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ANNA'S POV

Ci sedemmo di fronte a lui che cominciò immediatamente a parlare: '' Allora... da dove cominciare... Ah sì, tua madre è morta, inv''

 ''Cosa? Tu mi dici che MIA MADRE l'unica persona che mi abbia mai capito e compreso, anche se è andata via di casa troppo presto, è morta. E tu me lo dici così. Pensavo fossi sadico ma non fino a questo punto. Come è morta? Dimmelo! Scommetto che sei stato tu?''

 ''Si e si, è stata investita da una macchina che guarda caso era proprio quella di uno dei miei uomini, diciamo solo che è finita accidentalmente sotto la sua macchina. Ti stava cercando da diverso tempo e non avevo pensato fosse un grande problema fino a quando non ho capito il suo piano, voleva riconciliare la famiglia, mamma e figlia insieme. Io non potevo permetterglielo e così, mentre attraversava la strada è stata accidentalmente ferita a morte.'' 

''Tu non sei un mostro, sei di più, sei un uomo, tutti i mostri sono umani (American Horror Story). Ma dimmi, Oscar, che cosa vuoi da noi?''

 ''Bella domanda, che cosa voglio io da voi, semplice la libertà. Si ogni uomo la vuole ma io in particolar modo sono ricercato in ormai 24 stati, e tutta la città è pattugliata. Non posso uscire senza dare nell'occhio. Quindi sono qui perchè voi mi facciate evadere da questo stato ed andare in un paese senza l'estradizione.''

A questo punto prese parola Steve 

'' E perchè mai dovremmo aiutarti sei la persona più brutta che io abbia mai conosciuto, quindi dammi una valida ragiona per cui dovremmo aiutarti?'' 

''Tu credi davvero di avermi in pugno? Bhe ti sbagli di grosso, hai provato a chiamare di recente la tua cara mammina e la tua sorellina? Irraggiungibili vero? Diciamo che sono irraggiungibili anche nella vita reale. Se voi doveste cercare di ingannarmi diciamo solo che rimarranno irraggiungibili'' 

Fece un ghigno beffardo e, quando guardai Steve lo vidi impallidire. Cercava invano il telefono e, scordandosi della pistola di mio padre, chiamò la polizia. Vidi mio padre sfilarsi la pistola dalla cintura e alzarla lentamente, mi sembrava che si muovesse tutto più lentamente. La polizia aveva risposto ma io lanciai via il telefono e poi abbassai Steve per un braccio. 

Mio padre aveva già sparato colpendo il ragazzo sulla spalla, se fosse stato fermo probabilmente avrebbe colpito il cuore. Si accasciò per terra emettendo un gemito una volta aver sbattuto l spalla contro il pavimento. Lo vidi arrancare verso la porta del bagno ma mio padre non glielo permise, sparò di nuovo, quest volta colpendolo al piede. L'aveva preso di striscio m dalla sua espressione capii quanto facesse male.

Perchè proprio a noi, dopo tutto quello che avevamo passato anche questo. Ero arrivata ad un limite, era da due anni o più che tenevo tutto dentro e non avrei retto ancora per lungo. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

 Mi lanciai contro mio padre che nel frattempo si era alzato e si stava avvicinando a Steve. Lo stesi a causa di tutto l'attrito che avevo accumulato. Cadenzo fece cadere la pistola che presi subito e, rotolando su me stessa gliela puntai contro.

Si mise nuovamente a ridere e disse '' Figuriamoci se una ragazzina come te, una puttana che tradisce il fidanzato. Lo tradisci ora che state insieme da due anni figuriamoci quando vi sposerete. E quando sarà arrivato il momento chi te lo dice che lui vorrà di più come dei figli. Ma partorire non è una passeggiata, si ingrassa, ci si ritrova delle cicatrici, le smagliature e tanto altro. E poi, ti sei già dimenticata dov'è la famiglia del tuo tanto amato ragazzo? Guarda caso è nelle mie mani e se mi dovessi uccidere anche loro morirebbero. Figlia cara sei una cretina che crede di essere qualcuno, che in realtà non è. '' 

Sparai. 

Vedevo tutto rosso e la rabbia aveva preso il posto del sangue. La sentivo pulsare nelle vene. LO avevo colpito al torace, sarebbe morto in pochi minuti. Con le ultime forze che mi rimanevano presi il suo telefono e dissi di liberare madre e sorella di Steve. Dopodichè chiamai ambulanza e polizia he arrivarono in pochi minuti portandosi con loro le due metà del mio cuore. E lasciandomi così sola, triste a dover ripulire casa e tutto quel casino che era la mia vita.

Allora ragazze io parto e torno domenica sera, non so se sarò in gradi di pubblicare ma nel frattempo se volete potete andare a leggere una altra mia storia chiamata C'è del disagio, la trovate sul mio profilo. Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo e come volete che lo continui.

A


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