito di non potermi fidare di te", ruppe il silenzio lui. "Puoi andare adesso".
La biondina si spostò rumorosamente. "Che sia chiaro: io me ne vado quando voglio io. Non sei tu a telecomandarmi".  

Shakespeare J. and the girl with the blonde hair.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora