12. I think I saw a ghost

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Urlai il nome di Malia per quelle che mi parvero ore, colpendo con talmente forza il finestrino — e, poi, anche il parabrezza — dell'auto da ritrovarmi ad avere le mani rosse e gonfie, doloranti. Ma non me ne resi nemmeno conto.

Nessuno degli altri ragazzi pareva essersi accorto della mora stesa a terra; o forse l'avevano vista e sapevano di non poter fare nulla per lei, per il momento: tutti e cinque erano impegnati a combattere contro due figure incappucciate che io, prima, non avevo neanche visto arrivare.

La corporatura era sicuramente quella di due donne, e indossavano entrambe la stessa divisa: pantaloni di tela neri, cappuccio scuro a coprire la testa e il viso — che era coperto da un velo opaco, come se si fossero cosparse il viso di pece — e nessun arma fra le dita coperte da guanti pesanti. Ma, nonostante questo e l'inferiorità numerica, stavano comunque massacrando i miei amici.

Una delle due aveva, nel mare di oscurità dipinto sul suo viso, due fari rossi al posto degli occhi e, al posto delle unghie, degli artigli lunghi forse il doppio di quelli di Scott.
L'altra, invece, anonima, sembrava soltanto particolarmente brava a lottare.

Scott, Isaac e Kira stavano combattendo contro la prima, e a turno crollavano a terra gemendo per qualche graffio all'altezza del petto o del viso, mentre Derek e Lara si stavano occupando — a fatica — della seconda.

E io ero lì: inutile, impotente, che guardavo i miei amici venire quasi ammazzati di botte. Mentre Malia era di fronte a me, svenuta; forse già morta.

Se la macchina non fosse stata bloccata, sarei potuta uscire, avrei potuto aiutarla. Salvarla, magari.
Non ci serviva che morisse altra gente, allora. Anche se non era una di noi, anche se era solo Malia.

Avevo le guance rigate di lacrime e gli occhi che pizzicavano, mentre continuavo a urlare a squarciagola, sperando quasi di rompere il vetro con la mia voce; ma quello non dava segni di cedimento.

E proprio mentre stavo quasi per rinunciarci, arrendendomi a dover guardare i miei amici e soltanto pregare per loro, la situazione peggiorò: altre frecce iniziarono a piovere sui ragazzi, colpendoli distrattamente. Prima il braccio di Kira, poi la coscia di Derek, poi la spalla di Isaac.

Pensai, in quel momento, che le mie preghiere stessero almeno riuscendo a evitare che venissero colpiti fatalmente. Ma poi riabbassai lo sguardo su Malia, e mi sembrò che non stesse più respirando; il suo petto era fermo, immobile, e i suoi occhi chiusi.

«Malia!» la chiamai ancora, la voce rotta. «Malia!»

Iniziai a sentire dei sussurri indistinti nella mia testa, come un ronzio costante e sempre più rumoroso.
Mi coprii le orecchie con le mani, scuotendo velocemente la testa.

«No, no» dissi, cercando di scacciarle, «non morirà nessuno. Non stavolta.»

Scott.

Fu l'unica cosa che riuscii a sentire chiaramente, e subito percepii i miei occhi riempirsi di nuovo di lacrime.

Non Scott, pensai. Non lui, non lui.

Feci appena in tempo a riaprire gli occhi e a puntarli su di lui che l'Alpha con cui stava combattendo, dopo aver messo al tappeto sia Isaac che Kira, tentò di ferirlo all'altezza del cuore, infilando i suoi lunghi artigli nella carne del ragazzo. Lui era stanco, esausto, e confuso come non mai; tanto che non riuscii neanche a notare l'attacco e, perciò, non tentò nemmeno di spostarsi.

Lo vidi già steso a terra accanto a Malia, con gli occhi vuoti e il petto immobile, morto. Una lacrima mi scivolò sulla pelle rovente del viso ed ebbi l'impulso di chiudere gli occhi, di distogliere lo sguardo; ma qualcos'altro, dentro di me, mi impediva di abbandonare Scott, in quel momento. Dopo tutto quello che aveva fatto per me, non potevo lasciarlo, non così.

Ma un apparente miracolo salvò il mio migliore amico dall'inferno: una freccia si conficcò con decisione nel braccio destro della donna, alzato e a qualche centimetro dal corpo di Scott, pronto a colpire. Allora si bloccò e, quasi a rallentatore, si voltò verso il punto da cui era provenuto il colpo, in direzione di quel terzo collaboratore che aveva sbagliato a prendere la mira. Nei suoi fari rossi si riuscivano quasi a leggere lo sgomento e la rabbia.

Neanche tre secondi, però, e venne ferita di nuovo, questa volta al petto. Scott la osservò, incredulo, mentre cascava in ginocchio, finendo quindi a terra di faccia in avanti. Poi corse ad aiutare Isaac e Kira, a qualche metro da lui, e per un istante ebbi la sensazione che presto sarebbe stato colpito a lui. Ma tutte le frecce che gli venivano tirate addosso — mentre era fermo al fianco della kitsune che cercava di fermare l'emorragia al braccio — lo mancavano sistematicamente, finendo addirittura a qualche centimetro dalle sue gambe, ma senza mai sfiorarlo. Esattamente come me qualche giorno prima, in quel parcheggio abbandonato.

Pensai che forse quell'arciere misterioso stesse cercando di aiutarci.
Magari non era stato uno sbaglio, quello di ferire la donna dagli occhi rossi; forse l'aveva fatto apposta, forse aveva scelto di salvare la vita di Scott e, prima, la mia.

Mi voltai istantaneamente alla mia destra, come se sapessi la sua esatta posizione, e guardai attraverso il finestrino del posto dietro al mio. E lì, parzialmente nascosta dalla macchina grigia, c'era una terza donna, incappucciata e col viso nascosto esattamente come le altre due.

Ma questa, a differenza delle altre, parve accorgersi del mio sguardo che le era puntato addosso. E quindi si fermò, abbassò l'arco, e si girò verso di me.

Nonostante non potessi vedere i suoi occhi, so per certo che mi stava fissando attentamente, studiandomi. Io feci lo stesso.

E, posso giurarlo, per un istante quella coltre scura sul suo viso scomparve e riuscii a vedere sotto al suo cappuccio.

Fu soltanto per una frazione di secondo, quasi infinitesimale, ma per me fu abbastanza. Perché avrei riconosciuto gli occhi di Allison Argent ovunque.

Spazio Autrice!
Scusatemi tantissimo per il ritardo, ma come forse alcuni sapranno sono stata in vacanza senza connessione, perciò aggiornare è stato parecchio difficile. Il prossimo capitolo non è ancora pronto, quindi è possibile che tardi un po' anche questa volta, ma spero mi perdonerete.
Un bacio!

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 18, 2020 ⏰

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