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Lo guardai negli occhi, quegli occhi che avevo pensato di non poter più rivedere. Sorrideva, era felice, eravamo finalmente usciti dall'ospedale e speravamo vivamente di non dover ritornarci per molto tempo. Continuammo a camminare verso l'albero dove alloggiavo, ma ad un tratto mi fermai. Una piccola idea cominciò a farsi strada tra i tanti pensieri che avevo in testa.
-E se ritornassi a vivere a Milano?-
Stefano mi guardò negli occhi e sorrise, annuendo leggermente con la testa. Sorrisi anch'io e lo abbracciai. Quando ci lasciammo lo guardai negli occhi e lui arrossí di colpo, quasi come se per lui quello sguardo significasse molto più di ciò che sembrava. E forse era proprio così. Lui socchiuse gli occhi e si fiondò sulle mie labbra. Sorrisi, ah quanto lo amavo. Lo presi per mano e per strada iniziammo a correre, stava piovendo. E correndo iniziammo a ridere, con la pioggia che gli bagnava il volto e gli occhiali. Da quanto tempo non ero così felice? Da quanto tempo non sorridevo veramente? Da quanto tempo? Eravamo all'entrata dell' albergo e saliti in camera mia ci buttammo sul letto, ancora entrambi bagnati fradici a causa del temporale che infuriava fuori dalla finestra della stanza. Stefano si alzò dal letto e posò gli occhiali sul comodino. Iniziò a spogliarsi, togliendo prima la maglietta e buttandola sul pavimento. Lo guardavo negli occhi, in quell' istante niente aveva più senso, e neanche volevo che ci fosse un senso. Volevo che quel momento continuasse, guardando Stefano avvicinarsi piano, salendo nuovamente sul letto. Eravamo vicinissimi, riuscivo a sentire il suo respiro caldo, oramai irregolare, sul collo. Sapevamo benissimo entrambi cosa stesse per succedere. Mi morsi istintivamente il labbro e sentii le sue mani fredde passare sulla pelle del mio addome mentre mi toglieva la maglia. Sapevamo entrambi cosa sarebbe dovuto successo. E successe.

Remember me •Stascha•(#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora