Capitolo 20

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La cerimonia diventò presto uno dei miei primi pensieri, volevo solo che fosse facile, ma, sapevo bene che con i miei parenti non poteva essere così.
Dopo averlo detto ai miei si aspettavano tutti un gran matrimonio anche se io volevo il contrario.
Così una sera, dopo aver cenato e dopo esserci messi a letto mi voltai verso Ethan pronta a dirgli cosa mi spaventava.

Dissi tutto di getto senza fermarmi, lui rimase ad ascoltare cambiando espressione ogni tanto.
Parlai della cena, di quanto fosse entusiasta Melanie quella sera, di quanto tutti si aspettassero qualcosa in grande e di quanto io volessi il contrario. «A me basta avere te, te e me» ammisi alla fine del mio discorso e lui alzò le sopracciglia, restò in silenzio per un po' e poi mi guardò di nuovo. «Che ore sono?» Chiese spiazzandomi. «Questa è la tua risposta?» Domandai seccata senza capire, lo avevo annoiato con i miei pensieri? Lui si allungò verso di me e prese la mia sveglia. «Le undici» mi informò. «Adesso non credo di trovare qualcosa» disse ancora. «Vuoi spiegarmi?» Il suo atteggiamento mi stava innervosendo. «Domani, facciamolo, io e te, da soli, bastiamo solo noi due» Spiegò saltando giù dal letto. «Ci svegliamo, andiamo alla città più vicina e...» lo guardai con aria interrogativa. «E ci sposiamo» disse semplicemente e io alzai le sopracciglia, diceva sul serio? «Superiamo tutti i nostri problemi, una cerimonia molto ma molto intima» continuò e quelle parole suonarono in modo diverso. «Chiamerò qualcuno che... ci farà sposare» quasi rise per come lo disse. «Ethan... non penso che qualcuno sia pronto per farlo domani» lui alzò le spalle. «Proviamoci» io abbassai lo sguardo mentre lui tornava a sedersi sul letto accanto a me. «La mia famiglia si infurierà tantissimo» pensai ad alta voce e lui mi guardò. «Ma...» continuai sostenendo il suo sguardo. «Facciamolo» dissi sicura.

La mattina dopo eravamo in auto pronti a partire, prendemmo alcuni vestiti puliti e li gettammo alla rinfusa dentro uno zaino, forse saremmo rimasti una notte fuori e forse ci saremmo sposati quella mattina, era tutto un forse quel giorno.
Alle sette del mattino la macchina si accese e Ethan cominciò a guidare mentre io a sentirmi davvero nervosa per un matrimonio che sarebbe durato molto meno di uno normale, delle volte mi sentivo una stupida.
Durante il tragitto Ethan chiamò diverse persone, non capii se erano semplici preti ma molti dissero di no.
Provavamo da circa dieci minuti, io componevo il numero e lui rispondeva. «Potrebbe richiamarmi cortesemente?» Chiese alla persona dall'altro lato del telefono e poi riattaccò con un sospiro. «Facciamo una pausa? Rilassati un po', smettila di chiamare» proposi accarezzandogli un braccio. «Megan, devo trovare qualcuno...» non lo lasciai finire. «Lo so, ma perchè non ci fermiamo un attimo? Ho fame» mentii e lui mi lanciò un'occhiata per poi accostare accanto un bar. «Ti aspetto qui, io riprovo...»
«No» risposi in fretta, tirandolo per un braccio. «Megan...» scossi la testa energicamente. «Non troveremo nessuno così» mi spiegò e io sbuffai. «Non voglio che il tuo buon umore si guasti con queste telefonate, quindi, ora entriamo un attimo in quel bar, prendiamo qualcosa e poi torniamo in auto» dissi scandendo bene le parole e lui sospirò scendendo dalla macchina seguito da me, lo raggiunsi e poi lo presi a braccetto facendolo sorridere.

Dopo aver raggiunto il marciapiede notai subito un grande negozio di vestiti accanto al bar. «Ethan...» pensai subito. «Non abbiamo dei vestiti adatti» lui si guardò e poi guardò me, non avevamo avuto tempo per pensarci, lo vidi concentrato a pensare mentre io lanciai un'occhiata a quel negozio per poi cominciare a camminare verso quella direzione, lo indicai con un dito e lui mi seguì.
Una volta entrati decisi di separarmi subito da lui, non doveva vedere il mio abito, non avremmo avuto una grande cerimonia ma, questa tradizione la volevo tenere a tutti i costi.
Cominciai a cercare nel mio reparto, il negozio non aveva nessun abito adatto a delle donne incinte, cercare qualcosa risultò più complicato.

Alla fine trovai un vestito bianco, lo adorai, era lungo fino alle ginocchia e morbido sulla pancia, anche se poi notai che non lo era abbastanza per la mia, dovetti prenderlo una misura più grande, le spalline non facevano altro che cadermi ma sarebbe andato bene lo stesso.
Dopo averlo pagato velocemente per non farlo vedere a Ethan andai a cercarlo nel reparto uomini. «Sei qui?» Gli chiesi tra gli scaffali. «Non muoverti» sentii subito dopo. «Hai trovato qualcosa?» Domandai divertita da quella situazione. «Qualcosa che mi sta stretto» sospirò. «Se non piego le braccia e le gambe mi sta bene» risi e anche lui: non avevamo per niente dei vestiti perfetti. «Controlla se hanno qualcosa di meglio» dissi ma subito dopo il suo cellulare squillò. «Pronto?» Rispose quasi immediatamente. «Certo, si» lo sentii dire, restò in silenzio qualche altro minuto e poi il suo viso si affacciò da uno scaffale. «La ringrazio, davvero, arrivederci e ancora grazie» riattaccò con una voce diversa e poi mi guardò negli occhi. «Ci sposiamo, ho trovato qualcuno» annunciò e io corsi verso di lui lanciando un urletto, Ethan mi prese al volo e insieme cominciammo a ridere come pazzi. «Ti amo!» quasi urlai e lui mi fece segno di fare silenzio continuando a ridere. «Ti amo anche io Megan» mi baciò e poi mi rimise giù mentre io osservavo quel vestito che gli stava davvero corto. «Ora bisogna trovarne un altro» lo indicai e lui scosse la testa. «Andiamo, è tutto perfetto, ci aspettano» mi informò.
All'inizio pensavo che stesse scherzando e invece alla fine uscimmo da quel negozio con entrambi gli abiti, Ethan lo tenne mentre io decisi di indossarlo per la cerimonia, doveva vederlo in quel momento.

Durante il tragitto, anche se breve, riuscii a fare un pisolino per poi ricominciare ad essere attiva il cento per cento.
Il posto era molto bello, immerso nel verde, ero grata a Ethan per tutto ciò.
Scaricai il mio vestito dall'auto nascondendolo dalla vista del mio ragazzo grazie a un sacchetto, mentre lui faceva finta di sfoggiare il suo come un modello, risi e poi ci baciammo un paio di volte prima di entrare.
Il posto era quasi vuoto e non sapevo bene cosa svolgessero lì, a parte dei matrimoni per davvero pochissime persone.
Dopo aver chiesto delle informazioni andai di corsa in bagno a cambiarmi.
Quando chiusi quella porta a chiave notai che mi tremavano le mani, allora capii che la tensione sarebbe sempre rimasta, nonostante fossimo solo noi due.
Mi vestii e poi attraversai un lungo corridoio che mi portava da Ethan, dal mio matrimonio, dal passo più importante di tutta la mia vita.
Avevamo passato di tutto insieme e oggi era giusto così, dovevamo farlo, ci amavamo, sapevo che adesso sarebbe andato tutto per il meglio.
Afferrai la maniglia della porta che ci divideva e l'abbassai con forza per poi entrare, rimasi senza fiato quando lui mi guardò con uno sguardo che non avevo mai visto, mi sorrise e le mie gambe quasi cedettero.
Era il nostro giorno, lo avrei ricordato per sempre, lo avrei amato per sempre.
Quando lo guardai negli occhi e dissi: "si, lo voglio" l'emozione fu così forte che qualche lacrima scese giù dai miei occhi, fu tutto perfetto e alla fine mi baciò in modo dolcissimo per poi sussurrare sulle mie labbra un: "ti amo".
Eravamo marito e moglie adesso.

Il resto della giornata lo passammo con quegli abiti, andammo in giro, mangiammo e la sera mi portò a ballare in un locale molto bello, nelle sue braccia stavo perfettamente mentre ci muovevamo a tempo di musica.
La notte, quando mi portò in un Hotel iniziò a ripetere: "ho una moglie bellissima". Così tante volte che alla fine  crollammo addormentati con quelle parole ancora nell'aria.

Nonostante tutto quello che ci fosse successo adesso avevamo superato tutto, eravamo sposati con un bambino in arrivo.
Era tutto perfetto e lo sarebbe rimasto.

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