Capitolo 24

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Valerio
Finalmente è venerdì, non ne posso più, non vedo l'ora che finisca questa cazzo di scuola, ma purtroppo è appena iniziata.
- Valerio!!- mi chiama Michela , siamo in macchina e stiamo tornando a casa.
-hai capito quello che ho detto?-chiede un po' spazientita,in effetti non ha tutti i torti.
-si sì ho capito- rispondo, in realtà non ho la più pallida idea di quello che abbia detto.
- ok allora non ci sono problemi se stasera uso la tua macchina- spalanco gli occhi;
-non ti azzardare a toccare la mia macchina- sono sempre stato geloso del mio gioiellino, scoppia a ridere di gusto.
- sei proprio un imbecille!-esclama divertita
- non hai capito niente di quello che ho detto vero?- annuisco continuando a fissare la strada davanti a me .
- oggi potresti badare ad Alessia , io dovrei andare ad una festa stasera- fermo la macchina perché siamo arrivati , la guardo, mi osserva con occhi imploranti.
- e se io volessi andare a quella festa?- la osservo con aria di sfida, mi piace vedere che non si fa per vinta davanti a niente.
- saresti uno stronzo!- mi da una pacca scherzosa sulla spalla, scende dalla macchina e si avvia verso l ingresso di casa nostra.
- ok accetto- le grido dietro, ma lei è già sparita oltre la porta. Entrando si sente un profumo buonissimo di cibo; deve aver cucinato Angela la madre di Michela , perché quando cucina Tommaso c'è sempre odore di bruciato. In cucina c'è Angela intenta a finire di cucinare, la tavola è già apparecchiata ed alcune portate sono già sull tavolo sembra tutto squisito.
- ciao caro- si gira con una padella in mano e sorride.
- salve signora- nonostante io abbia avuto un infanzia problematica mia madre mi ha insegnato le buone maniere.
- ma quale signora, mi ritieni così vecchia? Per favore chiamami Angela - ridacchia, è una bella donna , avrà tra si è no quarant'anni. Michela entra nella stanza saltellando, saluta anche lei sua madre.
-a che ora inizia la festa?- le chiedo, dovrei andare a casa di Edoardo oggi pomeriggio.
- Emma viene a prendermi tra poco, non so a che ore inizia la festa, ma se hai impegni disdico- mi guarda con occhi tristi, dovrò portare anche Alessia a casa di Edoardo.
-no tranquilla, devo uscire ma posso portare anche la bambina - la sua espressione cambia radicalmente, da un po' sconcertata è diventata felice e sorridente.
-grazie!- mi butta le braccia al collo, poi esce dalla stanza lasciandomi seduto da solo al tavolo. Finisco di mangiare, erano anni che non mangiavo così bene,aiuto Angela a lavare i piatti . Si sente suonare il campanello e Michela annuncia la sua uscita da casa; Alessia dorme beata nel suo letto, Tommaso è andato a giocare a calcetto ed io sono rimasto in compagnia dei loro genitori; Angela è molto simpatica , ma Francesco non mi parla più di tanto. Estraggo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e mando un messaggio ad Edoardo.
- bro!- risponde subito, strano di solito devono passare ore prima che risponda.
-dimmi tutto-
-ti dispiace se porto anche Alessia?-
- chi? La bionda con cui te la facevi un po' di tempo fa?- è veramente un coglione.
- dimmi che ci stai facendo apposta?-
- no giuro; chi è Alessia?- confermo la mia opinione è un coglione.
- tua figlia!-scrivo ed invio, ma lui non risponde immediatamente...
-ah... C'è mia madre a casa forse è meglio di no-
- ma dai devo portare una bambina, mica dobbiamo scopare- sbrocco mentalmente,
-ok ok portala, ma stai calmo-
- ci vediamo dopo devo andare a svegliare Alessia- entro in camera, la bambina dorme stesa sul letto a pancia in giù con il piccolo dito in bocca, è davvero molto tenera, ricordo che anche mia sorella dormiva così quando era piccola; mi manca tantissimo, ma come dice quello stronzo di mio zio non posso rimuginarci sopra per sempre, anche se so che se non fosse per colpa mia loro sarebbero ancora vive.
-Ale!- lentamente scuoto la bambina cercando di svegliarla il più delicatamente possibile; ma lei non dà segni di vita.
-Alee !!- ci riprovo chiamandola un po' più forte, questa volta apre gli occhi emettendo un lamento , la prendo in braccio e ancora mezza addormentata e la porto in cucina.
-hai fame?- le chiedo, forse ha ragione Michela penso troppo al cibo. Lei scuote la testa in segno di negazione , dopo che io ho mangiato cerco disperatamente di vestirla, un impresa a dir poco impossibile , lei inoltre non fa niente per aiutarmi, si dimena, e strilla come se la stessi per ammazzare. Chiederei aiuto ad Angela, ma non voglio disturbarla , anche se credo di averlo già fatto.
- dai Ale stai ferma!- mi lamento, sono sul punto di mettermi a pregarla in ginocchio pur che stia ferma. Ma come fanno le ragazze a vestire i bambini?
- ciao ! Io vado via!- mi arrendo è più di un ora che sto cercando di metterle il body.
- no. Non addale bia!- scende dal letto e viene verso di me
- allora ti fai vestire?- scuote la testa, sto iniziando a provare odio verso i bambini.
- dai Alessia dobbiamo andare da Edoardo che ci sta aspettando!-continua a scuotere la testa, si vede che è femmina, non ti danno retta nemmeno quando sono piccole, figuriamoci dopo.
- se fai la brava ti compro il gelato- lei non si muove di un centimetro, mi fissa coi i suoi grandi occhioni azzurri, ma con espressione del tutto indifferente.
- ti prego muoviti!- la supplico, sto iniziando a perdere la pazienza e non posso mettermi a litigare con una bambina di quasi tre anni, ma nonostante lei sia piccola sta avendo comunque la meglio su di me; rinuncio.
- ok se non ti vuoi vestire ti porto via così - la lascio lì stesa sul letto, prendo uno zaino e ci infilo alcuni vestiti di Alessia , mi osserva con sguardo attento. La prendo in braccio ed usciamo di casa , ho lasciato un biglietto in cucina dove ho lasciato scritto che sarei uscito portando con me anche la bambina. Una volta arrivati a casa di Edoardo suono il campanello. Mi viene ad aprire lui stesso guardandomi strano ci fa spazio lasciandoci entrare, sua madre mi saluta dalla cucina, è una donna molto tranquilla e gentile, non che io abbia mai avuto l occasione di vederla arrabbiata .
- perché sei venuto con la bambina nuda?- domanda con un sorrisetto che non mi piace proprio per niente.
-sta zitto! Se vuoi provare a vestirla tu lì dentro ci sono i vestiti- dichiaro indicando lo zainetto blu che tengo sulle spalle. Alessia si guarda intorno spaesata; ho sempre pensato che questa fosse una bella casa , le pareti bianche si abbinano perfettamente con le tende ed il parquet , all esterno c'è un enorme giardino pieno di fiori tutto l anno.
-andiamo di sopra- prendo Alessia per mano e saliamo le scale fino ad arrivare al piano superiore della casa , ci sono diverse stanza, ma le uniche sue in cui sono entrata sono la camera di Edoardo ed il bagno; la sua stanza a differenza della mia è molto ordinata .
- ti va se giochiamo alla play?- domanda, annuisco sedendomi sul letto matrimoniale, lui intanto accende la televisione , ed iniziamo a giocare a FIFA lancio uno sguardo ad Alessia che si aggira per la stanza frugando e guardando in tutti i cassetti che si trovano alla sua altezza.
- curiosa la piccola eh!- afferma Edoardo continuando a fissare lo schermo difronte a se.
- non guardare me,sei tu il padre- non aggiunge altro, ma accenna un piccolo sorriso . Dopo la quindicesima partita ovviamente vinta da me,sono sempre stato bravo a questo gioco. La porta si apre ed entra sua madre con un vassoio con del cibo sopra, menomale cominciavo ad avere fame.
- vi ho portato qualcosa da mangiare- ci comunica appoggiando il vassoio sopra la grande scrivania .

Ho sbagliato e continuerò a sbagliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora