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Mi svegliai il giorno dopo e mi diressi in salotto. La giornata era grigia ed una leggere pioggia ricopriva la città. Stefano era in cucina a bere il caffè. Mi avvicinai a lui piano e lo abbracciai da dietro. Lui sembrò non importarsene e restava lì con le mani poggiate sul marmo della cucina. Poggiai la mia testa sulla sua spalla, vicino al suo collo e lo abbracciai più forte. Chiusi gli occhi e sentii la sua testa poggiarsi sulla mia e le sue mani posarsi sulle mie.
-Scusami.-
Sussurrai al suo orecchio. Di scatto si voltò e ci guardammo negli occhi. Stava quasi per piangere, aveva gli occhi lucidi e si mordicchiava il labbro inferiore.
-Porca puttana perché non me l'hai detto? Se fossi morto, io avrei dovuto saperlo da Salvatore ciò che era successo... e non da te.-
Sospirò. Tratteneva il pianto, lo capii dal tono di voce.
Lo abbracciai e cercò di trattenere il pianto stringendomi a se e poggiando la testa sulla mia spalla.
-Da cosa volevi proteggermi? Perché volevi proteggermi? Non avrei sofferto anche il doppio se poi non avessi superato l'intervento?-
Cercava di trattenere il pianto il più possibile, nonostante sentivo che fosse sull'orlo dallo scoppiare in lacrime.
-Scusami...-
Dissi, cercando di asciugare le lacrime che stavano iniziando a scendere dagli occhi.
-Ho fatto un sacco di puttanate nella mia vita, tantissime. Non immagini quante... l'unica cosa che mi ha resi felice in tutto sto tempo, era la consapevolezza di averti accanto, di averti vicino quando ne avessi bisogno. Ed ora eccomi di nuovo che mando tutto a puttane.-
Stefano sembrò stranito da quelle parole, lo sentii scostarsi di poco e riaprire gli occhi. Mi guardò in faccia e sembrò davvero sul punto di piangere.
-Io l'unica puttanata che ho fatto è stata lasciarti andare, quasi un anno fa.-
Velocemente prese il mio volto tra le mani e mi baciò voracemente, mentre sul sui volto cadevano lacrime salate. Mi accorsi di star piangendo anch'io, ma lasciai perdere. Le mie mani vagavano sui suoi fianchi, alla ricerca del bordo della maglietta che aveva indosso. Gli tolsi la maglia e lui fece altrettanto con la mia. Ci guardammo negli occhi un'altra volta. Cercavo in lui quel senso di protezione che fino a quel momento era mancato attorno a me. Quel senso di protezione che mi avrebbe fatto essere me stesso, battendo i pregiudizi altrui. E quel senso di protezione che trovai nei suoi occhi, nei suoi gesti, nella sua voce.

Remember me •Stascha•(#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora