Capitolo 21

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«Si, sono qui con mia moglie» esclamò Ethan facendomi sorridere. «Certo, ora ti lascio, sono in compagnia di mia moglie» disse ancora facendomi ridere.
Stava parlando con un suo collega da cinque minuti e non aveva fatto altro che ripetere quella frase.
Guardai fuori dal finestrino, eravamo a casa.
Ero stremata, il viaggio di ritorno era stato stancante, anche se, ogni volta che guardavo il mio dito ero al settimo cielo.
Non facevo che pensare a quella pazzia e a dire "siamo sposati", lo eravamo davvero e non lo sapeva nessuno.
Immaginai il giorno dopo: avremmo visto i miei genitori e felici avremmo annunciato e raccontato tutto.
Di sicuro non sapevamo cosa aspettarci e li avevo già sorpresi, di certo non era la vita che si erano immaginati per me ma con il tempo avevano accettato tutto e mi avevano supportato, magari all'inizio non ne sarebbero stati entusiasti ma, con il tempo, avrebbero accettato anche questo. Subito questi pensieri affollarono la mia mente facendomi preoccupare. «Ethan...» sussurrai mentre riattaccava il cellulare. «Molta gente avrebbe voluto partecipare al nostro matrimonio» dissi con difficoltà. «Megan...ti sei pentita della nostra decisione?» Chiese preoccupato. «No! No Ethan! Io sono felicissima» dissi voltandomi verso di lui. «Hai detto che volevi qualcosa di semplice..» continuò e io lo fermai. «Gli altri...» non finii la frase che lui subito rispose. «Tu hai paura di quello che penseranno gli altri, è così» disse sicuro e aveva ragione. «Megan, il matrimonio riguarda me e te, solo me e te, lo capiranno tutti, non devi aver paura di quello che pensa la gente» anche su questo aveva ragione, subito le sue parole fecero sparire tutti i miei dubbi e le mie preoccupazioni, mi chiesi come faceva ogni volta.
Spense la macchina ormai posteggiata e si chinò verso di me per darmi un bacio, lungo e dolce, appena si staccò da me mi sorrise e mi strinse la mano. «Andiamo a casa» dissi sorridendogli e lui annuì.

Appena aprii la porta posai subito le mie cose sentendomi tranquilla. «È bello essere a casa» dissi e il bambino cominciò a scalciare. «Credo che anche il piccolo sia contento» sorrisi e Ethan mi accarezzò la pancia per poi portare la valigia in camera da letto.
Accesi la tv per rilassarmi un po' e poi mi avvicinai al telefono di casa notando alcuni messaggi in segreteria, dovevano essere dei miei genitori, decisi di ascoltarli e il primo mi fece subito sorridere. «Parla Emma, come stai piccolo neonato? Sappi che la zia è in città e che verrà a trovarti presto. Chiamami!» Era la solita, composi subito il suo numero e aspettai. «Meg!» La sentii urlare. «Eri sparita!» Mi rimproverò. «Mi sono successe tante, troppe cose» mi giustificai. «Domani allora passo da te e mi racconti tutto» disse quasi con rimprovero. «Ai tuoi ordini!» Esclamai ridendo. «Come va all'università?» Chiesi cambiando argomento. «Come sempre Megan, la tua vita è molto più interessante della mia, il piccolo o la piccola? Avete già scelto dei nomi? Ho comprato una tutina meravigliosa» continuò così per una buona mezz'ora, alla fine le dissi quasi tutto e il giorno dopo avremmo soltanto parlato del matrimonio, delle volte Emma sapeva parlare molto, troppo veloce.
Quando riattaccai andai a stendermi sul divano accanto a Ethan. «Non ti mollava più» scherzò e io risi. «Sai come è fatta» risposi cominciando ad accarezzare il suo braccio, lui mi sorrise e poi cambiò canale trovando un film che avevamo già visto molte volte ma che non ci stancava mai, io continuai a tracciare cerchi con le dita sul suo braccio riscoprendo una vecchia cicatrice, la osservai e lui se ne accorse subito ma decise di non dire nulla, gli lanciai un'occhiata e poi senza pensarci gli lasciai un bacio lì facendolo sobbalzare. «Se tu non fossi mai venuto alla mia finestra sarebbe tutto diverso a quest'ora» dissi guardandola di nuovo, lui rimase in silenzio e io continuai. «Avrei trovato un ragazzo al liceo, uno che sarebbe andato subito d'accordo con mio padre e la nostra relazione non sarebbe rimasta nascosta, avrebbe giocato a baseball con Will, sarebbero diventati ottimi amici» lui fece un sorriso strano, non capiva dove volevo arrivare. «Forse dopo alcuni mesi mi avrebbe mollata o lo avrei mollato, sarei andata al college e avrei cercato un sogno mio, avrei conosciuto un altro uomo, un avvocato come i miei e ci saremmo sposati dopo aver finito gli studi, mi avrebbe comprato una villa e avrei fatto dei figli a trent'anni» lui scosse la testa. «Una vita meravigliosa, io avrei fatto questo stesso identico lavoro e forse sarei rimasto con mio padre, non avrei mai trovato una moglie e non avrei mai avuto una famiglia» rispose duramente. «Sei entrato dalla mia finestra invece» continuai senza ascoltare le sue parole. «Da quel momento hai cambiato tutta la mia vita, ho trovato me stessa, la Megan perfetta che non commette mai errori è svanita, ho mentito alla mia famiglia, sono rimasta incinta troppo giovane e ho sposato un uomo senza dirlo a nessuno, Ethan, la Megan che c'era prima non ero io, era una ragazza condizionata dalle alte aspettative della sua famiglia, con te non devo essere qualcuno che non sono, con te sono la vera Megan, la ragazza che fa errori e che trova la felicità comunque, solo perchè non ho sposato un avvocato e non ho frequentato il college non vuol dire che la mia vita sia orribile. Tu l'hai resa fantastica, non fingerò mai più Ethan, grazie a te» mi guardò sconvolto e io sorrisi con le lacrime quasi agli occhi. «Ti amo» dissi con fermezza. «Ti amo...» sussurrò per stringermi a se.
Restammo in silenzio per un po' stretti l'una nelle braccia dell'altro quando poi Ethan parlò di nuovo. «Anche tu mi hai cambiato Megan» io sorrisi e lo guardai. «Lo so, eri uno stronzo prima» scherzai e lui rise cominciando a farmi il solletico.
Forse non sarebbe mai stato tutto perfetto, ma alla fine mi bastava il suo amore per mettere tutto al loro posto.

Una ragione per amarti 3 - resterai? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora