Capitolo 16

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Già, partire, sarà stata una buona idea?
Non lo so.

Sono forse stata io a distruggerle tutta la città?
Non lo so.

Nathan? Kaitlyn? Marie? Cristopher?
Dove sono tutti?
Non lo so.

Non so' molte cose, vorrei avere queste risposte, vorrei che queste dannate domande a mettessero di girarmi in testa.

Respiro profondamente cercando di calmarmi. Ormai sono passati tre giorni da quando mi sono risvegliata tra quelle rovine.

Per il momento mi trovo a Barcellona, la città in cui sono nata, la verità? Mi aspettavo di trovare Robert, quello che una volta consideravo mio fratello, ad aspettarmi. Invece, quando sono andata in quella che una volta era casa mia, non vi ho trovato nessuno.


Certo, non mi aspettavo feste e fiori, ma almeno un saluto. Niente, la casa era deserta, dentro trovai solo pochi mobili, in compenso era tenuta in ottime condizioni, avevo un letto ed un tetto sulle spalle, non mi serviva altro, forse, del cibo, ma non mi facevo molti problemi al riguardo, nella mia nuova condizione da 'Chissà forse sono morta' non sembravo aver bisogno di sostanze nutritive.


E per il momento mi andava bene. La casa sembrava fatta per un'adolescente, niente genitori, niente fratelli o sorelle e niente tizi strani che spuntano come funghi e che si auto proclamano membri della tua famiglia. Normalità.


Inoltre, comincio a pensare di scrivere un libro, diventerei sicuramente famosa, avanti, chi non vorrebbe leggere le nobili gesta di un'adolescente che rischia la pelle ogni giorno e che scopre fatti allucinanti ogni giorno, avanti chi non vorrebbe.


Nessuno, non credo che esista qualcuno di così strano nel mondo.


Comunque sia devo trovarmi un lavoro al più presto, comincio ad annoiarmi e una TV non sarebbe male per spezzare la monotonia delle giornate. Un altro problema, non ho né documenti, né certificati, questo è un problema.

Sbuffo e decido alzarmi, magari i miei tutori avranno lasciato qualche mio documento qui, non credo che quelli si possano usare come carta igienica - capite il mio sarcasmo-.

Del vecchio ufficio di mio padre non resta molto, però tra le cose che noto a primo sguardo è quella vecchia scrivani che si ostinava a tenere con se. Quanto la odiavo. Mi avvicino e comincio a rovistare nei cassetti, tirando fuori qualsiasi documento che mi appartenga, alla fine, riesco a trovare il mio certificato di nascita, non chiedetemi come sia possibile dato che sono nata molto, molto tempo fa, un certificato delle vaccinazioni vecchio come il mio bisnonno.


Non è molto, ma se teniamo in considerazione, che ho passato metà della mia vita nel Santa Monica credo che possa bastare.


''Non troverai mai un lavoro decente.''

Non sono simpatiche? Mi adorano, non c'è che dire. Le Donatrici si fano amare, quando troverò Cristopher mi dovrà spigare una cosa, o forse due, o forse... Okay, mi dovrà spiegare tante cose.


In questi giorni mi sono allenata, controllare tutte e cinque le forme non è facile, soprattutto controllare tutti e cinque gli elementi. Già, novità dell'ultimo giorno, quando le Donatrici si sono svegliate, alche i loro rispetti elementi lo hanno fatto con loro.

E, secondo non so quale antica legge, io devo saperli controllare tutti, prima della Luna Oscura. Impossibile, non ci riuscirò mai, e poi quel cretino mi avrebbe dovuto aiutare, invece no! Ha deciso di lasciarmi in questo inferno da sola, bellissimo. Nathan, spera di non passare mai davanti a me, perché giuro che ti stacco la testa a morsi se ti vedo.

''Magari è morto, dobbiamo pensare in positivo''.

''Già, dobbiamo essere ottimiste, per lui.''

No, ritiro quello che ho detto in precedenza, avvolte sanno essere amabili. Avvolte alias quasi mai.

''Mi immagino già il titolo del nostro libro: 'Vieni qui che ti voglio solo uccidere!', diventeremo famose!''

''Io, invece, mi immagino il titolo sui giornali: 'Solo un titolo, o un omicidio?', esilarante.''

''Esagerata.''

Da fuori potrebbe sembrare una scena abbastanza comica, la verità? Se qualcuno mi sentisse ora, altro che Santa Monica, mi farebbe esorcizzare direttamente. Quasi automaticamente mi guardo intorno, quasi a volermi accettare che non ci sia nessuno che mi osservi, tiro un sospiro di sollievo quando non vedo nessuno.

Sono solo un po' paranoica, gli ultimi giorni sono stati difficili, le mie notti sono costellate da incubi, e la mattina dopo, quando mi sveglio, vivo col terrore di potermi ritrovare davanti terribile mostro che mi fissa, pronto a farmi il solletico, no okay, non proprio il solletico, ma per il momento riesco ad immaginarmi solo questo in alternativa alle terribili torture.

Suonano al citofono e corrugo la fronte, nessuno sa che sono qui, chi mai potrebbe essere? Non perdo tempo e corro a rispondere. Solo dopo mi accorgo di non aver nessuna speranza di poter comunicare, allora sbuffando ed augurandomi che non sia qualche maniaco, o qualche stupratore, apro il portone e mi affaccio per vedere chi aveva suonato.

''Finalmente ti ho trovato, ti cerchiamo da giorni.''

Fisso con astio il coglione davanti a me, magari per miracolo, o solo perché è il momento giusto la mia voce ritorna, ma non per salutarlo anzi, soltanto per avvertirlo.

''Corri''.


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