Capitolo 4

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Apro gli occhi di scatto non sentendo il suo minuscolo corpicino vicino a me. Poi mi ricordo che l ho lasciata a dormire in camera di Tommy . Guardo l ora sul telefono sono le 6:25 ma il sole è già cominciato a sorgere così decido di andarmi a fare una corsetta  appena sveglia; correre mi rilassa mi alzo dal letto mi infilo un paio di pantaloncini della tuta blu una canottiera verde e le scarpe della Nike prendo il mio mp3 ed esco . Oddio quanto tempo era che non correvo avevo proprio bisogno di scaricarmi di dosso tutta quella adrenalina che avevo in corpo . Già da questa mattina dovrei cominciare ad andare a scuola ma non sono sicura che ci andrò prima devo trovare una baby-setter per la piccola Alessia . Ormai è un ora che sono uscita così decido di tornare a casa. Apro il cancello comincio a sentire degli urli che cazzo sarà successo? La mia mente comincia ad immaginarsi gli senari più assurdi ma quando entro vedo solo un Valerio e un Tommaso incazzati e Alessia che strilla come una matta ma appena mi vede si tranquillizza.
-Ma si può sapere dove cazzo eri finita?- urla Tommaso chiaramente incazzato.
-ero uscita ha fare una corsetta- dico io difendendomi.
-mai sentito parlare della parola "avvisare"-dice lui facendo le virgolette alte con le dita.
-scusatemi ragazzi è che dormivate tutti, così ho deciso di uscire. - dico
-perdonata, ma la prossima volta avvisa,Valerio stava facendo diventare matta quella povera creatura- dice Tommaso facendo un sorriso . Io scoppio a ridere
-povera piccola !!?vieni dalla mamma- dico con una vocina al quanto ridicola ,lei allunga le braccine e Valerio la lascia.
- povera piccola?! Sarà pure piccola ma quando strilla la sua voce è più forte di venti ragazze messe insieme quando ci sono i saldi - dice e tutti e tre scoppiamo a ridere mente Alessia nasconde la testa fra i miei capelli .
- forza Michela vatti a cambiare che tra un po' dobbiamo andare a scuola- dice Valerio.
- oh io non vengo non saprei a chi lasciare la bambina- dico
-Ci penserò io ha badare a questa piccola peste.- dice Tommaso prendendo Alessia in braccio e facendola volare in aria per poi riprenderla.
- Michela siamo sicuri che la lasciamo in buone mani?-dice Valerio facendo una risatina.
- si,tanto sei capace ha cambiare un pannolino vero Tommaso?-chiedo e vedendo la sua faccia io e Valerio scoppiano a ridere.
-No!non sono capace nessuno aveva parlato di pannolini-dice lui
- e dove pensi che faccia i suoi bisogni sugli alberi?-chiede Valerio ironico .
-HA HA HA molto divertente . Michela forse è meglio se stai a casa-dice Tommaso. Oddio mi fa male la pancia non riesco più a respirare per quanto sto ridendo.
- dai brò fai l uomo riuscirai a cambiare il pannolino ad un esserino così innocuo- dice il moro ovviamente sta dalla mia parte.
- e va bene mi avete convinto cambierò il pannolino alla mia nipotina -dice soddisfatto. Prendo Alessia in braccio e andiamo a cambiarci mentre io mi faccio la doccia lei gioca con una paperella di gomma. Una volta essere pronte usciamo dalla stanza prendo Alessia e la metto sul divano con Tommaso.
- Hey brò mi raccomando niente porno lei è soltanto una bambina e non vogliamo che rimanga scandalizzata-dice Valerio ironico. Tommaso risponde mostrandogli il medio
- ciao piccolina fai la brava con lo zio la mamma torna presto - gli dico e gli do un bacio poi ne do una anche a mio fratello che dice
- Valerio tieni d occhio la mia sorellina e se qualcuno gli fa del male suonalo a dovere-
- sarà fatto capo- dice il moro mettendosi sugli attenti. Salutiamo tutti un ultima volta poi usciamo saliamo in macchina e partiamo . Destinazione scuola . Arrivati davanti al cancello della scuola la campanella suona e siamo costretti ad entrare chiedo ha Valerio dove si trova l ufficio del preside e lui mi indica la strada poi con un bacio sulla guancia mi saluta e se ne va. Arrivata a destinazione busso e sento una voce che dice
-avanti- apro la porta un po titubante.
- salve- dico. Davanti ha me vedo una signora di mezza età con i capelli biondi e un paio di occhiali,indossa una gonna rossa attillata sui fianchi e una camicia dello stesso colore.
- tu devi essere la signorina Swif - dice la donna davanti a me
- esatto! Molto piacere signora-dico mantenendo un tono cordiale.
-ho tesoro chiamami Silvia io mi faccio chiamare sempre per nome dagli studenti- dice lei ma siamo sicuri che questa qui sia la preside?
-oh va bene Silvia - dico sottolineando il suo nome lei scoppia a ridere.
- Michela noi ci aspettiamo tanto da te e se avessi problemi con la bambina la puoi portare qui da me;me ne occuperò io mente tu svolgi le lezioni - dice in tono amorevole. Ripeto siamo sicuri che sia questa la preside? Penso che lei sia una delle poche persone ha sapere che io ho una figlia ed il fatto che mi voglia aiutare mi rallegra molto.
-Grazie Silvia se ne avrò bisogno gli elo farò sapere- rispondo.
Dopo avermi dato un foglio con le lezioni e una piantina della scuola  mi congeda. Esco dal ufficio  che ormai è suonata la campanella del intervallo esco nel piazzale del istituto e vedo Valerio che con la mano mi fa segno di raggiungerlo.
- vieni ti faccio conoscere alcuni miei amici e anche di tuo fratello- dice concedendomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Silenziosamente lo seguo fin quando non arriviamo in un angolo del piazzale dove c'è una panchina con cinque ragazzi seduti sopra.
-Hey brò chi è questa ragazza?- dice un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi verdi.
-Michela??!!- sento strillare qualcuno dietro di me, mi volto e rimango di pietra. Con tutte le persone che ci sono nel mondo proprio quel bastardo del mio ex doveva venire nella mia stessa scuola?
- Ma che cazzo ci fai tu qui?- dice lui sembra incazzato ma qui l unica incazzata dovrei essere io.
-io?! Che ci fai tu qui?! Comunque questa è una scuola quindi secondo te che ci faccio qui?- dico ironica e facendo una risata amara.
- ascolta baby abbassiamo i toni è!- quel cazzo di nomignolo mi fa andare fuori di testa , sto pensando ha come ammazzarlo ma Valerio interrompe i miei piani.
- voi due vi conoscete? - chiede lui.
-si- rispondiamo secchi in coro io e Edoardo.
- Hey baby vai sempre a fare la puttana?-chiede Edoardo in tono beffardo. A usato per l ennesima volta quello stupido nomignolo oltre che a darmi della puttana .
-Tu metti sempre le ragazze di 15 anni incinte?!-chiedo toccando il suo punto debole. Il nostro è stato un errore ma appena gli ho rivelato di essere incinta lui mi ha chiaramente detto di non volerne sapere niente così per non avere rogne gli ho detto che avrei abortito cosa che non farei mai neanche sotto tortura.dopo quelle parole cala il silenzio ma poi quel coglione apre bocca.
-tanto hai abortito no-chiede . Io istintivamente abbasso lo sguardo non ho il coraggio di guardarlo e già sento gli occhi lucidi. Dopo alcuni minuti di silenzio lui continua.
-Michela porca troia rispondi alla mia domanda-dice prendendomi per un braccio a quel punto non resisto più e scoppio a piangere in un pianto isterico. Mi rifugio tra le possenti braccia di Valerio che mi stringono forte a lui.
- Edoardo lasciala stare-dice il moro continuando a tenermi stretta.
-Lasciarla stare?! Io ho un figlio di cui neanche sapevo l esistenza e io devo lasciarla stare?!-sbotta Edoardo urlando e tutti si voltano a guardare la scena. Io con tutto il coraggio e l energia che ho in corpo mi stacco da Valerio mi avvicino al bastardo e gli tiro uno schiaffo talmente forte che gli è rimasto il segno .
-brutto stronzo, non provare ha venire ha dare la colpa ha me io avevo solo quindici anni e quando ti ho detto che aspettavo una bambina tu mi sei venuto ha dire che non te ne fregava un cazzo . Quindi adesso non provare ha dire che è colpa mia perché se anche provi ad avvicinarti o a me o a lei giuro che ti ammazzo. Sei uno solo un coglione, anzi no qui la cogliona sono io che mi sono lasciata mettere incinta da un bastardo come te-dico con tutto il fiato che ho in corpo poi mi giro e me ne vado facendomi spazio tra la folla che si era radunata a guardarci ; non ho voglia di rimanere per essere insultata ho per rivedere quella testa di cazzo, così decido di farmi una passeggiata e tornare a casa.

Ho sbagliato e continuerò a sbagliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora