3. rejection

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Apro gli occhi e sospiro, sentendomi come se fossi in paradiso. L'aria condizionata non era mai stata così piacevole e rinfrescante come ora. 

«Finalmente, era ora che ti svegliassi» sento qualcuno dire alle mie spalle. Mi giro e cerco con lo sguardo chi sia. Il sergente Bieber è accanto al mio letto, su una sedia, con il cellulare in mano.

Penso di essere in ospedale.

«È ora di andarcene. Ho perso quattro ore della mia vita perché la signorina qui presente non ha bevuto abbastanza acqua ed è svenuta»

«Che cazzo ti aspettavi?» dico, pentendomi quando i suoi occhi color miele guardano dentro i miei. «Volevo dire che merda si aspettava, signore? Non ho dormito se non due ore la scorsa notte e ha abusato di me due giorni fa sotto quel sole cuocente»

«Questo non è un mio problema. Io non ho abusato fisicamente di te, stai attenta a quello che dici» mi avverte. «Devo chiamare qualcuno affinché ci vengano a prendere» dice riprendendo il suo iPhone, uguale al mio, nella mano.

«Va bene» resto per alcuni minuti a pensare a Justin se non fosse sergente. «Hai Instagram?»

Si gira verso di me e mi guarda come se fossi stupida. «Noi non siamo amici, recluta»

«E se tipo lo hai?» insisto. «Sto solo cercando di parlare e conoscerti meglio. Forse così smetterai di ordinarmi, visto che lo fai senza motivo»

«Smetterò di odiarti quando imparerai a rispettarmi» parla come se fosse arrabbiato, come sempre tra l'altro. «Stai semplicemente zitta. Quando pensi che vuoi dire qualcosa, non lo fare. Nessuno ti vuole sentire»

«Questo lo dici solo perché mi odi. Molte persone apprezzano molto i temi delle mie conversazioni, peccato che tu non lo capirai mai visto che non fai altro che umiliarmi e maltrattarmi»

«Lo faccio affinché tu impari come ti deve comportare. I tuoi genitori hanno riposto la loro fiducia in me per cambiarti. Ti hanno assegnato a me per farti diventare una nuova persona»

«I miei genitori mi amano come son...»

«Non mi interessa. Devi ascoltare cosa dico, anche se non ti piace»

«Noi due potremo arrivare ad un accordo» inizio il mio discorso non appena ho questa brillante idea.

Il sergente Bieber chiude gli occhi e mi fa segno che non vuole sentirmi, ma io insisto. «Per il tuo bene, e lo dico per te» mi sorride. «Se mi stai proponendo certe cose, non ti azzardare mai più a farlo e sopratutto con questo tono»

«Ma se non hai manco sentito di cosa si tratta» sbuffo.

«Non mi interessa ascoltarti e fidati, non sono interessato a cosa mi vuole proporre»

Se non fosse per la mia intuizione femminile che mi dice che Justin mi desidera, direi che il modo con cui mi ignora e la sua faccia annoiata sarebbero un chiaro segno che non gli interesso. Confido molto nelle mie intuizioni e sono sicura che non mi sto sbagliando. «Almeno proviamo a fare un' ipotesi»

Justin sospira infastidiato e ritorna a scrivere al cellulare.

«Dopo un lunghissimo giorno avendo lavorato nell' accampamento, castigato ed umiliato persone innocenti, il malvagio sergente Bieber si sente stanco e solitario in una notte fredda d'estate...»

dear sergeant ➳ jbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora