Capitolo 10

9.1K 520 59
                                    

Lo guardai e notai che i suoi occhi sembravano infuocati. «È... è un collega» risposi con la voce che mi tremava.
Lui mi rivolse uno sguardo incredulo e poi mollò la presa su di me. «Come si chiama?» Domandò ancora, molto infuriato, mi faceva paura, perché si stava comportando così? Degli aspetti del suo vecchio carattere stavano tornando? «J-Jacob...» ammisi allontanandomi leggermente da lui, sospirò rumorosamente per poi guardare di nuovo la sua auto. «Cazzo Megan» imprecò senza guardarmi per poi muoversi nella direzione della macchina di Jacob, alzai le sopracciglia stupita e immediatamente mi piazzai davanti a lui facendolo sbattere contro di me. «Cosa vuoi fare? Ethan ti prego...» quasi sussurrai con voce confusa, lui tornò a fissarmi e incontrando il mio sguardo riuscì finalmente a calmarsi un po'. «Entriamo in casa» proposi mentre sentivo il rumore dell'auto allontanarsi lentamente dal vialetto. «Megan, dovevo venirti a prendere io» mi ricordò qualcosa che già sapevo. «Ti prego entriamo» lo supplicai toccandogli una spalla per poi spingerlo leggermente verso la porta d'ingresso, così cedette e a grandi passi raggiunse la casa per poi chiuderci la porta alle spalle. «Perché ti sei fatta accompagnare a casa da uno sconosciuto?» Chiese bruscamente ancora evidentemente arrabbiato. «Non è uno sconosciuto» spiegai scocciata dal suo atteggiamento. «Andavamo al liceo insieme» aggiunsi ma questo non lo riuscì a calmare. «Non sei mai stata amica di uno con il nome di Jacob!» Esclamò e io abbassai lo sguardo. «Mi ricordavo comunque di lui» ammisi alzando le spalle. «E pensi che questo basti? Cristo Megan non sei una bambina sai quanta gente malata esiste in questo mondo!» Alzò la voce e io corrugai la fronte. «Sto bene Ethan! Non capisco perché ti agiti così tanto!» Risposi gridando anche io e alzando le braccia al cielo. «Perché mi agito? Poteva essere uno stupratore! Non capisco perché ti sei fatta accompagnare da qualcuno che conosci a mala pena!» Urlò avvicinandosi bruscamente a me, tanto da farmi indietreggiare. «Spero che tu stia scherzando! Posso fare quello che mi pare!» Gli ricordai mettendomi una mano sul petto. «Non ho bisogno di te che mi proteggi Ethan! Quando lo capirai? Noi non stiamo insieme! Voglio cavarmela da sola!» Chiesi vedendo il suo sguardo spegnersi lentamente. «Volevi evitarmi» capì subito dopo abbassando del tutto il tono della voce e io rimasi in silenzio a quella affermazione, non era per niente una domanda, l'aveva capito. «Dopo quello che è successo il giorno che ti sei ferito...» spiegai facendo andare via tutta la rabbia che avevo. «Certo...» rispose facendo un sorrisetto triste, come se si aspettasse quella risposta.
Avevo paura, avevo troppa paura per una nuova relazione insieme.
Mi lanciò un altro sguardo e poi si abbassò per prendere una giacca poggiata sul divano. «Dove vai?» Chiesi in ansia avvicinandomi, lui mugolò qualcosa e poi in fretta uscì mentre la pioggia cominciava a bagnargli i vestiti. «Ethan!» Lo chiamai spalancando la porta d'ingresso ma lui non rispose anche se ero certa che mi avesse sentita.

Una ragione per amarti 3 - resterai? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora