Capitolo 2

10.4K 619 39
                                    

Appena la sveglia suonò spalancai gli occhi guardando il tetto bianco della mia stanza e senza lamentarmi mi tirai su, dovevo lavorare.
Scesi di sotto e come al solito non trovai i miei, così cercai qualcosa da mangiare ma la nausea me lo impedì, così evitai, risalii le scale e cercai qualcosa di decente da mettermi, alla fine decisi di indossare qualcosa di semplice, feci una doccia e dopo essermi asciugata e vestita uscii di casa camminando svelta e sentendo l'aria del mattino di sempre che mi accarezzava il viso, alzai lo sguardo e vidi delle nuvole in cielo, così mi chiedi come sarei arrivata al lavoro quando l'inverno e la pioggia sarebbero arrivati, sospirai, mio padre avrebbe fatto di tutto per darmi un passaggio ma tardare a lavoro, io volevo essere indipendente ormai, il mio posto non era più in quella casa, dovevo essere al college, lo leggevo ogni volta nelle loro facce, dovevo trovare una casa tutta mia.

Quando arrivai in libreria Jenna era già seduta alla sua scrivania a digitare qualcosa al computer, la salutai e lei ricambiò, mi guardai attorno e vidi che era tutto apposto, perciò mi sedetti alla mia e accesi il mio computer.
Passai il resto delle ore del mio turno a sistemare file nel computer e a rimettere apposto dei libri che qualche cliente aveva poggiato da altre parti, verso l'ora di chiusura per pranzo cominciai a raccogliere tutte le mie cose e a spostare il cartellino sulla porta da: "aperto" a "chiuso" poi mi guardai ancora intorno e in fine camminai verso Jenna per salutarla. «A domani» dissi alzando la mano e lei ricambiò, le sorrisi leggermente per poi sentire la porta aprirsi. «Siamo chiusi» dissi subito voltandomi quasi di scatto, ma a quello che vidi smisi quasi di respirare mentre invece il mio cuore sembrava battere all'impazzata, come sapeva che lavoravo qui? Cosa ci faceva qui? «Ciao... » mi salutò Ethan avvicinandosi piano, io indietreggiai confusa e lui si bloccò. «Cosa vuoi?» Chiesi senza far trasparire emozioni nella mia voce, non era così che dovevamo rivederci, perché era qui e chi gli aveva detto dove lavoravo? «Devo parlarti» ammise sicuro e io scossi la testa. «Penso che tu mi abbia mollata, quindi...» risposi camminando verso l'uscita mentre Jenna si girava a guardarci, lo sorpassai e uscii dal negozio ancora con quelle domande in testa, ma non era il momento di rivederlo. «Megan!» Sentii subito dopo per poi sentire la porta del negozio sbattere, mi fermai un momento. «Andiamo a prendere un caffè, dobbiamo parlare» aggiunse e io scossi la testa ricominciando a camminare, come potevo stare con qualcuno che non mi aveva nemmeno lasciato spiegare. «Megan!» Mi chiamò di nuovo e io accelerai il passo. «So tutto!» Gridò in fine e il mio cuore per poco cedette, sapeva tutto? Mi voltai lentamente con una espressione di paura mista alla rabbia e lui si avvicinò velocemente per poi arrivare di fronte a me dopo un po'. «Perché non mi hai detto niente?» Chiese, adesso sembrava lui essere arrabbiato, mi guardò negli occhi con aria severa, e io corrugai leggermente le sopracciglia. «C-cosa?» Cercai di dire sentendo le mani tremarmi. «Il nostro bambino» rispose convinto e io sobbalzai, come aveva fatto a scoprirlo?

Una ragione per amarti 3 - resterai? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora